LA CITTA' LAGUNARE CONTINUA A PREFERIRE IL TURISMO DI LUSSO
ALLA CULTURA
“Com’è triste Venezia” cantava Charles Aznavour nell’omonima
canzone, riferendosi a un amore finito che la stupenda città lagunare ricordava
al povero protagonista della storia. Ma
Venezia oggi è triste anche per come sia alla mercé del turismo. E non mi
riferisco solo alle tragedie che hanno visto morire un turista tedesco due anni
fa o un'intera famiglia olandese dodici anni fa, a causa del traffico in mare
di gondole e navi (morti così distanti che fanno capire come il problema non
sia stato risolto, ancora oggi). Bensì a una città mortificata dai tavolini con
ombrelloni dei bar siti in ogni angolo, alcuni dei quali ostacolano pure la
visuale di importanti punti panoramici. Per non parlare dei continui negozi di souvenir,
che con la loro merce esposta rendono ancora più ostico il passaggio nei già
stretti vicoletti. Il turismo deve essere una risorsa e non un cappio al collo
per una stupenda città. La deve arricchire e non deturpare. E in questi giorni
perfino una mostra fotografica di un noto fotografo viene umiliata nella città
lagunare in favore delle grandi navi da crociera.
IL FATTO - Quale luogo
migliore di Venezia per allestire una mostra di un grande fotografo sugli
effetti micidiali che ha l'attraversamento della laguna da parte delle grandi
navi da crociera? Sembrava scontato, ma non si erano fatti i conti col
neosindaco della città, quel Luigi Brugnaro, imprenditore eletto in quota al
centrodestra ma che si confessa "l'unico renziano in città".
Il fotografo non ha bisogno di presentazioni: Gianni Berengo
Gardin, per cui era stato prenotato niente di meno che Palazzo Ducale. Tutto
pronto per 18 settembre, ma improvvisamente la data viene spostata d'imperio a
un giorno e un mese (o anche l'anno?) imprecisato.
Pare che il neosindaco pretenda di affiancare alle foto che
documentano i danni altre immagini che immortalano invece... il progetto di
scavo del canale Vittorio Emanuele, ovvero la "soluzione" da lui
sponsorizzata per affrontare il problema delle grandi navi che arrivano fin
davanti piazza San Marco.
IL COMMENTO DI UNA COMPETENTE
- Non c'è nessuno a credere che il fotografo possa accettare l'insulto. «È un
errore, rivelatore di una decisione prepotente e semplicistica - commenta
Andreina Zitelli, docente di valutazione d’impatto ambientale interprelllato da
Il Gazzettino e tra i più accesi avversari del progetto del canale Contorta -
l’arte ha sempre fatto paura: svela la verità in modo immediato e dà la stura,
l'afflato, all'analisi intellettuale. Le fotografie di Berengo Gardin fanno
paura perché l'arte di Gardin rende esplicito, immediato e incontrovertibile
che il passaggio delle Grandi navi é incompatibile con Venezia e incompatibile
con l'ambiente lagunare».
La professoressa inquadra in modo preciso la logica che
muove il sindaco di destra fan di Renzi: «I poteri forti tentano di
"piegare" il potere dell'arte ad un qualunque altro scopo che non sia
l'arte. Ma così facendo questo poteri otterranno l'esatto contrario: si aprirà
la discussione che renderà ancora più esplicito il misero tentativo di
prevaricare sulle ragioni dell'artista».
(Fonte: Contropiano)
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