DA NORD A SUD SONO TANTI I SITI CULTURALI CHIUSI AL PUBBLICO
L’Expo si avvicina, tra padiglioni
ancora incompleti, scandali
giudiziari e un sito che lo pubblicizza alquanto
ridicolo. Una vetrina internazionale che però per il nostro Paese suona
anche come paradosso, se si considerano i tanti siti culturali chiusi al
pubblico da anni. Senza poi considerare quelli abbandonati a se stessi, come
gli Scavi
di Pompei, la
Reggia di Caserta e il Tempio
di Kaulon. Ma la lista potrebbe proseguire ancora e ancora.
I TANTI MUSEI CHIUSI AL PUBBLICO
- A Roma il Museo della Civiltà Romana e il Planetario sono chiusi da un anno
per lavori di ristrutturazione di cui nessuno sa quando inizieranno né quando
termineranno. E' chiuso per lavori il museo archeologico di Verona e si è
sventato per un soffio ieri l'accorpamento dovuti ai tagli del Miur della
scuola di ceramica di Capodimonte, un istituto professionale unico erede della
grande tradizione partenopea della ceramica di Capodimonte, che avrebbe dovuto
confluire in un istituto professionale di Scampia.
Ha avuto lo sfratto la fabbrica di tessuti di San Leucio aCaserta, fiore all'occhiello dell'industria borbonica che ancora oggi può
vantarsi di aver arredato il Quirinale, il Vaticano e perfino la Casa Bianca.
Chiuso la scorsa primavera il Museo Fotografico del cinema a Matera che sarà
capitale della cultura nel 2019 ma dove non si potranno più vedere le immagini
del Vangelo secondo Matteo girato lì da Pasolini, un pezzo di storia del
cinema
italiano. Sono chiusi anche il Museo di Trinitapoli, in Puglia, un incredibile
luogo dove ci sono delle caverne che risalgono all'età del Bronzo dove gli
abitanti dell'epoca andavano a officiare riti sacri. Chiuso il museo
dell'intreccio di Castelsardo, una fortezza medievale dove sono esposti i
prodotti di un'antica tradizione locale di cesti, canestri, crivelli e setacci.
E poi un lungo elenco di altri luoghi, dal Museo dell'Artiglieria a Torino al
Museo della Resistenza a Trieste, dal Museo Botanico della Lessinia al Museo
Fotografico Alinari di Firenze o i Musei Archeologici di Isernia e di
Forlì.
Poi ci sono i tanti monumenti sparsi in modo incustodito
nelle città, che finiscono pure preda
di tifosi stranieri esagitati e alcolizzati.
L'opinione dei lettori su Expo 2015 a Milano varia a seconda della fascia d'età. Per gli Under 35 è una manifestazione importante, mentre tra gli adulti prevale leggermente un senso negativo nei suoi confronti. Situazione paritaria per gli Over 55.
(Fonte: La
Stampa)
Che c'entra? L'expo serve per la grana. I musei invece sono una questione di cultura. E come disse l'illustre Tremonti, in unità col suo mentore Berlusconi, "con la cultura non si mangia".
RispondiEliminaLa Destra è becera e ignorante, però pragmatica.
l'expo non e' altro che un enorme ammasso di cartongesso costato milioni di euro e tra 6 mesi non rimarra' nulla. E come buttare milioni di euro per pisciare a vento non rimarra; nulla. I musei ammesso che gli si diano fondi rimarranno per sempre.
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