TITOLO ORIGINALE “HER”. HA VINTO ANCHE UN PREMIO OSCAR COME
MIGLIORE SCENEGGIATURA. NELLE SALE ITALIANE DA UNA SETTIMANA
Dal 13 marzo è arrivato anche nelle sale italiane “Lei”
(titolo originale “Her”), film di Spike Jonze, con Joaquin Phoenix, Amy Adams,
Rooney Mara, Olivia Wilde. Rientra tra le diverse pellicole che ci mettono in
guardia sulla sempre minore distinzione tra reale e virtuale, resa sempre più
complicata da tecnologie sempre più sofisticate. Se alcune lo hanno fatto
perseguendo la strada violenta o demenziale, Jonze ha scelto la strada
romantica, regalandoci una pellicola emozionante. Il film ha vinto anche il
Premio Oscar come Migliore sceneggiatura originale, mentre Scarlett Johansson
figura solo per la propria voce, prestata al sistema operativo di cui il
protagonista si innamora. Vediamo trama e recensione.
TRAMA - In un futuro non
troppo lontano, Theodore è da anni un impiegato per una società che scrive lettere
per conto dei clienti. E' molto bravo nel suo lavoro, grazie anche alla sua
profonda sensibilità. Ma non è riuscito ancora a superare la separazione dalla
moglie, alla quale non riesce a concedere il divorzio. La pensa ancora tanto e
il costante ricordo del loro rapporto ingrigisce le sue giornate. Un giorno
acquista un sistema operativo appena uscito sul mercato, che ha la
particolarità di modellarsi secondo la personalità del suo utente. Theodore
sceglie la voce guida femminile, che dice di chiamarsi Samantha. Inizia a
parlarle al punto da stabilire un'amicizia, fino a innamorarsi.
Samantha infatti non è un semplice "cervello
elettronico": prova sentimenti, emozioni e vorrebbe avere un corpo umano.
Una sorta di pinocchio al femminile. Theodore ormai è totalmente coinvolto, al
punto che ormai la ritiene la sua fidanzata. Anche la sua migliore amica, pure
lei con un matrimonio appena finito, ha trovato in questo sistema operativo
un'amica con cui confidarsi e su cui contare. Ma ben presto entrambi dovranno
tornare bruscamente alla realtà.
RECENSIONE - Nono film per
Spike Jonze, forse quello che finalmente lo consacrerà al grande pubblico,
grazie anche alle cinque nomination all'Oscar, di cui una come detto vinta. Un
film surreale, romantico, coinvolgente, che descrive la linea sempre più
sottile che ormai separa il reale dal virtuale. Innamorarsi di qualcosa che non
è materiale è in fondo possibile, se in essa proiettiamo i nostri desideri. E'
ciò che accade al protagonista, che nella voce di Samantha trova quel conforto
e quella comprensione che ormai non riesce più a trovare in nessun'altra donna
dopo la separazione dalla moglie. Certo, qualche dialogo di troppo lo rende a
tratti pesante. Ma il monito che vuole dare all'umanità è chiaro: la sempre
maggiore alienazione dalla realtà dovuta a tecnologie sempre più sofisticate.
Molto bravo Joaquin Phoenix, fratello maggiore dello
sfortunato River, sulla cui interpretazione regge tutto il film. Un compito non
semplice, considerando che la sua spalla è stata per tutto il tempo solo una
voce. Ma non è certo una scoperta, lui che nel Colossal moderno Il Gladiatore
rubò la scena all’attore protagonista Russel Crowe, nei panni di Commodo.
QUALCHE CRITICA PER LA VERSIONE
ITALIANA – La versione italiana ha fatto storcere qualche naso su due
aspetti: il doppiaggio del computer Samantha e il titolo. Per il primo, nella
versione originale la voce è affidata come detto a Scarlett Johansson, mentre
per quella italiana a Micaela Ramazzotti; che per qualcuno sembra più una parodia. Ma credo che se la cavi bene. Per il secondo, la traduzione del titolo è Lei e non Sua. Ma forse
il primo suona meglio.
il cast è stellare e sicuramente il film da vedere... sul tema m'è piacuto molto "Disconnect" ma che ha una trama completamente diversa...
RispondiEliminaDark Knight
Sul finale sinceramente mi aspettavo che Theodore e l'amica si buttassero dal tetto. X me sarebbe stato piu coerente..
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