venerdì 9 gennaio 2015

LA BALLA CHE NEGLI ANNI ’60 SI VIVEVA MEGLIO: UN CONFRONTO TRA I PREZZI DI IERI E ALLORA

IL CONFRONTO E’ STATO FATTO DALL’ANSA. FORSE RISPETTO AD ALLORA IN MENO ABBIAMO L’OTTIMISMO

Nei periodi difficili, psicologicamente, l’essere umano tende a ricordare con nostalgia i tempi migliori ormai andati. Oggi il mondo sta vivendo da anni una pesante recessione, e così il nostro Paese. Il quale, peraltro, rispetto ad altri, proprio non riesce ad uscirne e far registrare un minimo di ripresa. Figurarsi dunque se non scattino confronti con altre epoche, soprattutto gli anni del boom, i mitici anni ’60. Periodo nel quale, come ci hanno sempre spiegato, si viveva con maggiore spensieratezza e la gente spendeva di più. Ma è davvero così? A quanto pare, sembra proprio di no. Almeno stando al confronto fatto dall’Ansa tra il 1965 e il 2014. La più importante agenzia di stampa italiana ha fatto quattro conti e ha scoperto che a parità di acquisti, prezzi e stipendi, il 2014 è gemello diverso del 1965, pur calcolando inflazioni, svalutazioni, rivalutazioni monetarie e cambio di moneta.

QUALCHE CONFRONTO - Un operaio a Milano, per non restare sul vago, guadagnava mediamente circa 86.000 lire al mese. L'acquisto di un televisore, per esempio, era un fatto epocale che andava pianificato con un certo anticipo e con il dovuto rispetto perchè costava quasi due stipendi, qualcosa come 150.000 lire. Oggi una tv a schermo piatto si trova in offerta anche a 150 euro, poco più di un decimo dei 1.327 euro di stipendio di un'operaio di oggi stimati dalla Cgil.
Un po' meglio il frigorifero: costava 60.000 lire, quasi due terzi della busta paga, oggi non vale più del 20%. Anche per comprare un'auto bisognava tirare la cinghia. Un modello di quelli economici, metti una Fiat 600, costava 640mila lire, cioè 7 stipendi e mezzo: la Panda è tua in promozione a 9.450 euro, circa 7,1 volte lo stesso stipendio. Non abbiamo guadagnato moltissimo ma abbiamo guadagnato considerato che nel 1965 le auto erano cinque milioni e oggi trentaquattro. Lire o euro, forse avevamo qualche sogno in più e qualche pretesa in meno, la sconfitta, il limite, l'ostacolo, erano uno stimolo per misurarsi e non una ragione per sfogare risentimenti su facebook. Anche allora ci si lamentava delle riforme che non arrivavano, dei cervelli che fuggivano, della burocrazia che strangolava, della benzina che aumentava troppo e della casta che si approfittava di tutto. E i consumi di tutti i giorni non erano diversi: il caffè, 60 lire, incideva praticamente come oggi, la spesa al supermercato (pane, un litro di vino e uno di latte, un chilo di pasta, uno di riso e uno di zucchero e un chilo di manzo) era sui 31.000 lire contro i 32 euro di adesso, il 2,42% dello stipendio contro il 3,7% di allora.

MA QUALCOSA E’ ANCHE PEGGIORATO - Qualcosa, certo, è anche peggiorato. Il giornale, costa il doppio di allora, ma i giornali oggi per colpa della rete, vendono meno della metà di allora, quando sui mezzi pubblici si leggeva invece di chattare. Dieci corse sul tram costavano 500 lire, oggi 15 euro, con un peso sulla spesa corrente quasi raddoppiato. E la vacanza, vera mazzata, una volta costava meno del venti per cento dello stipendio, oggi quasi tutto lo stipendio. 

Ciò che ci manca davvero, rispetto ad allora, è l’ottimismo, una prospettiva futura. E scusate se è poco.


(Fonte: Il Giornale)

2 commenti:

  1. Qualche cifra non torna: 31.000 lire ieri, 32 euro oggi, per comprare pane, latte vino etc. e lo stipendio era di 86.000 lire. Non e' che ci volevano 3.100 lire e oggi 32 euro cioe' 20 VOLTE di piu'? Cosa ha scritto DAVVERO l'Ansa.
    saluti
    Paolo Diamante
    Roma

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    1. Ci sarà il refuso di qualche zero in effetti.
      Saluti a te

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