martedì 12 gennaio 2016

Lo strano caso dei quattro deputati imbucatisi nel gruppo dei sudamericani: chi sono

L’Unione sudamericana emigrati (Usei) è una delle componenti del gruppo Misto della Camera, ma accoglie solo una sudamericana e quattro riciclati

Nel Parlamento italiano c'è un partito che conta molto fin dalla nascita della Repubblica italiana, sebbene non lo si possa votare. Trattasi del Gruppo misto, dove ci finiscono tutti quei parlamentari che hanno lasciato il proprio partito d'appartenenza senza però aggregarsi ad un altro. Una sorta di limbo che accoglie anime in pena pronte a cambiare casacca nella legislatura successiva.
Il gruppo Misto finisce pure per diventare decisivo, dato che accoglie decine di onorevoli, e si compone di varie componenti. Tra queste c'è l’Unione sudamericana emigrati (Usei), presieduta da Renata Bueno, eletta, lei sì, nella circoscrizione estera del Sud America. Gode di doppia cittadinanza, brasiliana e italiana, candidata a Montecitorio proprio con l’Usei. Formazione abbandonata a inizio legislatura per passare al Maie, ma resuscitata il 30 novembre scorso. Come ci è riuscito? Semplice, accogliendo quattro deputati in cerca d'autore.

I 4 VOLTAGABBANA RAPPRESENTANTI DEL SUDAMERICA – Il gruppo, stando alla Bueno, ha lo scopo di «Evidenziare il contributo degli italiani all’estero (…) La componente è aperta a chi, in piena libertà di coscienza, abbia volontà nell’aiutarmi nell’impegno preso con i miei elettori: la mia personale lealtà al governo Renzi, dimostrata in molte occasioni, potrà così avere maggiore forza nel rispetto dei principi laici e progressisti».
Tutto molto bello dunque. Peccato che a comporla, oltre a lei che ne ha pieno diritto, vi siano deputati che con il Sudamerica abbiano poco da spartire. Al massimo, ci hanno fatto le vacanze, stimano qualche calciatore di quelle parti, o leggono qualche autore originario di quelle zone.
Come racconta il Corriere della sera, essi sono: Nello Formisano è stato eletto con il Centro democratico in Campania. Eugenia Roccella e Vincenzo Piso, invece, erano nelle liste Pdl nel Lazio (poi Ncd). Guglielmo Vaccaro è stato votato dai campani col Pd.
L’America del Sud c’entra poco con l’adesione degli altri deputati. Nella biografia di Vaccaro si legge che «adora i sudamericani Marquez e Borges». Ma è letteratura, la passione politica è orientata all’Europa. «Con la Bueno avevo lavorato nella precedente legislatura su una legge, Controesodo, per incentivi agli italiani all’estero», racconta lui. Che ha lasciato il Pd a maggio, in dissenso con la candidatura di De Luca in Campania, e ora è con Italia Unica. «Con Bueno è nata l’idea della componente. Con Gaetano Quagliariello, poi, abbiamo avuto una convergenza sulla linea». Quella di smarcarsi dalla fedeltà assoluta al governo. Così sono arrivati Roccella e Piso, i centristi che, con Quagliariello, hanno lasciato Ncd proprio accusandolo di essere subalterno a Renzi. Tutti e tre si trovano, adesso, in un gruppo che rivendica «lealtà a Renzi».

COSA PREVEDE IL REGOLAMENTO - Ma perché proprio gli emigrati sudamericani? Alla Camera servono 10 deputati per una componente nel Misto. Ne bastano 3, però, se la componente è riconducibile a una lista che si sia presentata alle elezioni: «L’Usei c’era, l’Idv no», dice Formisano. L’importante è far parte di una componente, per non stare nel Misto da «freelance». Il regolamento della Camera prevede per i gruppi «la disponibilità di locali e attrezzature», oltre a «un contributo finanziario».

Per il gruppo Misto «dotazioni e contributi sono determinati con riguardo al numero e alla consistenza delle componenti politiche». Come spiega il capogruppo del Misto Pino Pisicchio: «Rispetto agli “homeless”, chi ha un sottogruppo ha diritto di parola e possibilità di fare emendamenti maggiori. Il Parlamento non è maggioritario: perfino gli spazi destinati alle componenti sono ripartiti proporzionalmente. Così per il minimo di strumentazione economica fornita ai gruppi: nel Misto il budget va, proporzionalmente, ai sottogruppi, mentre sono esclusi i “freelance”». «Non c’è nessun costo aggiuntivo per la Camera - precisa Vaccaro -. Se avremo locali e attrezzature? Vedremo».

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