La proprietaria di
alcuni terreni a Recanati ha presentato nel 2012 un progetto denominato “Piano
di recupero di iniziativa privata” per la trasformazione di una casa colonica,
a ridosso del colle, da agricola a residenziale
“Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e
sovrumani silenzi, e profondissima quïete io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura”, scriveva Giacomo Leopardi in una delle sue più famose
poesie, L’Infinito, osservando il Colle di Recanati. Ma tra poco quell’ermo
colle che sempre caro gli fu potrebbe non essere più così ispiratore, giacché
potrebbe essere vittima di nuove costruzioni, nonostante un vincolo
paesaggistico del ministero dei Beni Culturali risalente al 1955 che tutela
l’intera area.
LA VICENDA - La proprietaria
di alcuni terreni a Recanati, Anna Maria Dalla Casapiccola, ha presentato nel
2012 un progetto denominato “Piano di recupero di iniziativa privata” grazie
anche al Piano casa regionale, per la trasformazione di una casa colonica, a
ridosso del colle, da agricola a residenziale.
Nonostante il parere negativo della stessa sovrintendenza
delle Marche la signora non si è arresa e ha presentato, vincendolo, un ricorso
al Tar, opponendosi al no secco dei vertici regionali dei Beni culturali.
QUALE RISCHIO CORRE - Non
sembra d’accordo il Mibac che si è opposto fino all’ultimo all’intervento
edilizio. “Il progetto – commenta un architetto del Mibac – prevede la
trasformazione sostanziale con aumento notevole di cubatura dei fabbricati
rurali preesistenti, anche con demolizione e ricostruzione di certo non fedele
alle misure e tipologie originarie”. Il sottosegretario del Mibac, Ilaria
Borletti Buitoni promette battaglia: “È davvero un dispiacere vedere disfare di
notte una tela che il Ministero tesseva di giorno per proteggere il colle di
Leopardi. Cionondimeno, pur con i pochi mezzi a disposizione, non ci fermeremo.
Il nostro ufficio legale ha già avuto mandato di trovare un’alternativa per
scongiurare lo scempio. Il paesaggio in Italia è difficile da difendere, anche
perché c’è il senso comune che il paesaggio e la sua tutela siano una variabile
indipendente, slegata da quella del benessere e dell’identità del paese”.
L’AVVOCATO DELLA SIGNORA - “Nella
sentenza – spiega Alessandra Piccinini, avvocato della signora Dalla
Casapiccola – la ricostruzione di controparte viene definitivamente smentita.
Il Consiglio di Stato ha riconosciuto le ragioni della mia cliente dichiarando
che l’area non è sottoposta a vincolo di inedificabilità, che l’intervento ha
il pregio di proporre il recupero di un immobile ammalorato dal tempo e che la
tutela del preminente valore del paesaggio non deve necessariamente coincidere
con la sua statica salvaguardia”.
(Fonte: Il
Fatto quotidiano)
Per i soldi sai che gli frega alla proprietaria.
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