LA TASSAZIONE E’ ARRIVATA AL 44% E SI PIAZZA SESTA. MA NON
ABBIAMO CERTO I SERVIZI DEI PAESI CHE CI PRECEDONO E SUCCEDONO
Lo Stato italiano ci sopprime con una pressione fiscale pari
al 44%, ma poi le scuole cadono a pezzi, negli ospedali mancano macchinari e
posti letto, le forze armate non hanno la benzina per circolare e vestono con
divise scadenti, i trasporti pubblici sono al collasso. Peraltro, se si considera
il periodo tra il 2011 e il 2012, soltanto l'Ungheria in Unione Europea ha
conosciuto un aumento delle tasse rispetto al Pil superiore a quello
dell'Italia. Così, con percentuali che dal 42,2% sono passate al 44%, il nostro
Paese guadagna una poco lusinghiera medaglia d'argento sul podio degli Stati in
cui il rialzo è stato più importante. L'Italia - dicono i dati Eurostat - si
colloca al sesto posto in Unione Europea per imposizione fiscale.
LA PRESSIONE FISCALE NEI VARI AMBITI
- Nei Paesi europei, la maggior fonte di gettito nel 2012 sono state le tasse
sul lavoro (51%), seguite da quelle sui consumi (28,5%) e da quelle sul
capitale (20,8%). In Svezia le tasse sul lavoro più elevate (58,6%), seguita da
Olanda (57,5%), Austria (57,4%) e Germania (56,6%), con l'Italia al 51,1%.
Sotto il 40% soltanto Bulgaria (32,9%), Malta (34,6%), Cipro (37,1%) e Regno
Unito (38,9%).
Le tasse sui consumi, invece, sono in Italia tra le più
basse in Europa (24,7%). La stessa percentuale si registra in Francia, mentre
il Belgio - unico a fare meglio - ha una tassazione al 23,7%.
Per quanto riguarda le tasse sul capitale, le più elevate si
trovano in Lussemburgo (27,5%), Regno Unito (27,4%), Malta (26,6%) e Cipro
(26,1%). In Italia sono al 24,2%. Sono in generale una fonte di gettito bassa
per gli Stati dell'Unione Europea.
E pensare che negli ultimi vent’anni, per 11 anni al Governo
c’è stato proprio quel Silvio Berlusconi che millanta, fin dalla sua discesa in
campo, una rivoluzione liberale stile americano. In realtà però, non solo non
ha abbassato le tasse, ma le ha pure aumentate al suo elettorato di
riferimento: il cosiddetto “popolo delle Partite Iva”. Nei restanti 11 anni ci
sono stati i Governi di centrosinistra (tra tecnici e ribaltoni), dai quali
certo non ci si aspettava un alleggerimento della pressione fiscale…
(Fonte: Il
Giornale)
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