TRATTASI DEL ddl
Concorrenza, che approderà in Consiglio dei ministri il 20 febbraio. PROSEGUE
SULLA SCIA DEI PRECEDENTI GOVERNI
Rc auto,
incubo degli automobilisti, specie in alcune zone del Paese (a Napoli e
provincia si rasenta la vergogna), anche per i cittadini onesti. I quali,
nonostante non facciano incidenti da anni, si ritrovano aumenti ogni anno. Come
i Governi precedenti, anche l’esecutivo in carica annuncia nuove disposizioni,
contenute nel ddl Concorrenza che approderà in Consiglio dei ministri il
prossimo 20 febbraio. Ma in un articolo su Il
Fatto quotidiano vengono già evidenziati i punti critici.
LA QUESTIONE LESIONI – L’esperto
interpellato dal giornale afferma che “il governo ancora una volta cerca di
limitare la tutela risarcitoria nei sinistri stradali ai soli casi in cui le lesioni
micro permanenti siano state accertate strumentalmente. Insomma, continua
l’ipocrisia dell’esecutivo che da un lato esige dai danneggiati accertamenti
che nessun ospedale può permettersi di fare e dall’altro lato taglia sulla
sanità: si pretende una prova impossibile e inutile ai fini terapeutici”.
Peggio ancora, sulle tabelle per valutare le lesioni più gravi come la perdita
di un art, “il governo si è accorto di essere decaduto dalla delega e quindi si
concede nuovi termini”.
Nel mirino dell’esperto c’è, in particolare, un comma di tre
righe inserito nel secondo articolo del capo I del ddl, messo a punto dal
ministero dello Sviluppo economico. Comma che dà “tre mesi dall’entrata in
vigore della presente legge” per emanare il decreto del presidente della
Repubblica previsto dall’articolo 138 del Codice delle assicurazioni entrato in
vigore nel 2006. Il Codice delegava il governo a “predisporre una specifica
tabella unica delle menomazioni alla integrità psicofisica comprese tra dieci e
cento punti (le più gravi, ndr) e del valore pecuniario da attribuire ad ogni
singolo punto di invalidità“. Nel 2012 il governo tecnico di Monti ha varato le
nuove tabelle per le microlesioni - la stragrande maggioranza di quelle che derivano da sinistri stradali –
stabilendo, a tutto vantaggio delle compagnie, che sarebbero state risarcite
solo a fronte di costosi accertamenti strumentali. Risultato: un crollo
dell’ammontare dei danni liquidati e un notevole risparmio per le società
assicuratrici. Le tabelle per i danni gravi, invece, non sono mai state
approvate e nel frattempo la delega è scaduta. Ma il ddl la “resuscita”
riportando indietro le lancette e concedendo, appunto, altri tre mesi di tempo
per vararle. “Non dubito che questo governo, una volta conseguita la nuova
delega in bianco, procederà poi tempestivamente a fare le tabelle con i soliti
regali alle assicurazioni”, chiosa Bona.
“Regali” concessi in un contesto già tutt’altro che
sfavorevole per le compagnie, visto che, stando a un confronto sull’Rca in
Europa diffuso dalla stessa Associazione nazionale delle imprese di
assicurazione (Ania) nel marzo scorso, gli automobilisti italiani nel
quadriennio 2008-2012 hanno pagato in media 231 euro in più rispetto a
francesi, spagnoli, tedeschi e inglesi: 491 euro contro 278.
LA QUESTIONE TESTIMONI - Altro
punto critico è quello che riguarda la limitazione al numero di testimoni
ammissibili in giudizio: il testo stabilisce che l’identificazione “deve essere
comunicata entro il termine di presentazione della denuncia di sinistro”.
“Inaccettabile“, secondo Bona, perché “si vuole punire tutti per colpire
alcuni”, cioè quelli che in effetti truffano le compagnie con la complicità di
falsi testi. In più “ritorna il tentativo di creare problemi a chi si sia fatto
riparare il veicolo da carrozzerie non convenzionate con assicurazioni:
risarcimento più difficile e ridimensionato”. Mentre è favorito chi si fa
riparare la macchina da un’autofficina scelto dalla compagnia: il cosiddetto
“risarcimento in forma specifica”. Cosa che però, secondo le associazioni
nazionali dei carrozzieri (che non a caso hanno preparato una controproposta),
lungi dal favorire la concorrenza permetterebbe alle compagnie di incidere
sulla formazione dei prezzi delle riparazioni fino ad imporre tariffe orarie e
tempi di lavorazione. Insomma: le carrozzerie diventerebbero terzisti degli
assicuratori.
LA QUESTIONE SCATOLA NERA - Dulcis
in fundo, rispuntano anche gli sconti per chi accetta di installare sull’auto
(a proprie spese, si intende) una scatola nera che ne registri i movimenti e la
velocità o un dispositivo che impedisce l’avvio del motore “a seguito del
riscontro di un tasso alcolemico superiore ai limiti”. La riduzione del premio
dovrà essere “significativa“, impone il testo della bozza, senza però
quantificarla. A decidere l’ammontare – nel caso il testo passi così com’è –
saranno le compagnie, che nel frattempo avranno comunque incassato la
possibilità di monitorare passo passo gli spostamenti dell’assicurato.
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