giovedì 26 novembre 2015

Terrorismo, la Turchia sta con l'Isis

IL PAESE HA DIMOSTRATO PIU' VOLTE DI NON VOLERSI IMMISCHIARE NELLA LOTTA AL GRUPPO TERRORISTICO. L'ABBATTIMENTO DEL CACCIA RUSSO E' LA PROVA DEFINITIVA

A partire dagli anni '90, la Turchia aveva avviato un processo di modernizzazione e di laicizzazione, al punto che a inizio anni 2000 si era parlato più volte di un possibile ingresso nell'Unione europea. In effetti sarebbe bastato recarsi a Istanbul (che ricordiamo non è la capitale ma la città che attrae maggiormente i turisti) due volte, prima degli anni '90 e negli anni 2000, per accorgersi quanto fosse cambiata. Quanto fosse più aperta al turismo di massa.
Poi però, con l'ascesa al potere di Tayyip Erdogan, il Paese è regredito. Tornato a somigliare quasi la vecchio impero ottomano. Erdogan ha riformato la magistratura, chiuso alcune emittenti televisive e giornali a lui avversi, osteggiato il più possibile i partiti di opposizione. Per fortuna, alle ultime elezioni politiche, sebbene abbia aumentato la propria maggioranza in Parlamento, non ha ottenuto quel numero di seggi sufficienti per cambiare la Costituzione. E assicurarsi così il potere perpetuo per i prossimi anni. Per divenire una sorta di nuovo Sultano insomma.

LA CRISI TRA RUSSIA E TURCHIA - Con l'ascesa dell'Isis, poi, la Turchia ha assunto un atteggiamento ambiguo. Ha bombardato i curdi anziché gli jihadisti (eppure i primi li stanno respingendo eroicamente da mesi), ha detto di volersi immischiare nella guerra internazionale al terrorismo solo quando questi ultimi si fossero avvicinati a 40 km dai confini turchi. Infine, ha sempre osteggiato le operazioni militari russe ai confini, fino ad abbattere ieri un caccia russo che eseguiva operazioni militari, con un F-16. Motivo? Aveva sconfinato lo spazio aereo turco. Inoltre, in quella zona ci sono i turcomanni, minoranza siriana di lingua turca che vive nella regione dove è caduto il Sukhoi. Godono dell’appoggio della Turchia e si oppongono al presidente siriano Bashar Assad.
I rapporti tra Russia e Turchia sono diventati tesi dal 30 settembre, ossia quando, su richiesta del presidente Bashar al-Assad, Mosca ha dato il via ai bombardamenti contro i ribelli. Il governo turco sostiene di aver più volte intimato agli aerei di tornare indietro, avendo sconfinato. Ma solo uno dei due lo ha fatto. Vladimir Putin parla invece letteralmente di pugnalata alle spalle.

COSA E' SUCCESSO MARTEDI' - Dopo l'abbattimento dell'aereo, i piloti russi eiettatisi dall'areo colpito sono stati uccisi da milizia turkmena, pagata e sostenuta da Ankara come contraltare ai curdi contro Assad più che contro Isis.
Il Free Syrian Army - nel 2011 abbozzo di milizia laica anti Assad poi di fatto usucapita dal fronte anti Assad dell'islamismo sunnita-salafita post Al Qaeda, cioè da Al Nusra finanziato da Arabia Saudita e Qatar in funzione anti-sciita più che anti Isis - abbatte uno degli elicotteri russi alla ricerca dei piloti eiettati dal velivolo colpito dai turch. Nelle immagini rilasciate si vede benissimo che viene usato un missile anticarro TOW, che nell'armamentario islamista sunnita è presente attraverso forniture dall'Arabia Saudita che arrivano dritte dritte da Washington.

TUTTI CONTRO PUTIN - Ricordiamo anche che la Turchia fa parte della Nato. E quale posizione ha assunto Obama? Nel tardo pomeriggio di martedì ha derubricato l'abbattimento del SU24 a questione tra due paesi che non tocca la coalizione, rendendo chiaro che l'eclissi della leadership USA è totale. Poi ha anche affermato che è giusto che la Turchia difenda i propri territori.
Insomma, ancora una volta si va contro Putin. L'unico – assieme a Hollande, costretto però dalle tragici fatti di Parigi dello scorso 13 novembre – ad impegnarsi concretamente nella guerra militare all'Isis.

E l'Unione europea? Continua nel suo morboso silenzio impostole dalla Merkel. Leonessa quando si tratta di imporre diktat economici in seno all'Ue, ma pecora quando bisogna prendere posizioni in politica estera.

1 commento:

  1. Bell'articolo, un sunto ben spiegato e commentato. Direi comunque che ci siano tante considerazioni da fare anche a monte, più precisamente da quando è stata presa la scellerata decisione (sottobanco, da parte USA) di appoggiare i ribelli contro Assad. Ribelli da cui poi alcuni hanno preso la deriva Al-Qaeda fino a giungere a creare il (o la) Daesh come tutti sappiamo. Non capisco come tutto questo non crei indignazione...

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