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lunedì 16 marzo 2015

Gli effetti positivi e negativi sull’economia italiana di un Euro pari col Dollaro

Funziona il Quantitative easing fortemente voluto dal Governatore della Bce Mario Draghi. Lo Spread è sceso stabilmente sotto quota 90. Ma ci andremo davvero a guadagnare?

Abbiamo da poco imparato cosa significasse il termine Spread, entrato da qualche anno di diritto nei nostri incubi notturni peggio di Nightmare, che da lunedì scorso siamo costretti a imparare un nuovo termine introdotto dai cervelloni della Borsa europea: Quantitative easing. Cosa vuol dire? Tradotto in italiano sta per Alleggerimento quantitativo. E’ il piano di acquisto di 60 miliardi di titoli al mese - gran parte dei quali di Stato - almeno fino al settembre dell'anno prossimo, al fine di dare una scossa al mercato finanziario e una valutazione più competitiva dell’Euro. L’ha voluto fortemente il Governatore nostrano della Banca centrale europea, Mario Draghi, che ha sottolineato fortemente la sua paternità. In effetti la reazione della Borsa è stata molto positiva, per una politica economica avviata dall'autunno scorso, quando si è deciso di abbassare i tassi al minimo storico. Vi è stata anche una revisione delle stime del Pil e una seppur modesta crescita economica, anche grazie al calo dell'euro. Già, l’Euro si sta svalutando avvicinando il Dollaro. Basti pensare che appena un paio d'anni fa il cambio era arrivato a quota 1,5 per biglietto verde, ora si aggira intorno all’1,058. Una parità che, se immediatamente penalizza chi si deve recare in viaggio negli Stati Uniti (ma attira sicuramente visitatori da oltre Atlantico), è generalmente giudicata positiva per l'economia del vecchio continente e in particolare per l'export e per gli investimenti esteri. Vediamo, settore per settore, chi ci guadagna e chi ci perde da questa svalutazione.