IL RE DI SPAGNA HA ABDICATO IN FAVORE DEL FIGLIO FELIPE,
UFFICIALMENTE PER MOTIVI DI SALUTE. NEL SUO PASSATO, ANCHE RECENTE, NON MANCANO
OMBRE
Ebbene sì, siamo nel 2014 e nel mondo esistono ancora le
Monarchie. Certo, ormai hanno quasi ovunque un ruolo formale, ma preservano
comunque lussi e privilegi ormai anacronistici e fuori luogo (visti i tempi
economici che corrono). Non fa eccezione la Spagna, che si ritrova ancora la
dinastia dei Borbone, cacciata per un quarantennio dalla dittatura di Francisco
Franco. Ebbene, ieri, mentre da noi si festeggiava la Repubblica, tra un selfie
di Renzi e il solito discorso impregnato di retorica da parte di Napolitano,
nel Paese iberico Juan Carlos di Borbone - Re di Spagna dal 22 novembre 1975 proprio
con la caduta di Franco - ha abdicato in favore del figlio primogenito Felipe.
Secondo le agenzie di stampa spagnole, l'intenzione sarebbe legata a motivi di
salute. Un Re spesso al centro di scandali e imbarazzi, con l’ultimo che ha
riguardato la figlia. Forse la goccia che ha fatto traboccare il vaso…e il
trono.
LA MORTE MISTERIOSA DEL FRATELLO
- Nel marzo 1956 il fratello Alfonso e Juan Carlos si trovavano nella residenza
dei genitori, Villa Giralda, ad Estoril, per le vacanze pasquali: giovedì santo
Alfonso morì per un colpo d'arma da fuoco. L'ambasciata spagnola in Portogallo
rilasciò una dichiarazione ufficiale: «Mentre
Sua Altezza l'Infante Alfonso stava pulendo un revolver la scorsa sera con suo
fratello, un colpo partì raggiungendolo alla fronte ed uccidendolo in pochi
minuti. L'incidente accadde alle 20.30, dopo il ritorno dell'Infante dalla
Messa del Giovedì Santo, dove aveva ricevuto la Santa Comunione.»
Molto rapidamente, tuttavia, sui giornali comparvero
indiscrezioni che volevano la pistola al momento dello sparo fosse nelle mani
di Juan Carlos. Josefina Carolo, sarta della madre dei principi, sostenne che
Juan Carlos per scherzo aveva puntato la pistola contro Alfonso tirando il
grilletto, ignaro che la pistola fosse carica. Bernardo Arnoso, un amico
portoghese di Juan Carlos, fornì poi la stessa versione, aggiungendo che la
pallottola, deviata da una parete, aveva colpito Alfonso in fronte. Helena Matheopoulos,
un autore greco che aveva parlato con la sorella dei due, l'infanta Pilar di
Borbone-Spagna, disse che Alfonso si trovava fuori dalla stanza e, nell'atto
d'entrarvi, spinse la porta aperta, cosicché questa sbatté contro il braccio di
Juan Carlos facendogli partire il colpo.
Ci sono state varie versioni anche sull'origine della
pistola: quella più suffragata è che fosse un regalo ad Alfonso da parte del
Generale Franco.
1500 AMANTI - Più di 1500
amanti. Donnaiolo impenitente e narcisista, prende vitamine di ogni tipo per
essere nel pieno delle forze e si sottopone a regolari trattamenti anti età per
mantenersi giovane. Sembra il ritratto di qualcuno che ha dedicato la propria
vita al divertimento e alle belle donne. E a nient'altro. Non avendone avuto il
tempo. In realtà stiamo parlando del re di Spagna, Juan Carlos, 74 anni, che
oltre a correre dietro a ogni gonnella svolazzante, aveva, e ha, una nazione da
governare. Che dire. Noi italiani abbiamo poco da scandalizzarci visto che
anche il nostro ex premier in quanto a donne... non lo batte nessuno.
Pensavamo.
Invece Juan Carlos deve aver assorbito quella passionalità,
per usare un eufemismo, tutta italiana, il 5 gennaio 1938 avendo avuto la
fortuna di nascere a Roma (da Juan di Borbone-Spagna, conte di Barcellona e
terzogenito del re Alfonso XIII di Spagna e di Maria Mercedes di Borbone-Due
Sicilie) dove passò i primi 10 anni, poi volò a Madrid.
