IL CONFRONTO E’ STATO FATTO DALL’ANSA. FORSE RISPETTO AD
ALLORA IN MENO ABBIAMO L’OTTIMISMO
Nei periodi difficili, psicologicamente, l’essere umano
tende a ricordare con nostalgia i tempi migliori ormai andati. Oggi il mondo
sta vivendo da anni una pesante recessione, e così il nostro Paese. Il quale,
peraltro, rispetto ad altri, proprio non riesce ad uscirne e far registrare un
minimo di ripresa. Figurarsi dunque se non scattino confronti con altre epoche,
soprattutto gli anni del boom, i mitici anni ’60. Periodo nel quale, come ci
hanno sempre spiegato, si viveva con maggiore spensieratezza e la gente
spendeva di più. Ma è davvero così? A quanto pare, sembra proprio di no. Almeno
stando al confronto fatto dall’Ansa tra il 1965 e il 2014. La più importante
agenzia di stampa italiana ha fatto quattro conti e ha scoperto che a parità di
acquisti, prezzi e stipendi, il 2014 è gemello diverso del 1965, pur calcolando
inflazioni, svalutazioni, rivalutazioni monetarie e cambio di moneta.
QUALCHE CONFRONTO - Un
operaio a Milano, per non restare sul vago, guadagnava mediamente circa 86.000
lire al mese. L'acquisto di un televisore, per esempio, era un fatto epocale
che andava pianificato con un certo anticipo e con il dovuto rispetto perchè
costava quasi due stipendi, qualcosa come 150.000 lire. Oggi una tv a schermo
piatto si trova in offerta anche a 150 euro, poco più di un decimo dei 1.327
euro di stipendio di un'operaio di oggi stimati dalla Cgil.
Un po' meglio il frigorifero: costava 60.000 lire, quasi due
terzi della busta paga, oggi non vale più del 20%. Anche per comprare un'auto
bisognava tirare la cinghia. Un modello di quelli economici, metti una Fiat
600, costava 640mila lire, cioè 7 stipendi e mezzo: la Panda è tua in
promozione a 9.450 euro, circa 7,1 volte lo stesso stipendio. Non abbiamo
guadagnato moltissimo ma abbiamo guadagnato considerato che nel 1965 le auto
erano cinque milioni e oggi trentaquattro. Lire o euro, forse avevamo qualche
sogno in più e qualche pretesa in meno, la sconfitta, il limite, l'ostacolo,
erano uno stimolo per misurarsi e non una ragione per sfogare risentimenti su
facebook. Anche allora ci si lamentava delle riforme che non arrivavano, dei
cervelli che fuggivano, della burocrazia che strangolava, della benzina che
aumentava troppo e della casta che si approfittava di tutto. E i consumi di
tutti i giorni non erano diversi: il caffè, 60 lire, incideva praticamente come
oggi, la spesa al supermercato (pane, un litro di vino e uno di latte, un chilo
di pasta, uno di riso e uno di zucchero e un chilo di manzo) era sui 31.000
lire contro i 32 euro di adesso, il 2,42% dello stipendio contro il 3,7% di
allora.
MA QUALCOSA E’ ANCHE PEGGIORATO
- Qualcosa, certo, è anche peggiorato. Il giornale, costa il doppio di allora,
ma i giornali oggi per colpa della rete, vendono meno della metà di allora,
quando sui mezzi pubblici si leggeva invece di chattare. Dieci corse sul tram
costavano 500 lire, oggi 15 euro, con un peso sulla spesa corrente quasi
raddoppiato. E la vacanza, vera mazzata, una volta costava meno del venti per
cento dello stipendio, oggi quasi tutto lo stipendio.
Ciò che ci manca davvero, rispetto ad allora, è l’ottimismo,
una prospettiva futura. E scusate se è poco.
(Fonte: Il
Giornale)
Qualche cifra non torna: 31.000 lire ieri, 32 euro oggi, per comprare pane, latte vino etc. e lo stipendio era di 86.000 lire. Non e' che ci volevano 3.100 lire e oggi 32 euro cioe' 20 VOLTE di piu'? Cosa ha scritto DAVVERO l'Ansa.
RispondiEliminasaluti
Paolo Diamante
Roma
Ci sarà il refuso di qualche zero in effetti.
EliminaSaluti a te