I LAVORI PER LA RIQUALIFICAZIONE DEL TORRENTE BISAGNO SONO
FERMI DA TRE ANNI, CAUSA CORSI E RICORSI. OCCORRE RIFARE UN CHILOMETRO DI
SPONDE
A quasi tre anni esatti – era il 4 novembre 2011 – da quell’alluvione
che a Genova provocò la morte di sei persone travolte dalle acque del torrente
Fereggiano, uscito dagli argini intorno all’una (poi esondò anche il torrente
Bisagno), la città lagunare fa i conti con una nuova tragedia. Questa volta,
per fortuna, una sola vittima e qualche ferito, ma tanto spavento e una città
nuovamente che affoga sotto acqua e fango. E ritornano alla mente i fantasmi di
tre anni fa, che portarono alle dure critiche del Sindaco in quota Pd Marta
Vincenzi. Ora come Primo cittadino c’è Marco Doria, in quota Sel. Lo stesso che
non più tardi di dieci giorni fa aveva stigmatizzato la lentezza della
giustizia amministrativa che aveva bloccato per quasi tre anni i lavori che
consentiranno di aumentare la portata del torrente Bisagno nella sua parte
terminale: dalla stazione Brignole alla foce, a ridosso della Fiera del Mare.
Lavori che probabilmente avrebbero evitato questa nuova tragedia. La solita
storia dell’assurda burocrazia italiana e di un territorio fragile.