E’ IL SORPRENDENTE RISULTATO DEL IV rapporto nazionale «Animali in città» di Legambiente. NESSUN’ALTRA
CITTA’ RAGGIUNGE PUNTEGGIO OTTIMO
La Sanità
campana, si sa, è al collasso. Specie nelle sovrappopolate Napoli e provincia.
Tanti Ospedali sono privi di sufficienti posti letto e non pochi sono i casi di
degenti morti su una barella nei corridoi. Ma la città partenopea vive un
paradosso: è prima in Italia per efficienza nella cura dei cani. Già. Pazienti
trattati come cani e cani come pazienti. Il quadro generale del nostro Paese
che emerge dal IV rapporto nazionale «Animali in città» di Legambiente - ottenuto
avvalendosi della collaborazioni di numerosi enti istituzionali (Comuni, Usl,
ecc.) – è comunque sconfortante.
NAPOLI UNICA CHE HA OTTENUTO UN
PUNTEGGIO OTTIMO - Per conoscere la situazione, Legambiente ha inviato
uno specifico questionario agli enti interessati. Mediante le risposte
ottenute, ha poi formulato una «pagella» e i punteggi mostrano la scarsità dei
servizi di qualità offerti ai quattro zampe e la carenza di informazioni
destinate ai due zampe (noi).
Solo il 35% delle città del campione raggiunge un punteggio
sufficiente (30 punti su 100), il 3,5% (Modena, Ferrara e Verona) raggiunge una
performance buona e il 2,5% ottiene una performance ottima (Terni e Prato),
mentre il restante 59% raccoglie punteggi decisamente insufficienti. Tra le
Aziende sanitarie raggiungono una performance «sufficiente» 22 aziende su 74,
pari al 30% del campione, mentre solo una raggiunge la performance «ottima», e
sapete quale è? Napoli 1 Centro.
LE PRINCIPALI CRITICITA’ - Il
più grave dei problemi rimane quello dei cani vaganti e della gestione dei
canili con relative adozioni, giudicata «fallimentare» e anche qui ci sono
diversità enormi. Deve invece preoccupare tutti il fatto che solo due terzi dei
comuni dichiari di sapere quante e quali siano le strutture autorizzate.
Pessimi poi i dati sulla biodiversità e quindi sulla conoscenza degli animali
selvatici che con l'uomo interagiscono. Qui è notte fonda.
LO SCOPO DEL RAPPORTO - «Con
questo documento» dichiara la direttrice generale di Legambiente Rossella
Muroni «vorremmo dare un concreto contributo alla crescita della corretta
gestione dei milioni di amici a quattro zampe e dell'effettivo rispetto del
loro benessere. Per far ciò, è evidente che le politiche del settore in Italia
devono saper passare da una fase pioneristica, dove solo alcune realtà hanno
saputo costruire esperienze positive, ad una in cui tali esperienze diventino
patrimonio diffuso e pratica viva in tutto il Paese».
L'immagine (utopistica) di un rapporto che tenga conto delle
esigenze umane e del benessere animale, vedrebbe la mancanza di randagismo
canino, le anagrafi degli animali funzionanti e comunicanti fra di loro, la
sterilizzazione delle colonie feline, gli spazi verdi per chi intende
passeggiare con i propri quattro zampe, fino alle finezze quali i sovra o
sottopassi per animali feriti o in difficoltà, in molte nazioni già attuati per
anfibi, volatili con prole o specie che attraversano strade trafficate.
Quello degli animalo d'affezzione è un business redditizzio.
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