Quella passionalità del re di Spagna viene svelata dalla
giornalista di El Mundo, Pilar Eyre, nel libro La Soledad de la Reina: 519
pagine non autorizzate che raccontano la triste vita della regina Sofia, moglie
ingannata e tradita da un marito che, a dar retta a un suo amico intimo,
avrebbe avuto ben 1.500 amanti in questi anni.
Fra le conquiste c'è anche Lady Diana, a cui il sovrano
avrebbe fatto delle avance durante una vacanza con Carlo a Maiorca a metà degli
anni '80. Un pettegolezzo non nuovo, visto che già nel 2004 Lady Colin Campbell
raccontò che la Principessa del Galles aveva avuto un flirt con Juan Carlos
durante una crociera nell'agosto del 1986 e poi ancora nell'aprile dell'anno
successivo.
All'epoca il rumor venne bollato come ridicolo. Ma la foto
del 1987 che ritrae il re mentre bacia la mano di Diana durante una visita
ufficiale - gesto che aveva lasciato la donna piuttosto imbarazzata - adesso
appare sotto una luce diversa, visti i continui tradimenti del Borbone che, fra
l'altro, non dormirebbe con la moglie da 35 anni. Da quando Sofia gli fece una
sorpresa andandolo a trovare a casa di un amico a Toledo, dove il re era
ufficialmente ospite per una battuta di caccia, e lo trovò fra le braccia di
un'altra donna.
LA CACCIA AGLI ELEFANTI NONOSTANTE
LA PRESIDENZA DEL WWF - Mentre nell’aprile 2012 la Spagna rischiava di
annegare in preda alla crisi economica, la disoccupazione al 23,6% (la più alta
d’Europa, con oltre il 50% quella giovanile) e il governo Rajoy era costretto a
tagliare pure la cancelleria dei ministeri, il re Juan Carlos se ne andava a
caccia di elefanti in Botswana. All’irriverenza del gesto si aggiunge la
spavalderia di una foto dove il sovrano si è fatto ritrarre fucile in mano ed
elefante morto alle spalle. Questa volta gli spagnoli non hanno davvero
gradito, e la parola «abdicazione» non è più un tabù.
A poco sono valse le scuse (15 secondi di video) con cui il
re, 74 anni, ha cercato di metterci una pezza dall’ospedale dove è pure stato
ricoverato per una ferita riportata ad un’anca durante il safari africano.
Anche la stampa spagnola, di solito più che accomodante con i vizietti reali,
si è lasciata andare a quale critica. Se non altro perché di questi tempi la
Spagna se la sta vedendo davvero male, con tutti gli occhi d’Europa puntati sui
conti di Madrid e un giovane spagnolo su due a casa senza lavoro. Si perché a
quanto pare ammazzare un elefante in Africa (animale tra l’altro in via
d’estinzione, con circa 12mila esemplari abbattuti l’anno scorso) costa dai
25mila ai 30mila euro: più di quanto uno spagnolo medio porta a casa in un anno
di lavoro, forse in due.
E meno male che Juan Carlos è pure presidente onorario del
WWF, acronimo che per intero si legge World Wildlife Fund (cioè Fondo mondiale
per la vita selvatica): tra gli obiettivi principali proprio quello di
difendere gli animali in via d’estinzione, come gli elefanti. Gli attivisti di
tutto il mondo non potevano che imbestialirsi, è il caso di dire, tant’è che
online è subito partita una petizione per invitare a non dare più un soldo al
Wwf stesso finché non straccerà la tessera di Juan Carlos.
Ma a quanto pare per Su Majestad la caccia è una vera
passione, e non solo in Africa. Juan Carlos è infatti avvezzo a partecipare a
delle battute di caccia anche in Italia, ospite in riserve private dove per
incanto si fa un salto indietro di due secoli.La Lega per l’abolizione della
caccia del Veneto ne ha segnalato una capatina nel settembre 2009 nell’Azienda
Faunistico Venatoria di Valle Dragojesolo, nel comune di Jesolo in provincia di
Venezia, ma a quanto pare non si è trattato di una visita sporadica. In
quell’occasione l’associazione ha contestato pure il fatto che Juan Carlos non
fosse in possesso del tesserino venatorio regionale di caccia, documento
rilasciato solo ai cacciatori residenti in una regione italiana. “Come se non
avessimo già abbastanza problemi con i 60mila cacciatori veneti” ha commentato
Andrea Zanoni, presidente dell’associazione ed eurodeputato (è indipendente
nelle liste dell’Italia dei Valori). Ma si sa, a certi livelli si può chiudere
un occhio.
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