Funziona il Quantitative easing fortemente voluto dal
Governatore della Bce Mario Draghi. Lo Spread è sceso stabilmente sotto quota
90. Ma ci andremo davvero a guadagnare?
Abbiamo da poco imparato cosa significasse il termine
Spread, entrato da qualche anno di diritto nei nostri incubi notturni peggio di
Nightmare, che da lunedì scorso siamo costretti a imparare un nuovo termine
introdotto dai cervelloni della Borsa europea: Quantitative easing. Cosa vuol
dire? Tradotto in italiano sta per Alleggerimento quantitativo. E’ il piano di acquisto di 60 miliardi di titoli al mese - gran parte dei
quali di Stato - almeno fino al settembre dell'anno prossimo, al fine di dare una
scossa al mercato finanziario e una valutazione più competitiva dell’Euro. L’ha
voluto fortemente il Governatore nostrano della Banca centrale europea, Mario
Draghi, che ha sottolineato fortemente la sua paternità. In effetti la reazione
della Borsa è stata molto positiva, per una politica economica avviata dall'autunno
scorso, quando si è deciso di abbassare i tassi al minimo storico. Vi è stata
anche una revisione delle stime del Pil e una seppur modesta crescita
economica, anche grazie al calo dell'euro. Già, l’Euro si sta svalutando
avvicinando il Dollaro. Basti pensare che appena un paio d'anni fa il cambio
era arrivato a quota 1,5 per biglietto verde, ora si aggira intorno all’1,058.
Una parità che, se immediatamente penalizza chi si deve recare in viaggio negli
Stati Uniti (ma attira sicuramente visitatori da oltre Atlantico), è
generalmente giudicata positiva per l'economia del vecchio continente e in
particolare per l'export e per gli investimenti esteri. Vediamo, settore per
settore, chi ci guadagna e chi ci perde da questa svalutazione.
GIOVERA’ GLI INVESTIMENTI NEL NOSTRO
PAESE - Il super-dollaro darà un vantaggio competitivo alle oltre 22mila
aziende italiane della manifattura. Secondo lo studio di Confindustria e
Prometeia riportato da La Stampa, il calo del 10% dell'euro sul dollaro che si
è verificato in questi ultimi mesi porterà a un aumento del Pil dell'1% nei
prossimi due anni. le esportazioni cresceranno tra il 4,8% e il 5,2% nel 2016.
Il mini-euro renderà pure più attrattivo il nostro Paese, con una capacità di
attrarre investimenti esteri che crescerà del 3,5% nei prossimi anni a questi
livelli di cambio con il biglietto verde.
FAVORIRA’ IL TURISMO - Molti
viaggiatori rivedranno le loro mete estive in base all'andamento del mercato
monetario: secondo l'Ad di Alpitour Gabriele Burgio, "ci sarà una crecita
degli arrivi da oltreoceano verso i Paesi del Mediterraneo. Ma anche da Gran
Bretagna, Giappone e Svizzzera, che hanno cambi molto favorevoli. Allo stesso
tempo sarà molto costoso, per noi, recarci negli usa e nei paesi con moneta
forte sull'euro. E questo dovrebbe portare a un aumento dell'atrattiva
dell'Italia, della Spagna, della Grecia, del Portogallo".
PRO E CONTRO PER LA MANIFATTURA
- Grazie all'apprezzamento del dollaro e del franco, la manifattura italiana
diventerà più competitiva grazie a un calo del costo del lavoro. I benefici
saranno importanti perchè non si lavora in dollari solo nel continente
americano, ma anche nel Far East. Le materie prime e i semilavorati, però,
subiranno un aumento di costi.
AUMENTANO I PRODOTTI DELL’ELETTRONICA
- Per anni le grandi catene di elettronica hanno visto scendere i prezzi, ma
nel 2015 si assisterà a una inversione di tendenza. La maggior parte delle Aziende,
oggi, ha sede in Nord Amrica (Silicon Vallei) e in Estremo Oriente. Come
riporta La Stampa, i primi effetti del super-dollaro si vedranno già sul prezzo
del nuovo MacBook, che sarà in vendita negli Stati Uniti a 1.299 dollari e in
Europa a 1.499 euro.
MALE PER GLI AUTOMOBILISTI -
L'euro che si deprezza sul dollaro non fa bene alle tasche degli automobilisti
perchè il petrolio si paga in dollari. Dall'inizio dell'anno l'effetto cambio
ha inciso sul prezzo dei carburanti per circa 8 centesimi al litro.
(Fonti: LaRepubblica,
La
Stampa)
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