324 vittime e circa
3.700 soldati ammalati: questi sono i numeri della strage silenziosa di
militari italiani uccisi dall’uranio impoverito
L'uranio
impoverito sta facendo più vittime tra i soldati italiani delle missioni stesse
in cui sono impegnati. Il bilancio diramato dall'Osservatorio militare è
proprio quello di una guerra: 324 vittime e circa 3.700 soldati ammalati. E
pensare che molti di questi soldati sono stati impegnati in cosiddette
''missioni di pace''.
STEFANIA STELLACCIO, ULTIMA VITTIMA
- Ultima vittima in ordine di tempo è la salernitana Stefania Stellaccio,
uccisa da un cancro al cervello causato dall’esposizione all’uranio impoverito.
Così la ricorda l'Osservatorio: “Soldato
esemplare, ragazza solare, era nota nell’ambiente militare come la soldatessa
che giocava a nascondino con i bambini della guerra. Cercava di distrarre i
bambini dalla violenza della guerra, anche questo significa essere soldati italiani.
Evidentemente però lo spirito di abnegazione e la gioia del proprio
lavoro/dovere non trovano altrettanto riscontro verso le istituzioni che
dovrebbero tutelarli. In meno di un mese 5 morti, 5 giovani vite spezzate da un
male derivante certamente dall’esposizione all’uranio impoverito. Su questo non
ci sono dubbi”.
E pensare che solo qualche settimana fa, a cavallo di
Natale, erano morti altri due soldati: Gianluca Danise, impegnato a Nassyria e morto
a soli 43 anni per un cancro, e Giovanni Passeri, 41 anni, morto ufficialmente
per un tumore ai polmoni.
IL SILENZIO DI POLITICA E
ISTITUZIONI - Politica e istituzioni tacciono sul problema, non si
espongono. Come sempre accaduto in Italia quando si tratta di scontrarsi con le
istituzioni militari, anche quando il problema assume connotati così gravemente
evidenti. Proprio in questi giorni si è avuta l’ennesima condanna per il
Ministero della Difesa ottenuta dall’avv. Angelo Fiore Tartaglia e
dall’Osservatorio Militare, che da anni hanno individuato, studiato ed
affrontato giuridicamente il problema. Piccole vittorie e riconoscimenti, che
però non rendono di certo giustizia alle centinaia di soldati morti e a quanti
sono gravemente malati. Dal 2010 sono partiti anche dei risarcimenti ai
familiari delle vittime da uranio impoverito.
COS'E' L'URANIO IMPOVERITO –
Di uranio impoverito abbiamo cominciato a sentire dalla fine degli anni '90,
quando sono iniziate le prime denunce di soldati malati. Molti furono impegnati
nella ex Jugoslavia, a punto che si parlò di ''Sindrome dei Balcani''.
Esso è ottenuto come scarto del procedimento di
arricchimento dell'uranio. La miscela di 235U e 238U, con arricchimento
maggiore in 235U della concentrazione naturale (0,7110%), costituisce l'uranio
arricchito utilizzato come combustibile nelle centrali nucleari e come
principale elemento detonante nelle armi nucleari.
Il materiale risultante consiste principalmente in 238U, che
ha una minore attività specifica dell'uranio naturale. Il termine è una
traduzione dall'inglese depleted uranium, che a volte viene tradotto
gergalmente con il termine uranio depleto. Il terzo isotopo naturale
dell'uranio (234U), si concentra a sua volta nell'uranio arricchito e si
disperde nell'uranio impoverito. L'estrazione, a partire dall'uranio contenuto
in minerali naturali, avviene in diversi modi, ed il risultato finale è un
prodotto in cui la percentuale di 235U è più bassa che nel materiale originale
(passa dallo 0,7110% allo 0,25-0,4%).
Da 12 kg di uranio naturale si ottengono all'incirca 1 kg di
uranio arricchito al 5% di 235U e 11 kg di uranio impoverito. Quasi tutto
(circa il 95%) l'uranio impoverito è conservato sotto forma di esafluoruro di
uranio (UF6), in cilindri stoccati all'aperto, per evitare il pericolo di
accumulo di acido fluoridrico in caso di incidenti.
CONSEGUENZE DELLE ESPOSIZIONI
E UTILIZZO - L'esposizione sia a composti
chimici di uranio impoverito sia di uranio naturale può, in generale,
indipendentemente dalle sue proprietà radioattive causare danni ai reni,
pancreas, stomaco/intestino.
Mostrare effetti citotossici e carcinogeni in animali.
Causare effetti teratogeni in roditori e rane (in contatto con sali di uranio
disciolti in acqua) e in umani in contatto con polveri di uranio naturale ed
impoverito.
In campo militare, l'uranio impoverito viene utilizzato nei
proiettili e i primi a scoprirne l'uso furono gli americani negli anni '70. Sono
stati usati nella prima Guerra del Golfo, in Bosnia-Erzegovina, nella guerra
del Kosovo e nella Operazione Enduring Freedom, in misura minore.
Viene utilizzato anche nell'industria civile. Si pensi a alla
schermatura dalle radiazioni (anche in campo medico), come contrappeso in
applicazioni aerospaziali, per le superfici di controllo degli aerei (alettoni
e piani di coda), e navali. Esso è usato anche nei pozzi petroliferi come parte
delle sinker bars, cioè pesi usati per fare affondare strumentazioni nei pozzi
pieni di fango. È usato anche nei rotori giroscopici ad alte prestazioni, nei
veicoli di rientro dei missili balistici, negli yacht da competizione come
componente della deriva, nelle frecce per il tiro con l'arco, e nelle mazze da
golf.
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