NEL COMUNE DI SERRA SAN BRUNO. IL BOSCO DENOMINATO
“ARCHIFORO” RIENTRA NEL Parco naturale
regionale delle Serre
Che l’Italia
non abbia mai apprezzato il proprio tesoro naturale e culturale, è cosa nota.
In tempi di crisi però le cose vanno ancora peggio, visto che si cerca di
monetizzare su qualunque cosa ritenuta apparentemente inutile o poco
redditizia. E così accade che in provincia di Vibo Valentia, Calabria, nel
Comune di Serra San Bruno, un bosco di 1500 ettari sarà distrutto. Il quale
contiene anche alberi rari e plurisecolari.
IL BOSCO - Il bosco
‘Archiforo’ rientra, inoltre, nel Parco naturale regionale delle Serre che
dovrebbe garantire la conservazione delle piante rare e dove operazioni
massicce di disboscamento non potrebbero essere consentite. Tra l’altro, il
Piano di utilizzazione del bosco, redatto dall’Università di Reggio Calabria e
approvato dal Comune, lo dice chiaramente: “Gli alberi monumentali di maggiori
dimensioni (superiosi a 80 cm), anche di cattiva forma, sono di alto pregio
estetico, e per questo devono essere esclusi dal taglio”.
In sostanza saranno abbattuti 2603 piante di cui 1090
esemplari di rarissimo Abete bianco, conosciuto come il “principe dei boschi”.
LA GIUSTIFICAZIONE DEL SINDACO
- Il sindaco Bruno Rosi si difende: “Si tratta di alberi malati. Il taglio
rispetterà il piano di utilizzazione del bosco”. Ma c’è chi sostiene: “Il bosco
sarà violentato. Il Comune lo vende per evitare il dissesto finanziario”. “Sono
polemiche politiche – ribatte il sindaco - il bosco produce solo 300 mila euro
all’anno. Questo significa che non è sfruttato a dovere”.
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