AFFLUENTE DEL FIUME CLANIO, E’ FAMOSA PER LE SUE DOTI
CURATIVE, SPECIE PER LE MALATTIE DELLA PELLE E LE USTIONI. DI TANTO IN TANTO FA
LA SUA COMPARSA MA ORA SI PREME PER UNA SUA PERMANENTE RINASCITA
Il Comune di Acerra è diventato tristemente famoso da
diversi anni per essere una terra inquinatissima e, come ciò non bastasse,
anche la sede predestinata dell’Inceneritore che serve i Comuni a Nord di
Napoli. Ma anche in tanto degrado la Natura fa miracoli e cerca di dire la
propria nonostante tutto. E così la scorsa estate ha rifatto la sua comparsa la
sorgente del Riullo, affluente del fiume Clanio, le cui sorgive sono
misteriosamente scomparse nel 1985. La sua acqua è famosa per le sue doti
curative e ora alcuni cittadini si stanno impegnando affinché la sua attività
resti permanente, con tanto di riqualifica dell’area naturale in cui si trova.
GIA’ UTILIZZATA DAI ROMANI - E'
la seconda volta che dalle sorgenti del più grande affluente del fiume Clanio,
che ha sempre rappresentato uno degli angoli più suggestivi ed affascinanti
della piana suessolana, sgorgano le acque ricche di elementi solfurei e di
carbonato di calcio. L'ultima volta accadde nell'aprile del 2006, ma dopo
qualche mese il corso d'acqua, che attraversa l'intera area archeologica
dell'antica Suessola, sparì lasciando di nuovo l'alveo secco. Questa volta,
forse complici le abbondanti piogge dello scorso inverno, le acque sembrano
essere presenti in abbondanza.
Le acque di questa sorgente, celebri fin dall'antichità per
le loro proprietà curative spinsero i romani a creare sul posto un complesso
termale i cui scarsi resti, spuntano tra erbacce e rifiuti. Resti archeologici
orrendamente danneggiati dall'incuria e dall'inciviltà umana.
L’IMPEGNO DEI CITTADINI - A
scoprire la ripresa dell'attività sorgiva, come nel 2006, sono stati ancora una
volta i volontari della sezione Archeoclub di Acerra durante un sopralluogo
effettuato nella zona denominata "Collinetta" sita a ridosso dei
ruderi di un santuario extraurbano dell'antica città di Suessola, che già
domenica 19 maggio e 2 giugno organizzarono un sit-in simbolico per
sensibilizzare l'opinione pubblica e per esortare gli amministratori ad
attivarsi affinchè l'intera area interessata fosse liberata dai rifiuti di
varia tipologia sversati illecitamente negli invasi e per evitare il
diffondersi delle infiltrazioni di sostanze tossiche nei terreni circostanti.
Domenica 23 giugno, i volontari e i soci dell'Archeoclub, coadiuvati
da alcuni cittadini di Acerra e di San felice a Cancello, armati di guanti,
falce, rastrelli e decespugliatori, sono ritornati sul sito per ripulire
l'intera area circostante ormai invasa da arbusti, erbacce e rifiuti di ogni
genere. Gli stessi soci dell'Archeoclub, già nel mese di maggio, con una nota
inviata all'Amministrazione comunale lanciarono un appello affinchè venissero
prese iniziative concrete finalizzate a tutelare l'intero patrimonio
archeologico ubicato in località Calabricito.
Il riaffiorare delle sorgenti rappresenta un'occasione
importante per il territorio, già riconosciuto Parco Urbano di interesse
regionale, affinché ritrovi il suo originario assetto idrogeologico e siano
ricostituiti gli ecosistemi che per secoli hanno caratterizzato questo lembo
della piana campana. Ma il rischio di vedere di nuovo essiccate le sorgenti è
reale.
LE TESTIMONIANZE DELLA SUA
PROPRIETA’ CURATIVA - E le storie di casi di guarigione non mancano. Tra
questi il caso di Lucia (nome fittizio), la bambina malata di dermatite alle
mani e ai piedi, che, giocando scalza nelle acque sulfuree, ha visto scomparire
le piaghe che le deturpavano gli arti. “Giocava spesso nelle sorgenti, Lucia,
figlia di una attivista del gruppo di volontari – racconta Mimmo Gaglione (che
ha organizzato un gruppo di volontari per il rilancio della zona) a Retenews24
-. Dopo qualche giorno la mamma si è accorta di un evidente miglioramento,
tanto che abbiamo costruito una sedia di rocce all’interno della fonte affinché
la piccola potesse immergere facilmente anche le mani”. Un caso non isolato.
C’è chi soffre di psoriasi e va a bagnarsi nella sorgente anche due volte al
giorno per avere sollievo dalle pieghe della malattia, a detta di molti medici,
incurabile.
C’è chi va li per guarire da ustioni e scottature. C’è anche
chi usa l’acqua per curare i propri animali domestici. “Gemma, il mio pastore
tedesco era da due anni affetta da piodermite – racconta ancora Michele
Tuccillo, “papà” della cagnolina- Aveva piaghe dolorose sulla coda, schiena e
collo e a nulla è valso portarla in due cliniche veterinarie. Ho quindi deciso
– continua Michele – di farle il bagno nelle acque del Riullo e abbiamo notato
da subito evidenti miglioramenti. Ho così preso secchi di acqua sulfurea per
poter lavare a casa Gemma. In 15 giorni è del tutto guarita”. Ma non c’è solo
acqua “salva pelle” nel Riullo. “C’è una vegetazione selvaggia e bellissima e
piante curative quasi introvabili – conclude – Tra queste la Chelidonia,
classificata tra le erbe fitoterapiche. Sono un oasi da riscoprire e da far
conoscere, un vanto per Acerra e per l’intera regione”.
Un’ennesima storia che fa male. Che ci ribadisce ancora una
volta quanto la nostra Campania sia ricca di risorse naturali e culturali non
sfruttate, abbandonate a se stesse, maltrattate dall’ignoranza e
dall’opportunismo abietto dell’uomo. Gli esempi sono ormai tanti, troppi.
Il rilancio dell’area in cui ricade il Riullo porterebbe al
rilancio di un’intera comunità, quella acerrana, mortificata da anni dal problema
rifiuti. Una zona dalle alte potenzialità naturalistiche ma anche storiche,
visto che, come detto, lì vicino è possibile apprezzare resti archeologici
risalenti agli antichi romani. E invece chi di dovere bene ha pensato di
“donare” ad Acerra pure un Inceneritore (chiamato Termovalorizzatore per
placare gli animi); degna chiosa di una storia triste.
Su questa pagina
Facebook potete apprezzare alcune foto relative alle sorgenti del Riullo,
chiamato anche "O' Pontett". Mentre qui di seguito potete guardare un video della sorgente da me girato:
(Fonti: Youtube, Retenews24)
Ma dai non ci credo ... In ogni caso mi viene da pensare che siamo rovinati proprio...
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