Come la regione meridionale, anche quella adriatica è stata
oggetto di traffici illegali e di silenzi lunghi anni
Da “Campania felix” a “Terra dei fuochi”. E’ questo il
triste presente che spetta alla Campania, il cui territorio, specie tra Napoli
e Caserta, è stato stuprato per anni da affaristi senza scrupoli, che hanno
portato lì rifiuti tossici dal Nord. Carmine Schiavone, boss pentitosi a metà
anni ’90 scomparso qualche settimana fa, aveva
svelato già tutto nel 1997 alla Commissione Parlamentare Bicamerale
“d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse”.
Ma le sue rivelazioni sono sempre rimaste secretate, fino a qualche mese fa
grazie a un intervento del Presidente della Camera Laura Boldrini. Del resto,
se fossero state rese note, quelle pagine sarebbero state una bomba sulla
politica italiana, visto che nel traffico vi erano implicate giunte di
centrosinistra e centrodestra. Nel frattempo, in
quei territori si è continuato a morire e si muore ancora. Ma non solo la
Campania è stato oggetto di questa devastazione ecologica. Si pensi
all’Abruzzo, anch’essa custode, suo malgrado, di bombe ecologiche nel proprio
sottosuolo.
LA SITUAZIONE - Sulla
Trignina, a non molta distanza dal confine molisano con l’Abruzzo (e ricordiamo
che proprio il fiume Trigno divide le due Regioni), un vero e proprio
“triangolo della morte” è stato alimentato dalla camorra. Abbiamo raccolto (le
alleghiamo a questo comunicato) gli stralci e le pagine dei rapporti della
Commissione Parlamentare sull’Abruzzo. Probabilmente qualcosa è sfuggito, ma
sono ben 12 le pagine riempite. Pagine fitte di atti, fatti, nomi, circostanze,
inchieste, sversamenti illegali che avvelenano e deturpano la terra d’Abruzzo.
E non si pensi siano tutte vicende superate, ormai legate ad
un remoto passato. Perché le “bombe ecologiche” sono lì e, negli anni, la
Rifiuti SpA ha continuato nei suoi sporchi traffici. Nel settembre 2011
presentammo un corposo dossier sulle inchieste e sui traffici illeciti dei
rifiuti in Abruzzo. La stragrandissima maggioranza non erano di 10 o 15 anni
prima ma molto più recenti. E moltissime erano di quei mesi e anni. Ma la
“Terra dei fuochi”, come già scritto, non è soltanto la storia di alcuni reati
in serie. E’ molto di più. La Rifiuti SpA è stata, ed è ancora, il braccio
armato e venefico di un coacervo di interessi che legano a doppio filo
organizzazioni criminali, politica, istituzioni infedeli, imprenditoria,
massoneria, corruzione. Di tutto questo non abbiamo ancora riflessione,
analisi, totale conoscenza. Ancor di più in Abruzzo. Una regione dove le mafie,
come abbiamo ricordato anche recentemente, agiscono da decenni (gli omicidi
Maisto, Ferretti e Fabrizi son ormai di più di vent’anni fa!). Dove la
massoneria “deviata” compare improvvisamente nelle cronache, per poi
“inabissarsi” nuovamente. Cercando sul web si trova qualcuno che sembra voler
denunciare una sua presunta influenza. Ma mai si è riusciti ad andare fino in
fondo, a fare piena e totale luce. La Procura Nazionale Antimafia ha recentemente
illustrato il suo annuale rapporto. Si legge nel rapporto, dopo la meticolosa
ricostruzione delle piovre che agiscono soprattutto nel traffico di
stupefacenti, prostituzione, ricostruzione aquilana, caporalato e sfruttamento
del lavoro nero, che “si è avuto modo di comprendere la stretta connessione
rilevabile tra infiltrazioni della criminalità organizzata e corruzione”. E’ un
passaggio riferito alla ricostruzione post terremoto ma che getta inquietanti
ombre sulla gestione della “cosa pubblica” in Abruzzo.
L’INCHIESTA DI ANTONIO MUSELLA
- Le 12 pagine relative all’Abruzzo
della Commissione Parlamentare, i traffici anche successivi a quegli anni e
cronologicamente molto più vicini, la presenza di temibili “bombe ecologiche”,
il coacervo di interessi criminali che sono a capo della Rifiuti SpA,
andrebbero analizzati, studiati, diffusi, conosciuti.
Ma purtroppo non è ancora così. Come già scritto nelle righe
precedenti, sono ben poche le voci che si son levate. Deve far riflettere ogni
coscienza civile, ogni “schiena dritta”, ogni persona libera e innamorata del
territorio in cui viviamo. Una delle inchieste più approfondite e con
conoscenza dei fatti è venuta da Antonio
Musella. Come sottolinea l’Associazione Antimafie Rita Atria e PeaceLink Abruzzo,
Antonio merita un ringraziamento pubblico, dalla Campania è giunto in Abruzzo
ed ha studiato quel che è accaduto, riportandolo in una sua video inchiesta.
Sarebbe importante per questa Regione se tanti altri riescano a seguire il suo
esempio e a fare la stessa cosa. La “Terra dei fuochi” è anche qui. E non è
facendo finta del contrario che la si elimina.
(Fonte: Contropiano)
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