sabato 22 marzo 2014

IN PROVINCIA DI VIBO VALENTIA SI DISTRUGGERANNO 1500 ETTARI DI ALBERI SECOLARI PER FARE CASSA

NEL COMUNE DI SERRA SAN BRUNO. IL BOSCO DENOMINATO “ARCHIFORO” RIENTRA NEL Parco naturale regionale delle Serre

Che l’Italia non abbia mai apprezzato il proprio tesoro naturale e culturale, è cosa nota. In tempi di crisi però le cose vanno ancora peggio, visto che si cerca di monetizzare su qualunque cosa ritenuta apparentemente inutile o poco redditizia. E così accade che in provincia di Vibo Valentia, Calabria, nel Comune di Serra San Bruno, un bosco di 1500 ettari sarà distrutto. Il quale contiene anche alberi rari e plurisecolari.

IL BOSCO - Il bosco ‘Archiforo’ rientra, inoltre, nel Parco naturale regionale delle Serre che dovrebbe garantire la conservazione delle piante rare e dove operazioni massicce di disboscamento non potrebbero essere consentite. Tra l’altro, il Piano di utilizzazione del bosco, redatto dall’Università di Reggio Calabria e approvato dal Comune, lo dice chiaramente: “Gli alberi monumentali di maggiori dimensioni (superiosi a 80 cm), anche di cattiva forma, sono di alto pregio estetico, e per questo devono essere esclusi dal taglio”.
In sostanza saranno abbattuti 2603 piante di cui 1090 esemplari di rarissimo Abete bianco, conosciuto come il “principe dei boschi”.

LA GIUSTIFICAZIONE DEL SINDACO - Il sindaco Bruno Rosi si difende: “Si tratta di alberi malati. Il taglio rispetterà il piano di utilizzazione del bosco”. Ma c’è chi sostiene: “Il bosco sarà violentato. Il Comune lo vende per evitare il dissesto finanziario”. “Sono polemiche politiche – ribatte il sindaco - il bosco produce solo 300 mila euro all’anno. Questo significa che non è sfruttato a dovere”.


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