INGEGNERE MECCANICO, HA IDEATO AUTO DI SUCCESSO SPECIE NEGLI
ANNI ’60. SCOMPARE A 86 ANNI
Ieri ci ha lasciati il Cavaliere del Lavoro Sergio
Pininfarina, figlio dello storico carrozziere Gian Battista «Pinin». Ingegnere
meccanico, ha ideato specie negli anni ’60 molti modelli di grande valore, con
la Pegeout prima e l’Alfa romeo poi. E’ stato nominato Senatore a vita dal
Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il 23 settembre 2005. È stato
anche presidente della Confindustria dal 1988 al 1992 e deputato al Parlamento
europeo dal 1979 al 1988.
LA CARRIERA E I MODELLI CHE PORTANO
LA SUA FIRMA - Nel 1950 aveva preso il timone dell'azienda nel 1961, gli
anni della sperimentazione e della collaborazione con diverse case
automobilistiche straniere, tra cui la francese Peugeot. E' con lui che
l'impresa di famiglia, con i connotati di un'impresa artigianale diventa a
tutti gli effetti una realtà industriale. Gestisce infatti il processo di
industrializzazione del gruppo di Grugliasco (i nuovi stabilimenti si
stabiliranno qui nel 1967), stringendo accordi con alcuni colossi dell'auto.
Passaggio che precede di un anno il suo arrivo alla cloche di comando, con la
produzione per conto della Alfa Romeo di 27.000 Giulietta Spider nata in
Pininfarina, ispirandosi a quella che è sempre stata considerata uno dei
capolavori assoluti del design dell'auto, la Lancia Aurelia B24. Ma è proprio
nel decennio '60 quello che segna la creazione di alcuni tra i modelli più
famosi, come l'Alfa Romeo Spider "Duetto", la Lancia Flaminia, Lancia
Flavia coupé, la Dino 246 e le Fiat "124 Sport Spider", "Dino
Spider".
L’APPRODO IN BORSA - Nel 1986
l'azienda decide un ulteriore salto di qualità con la quotazione delle sue
azioni in borsa, mentre le sue attività produttive sono rivolte verso altri
modelli che hanno fatto la storia dell'automobile, tra i quali Ferrari
Testarossa, Alfa Romeo Spider, Fiat Fiorino, Lancia Thema Station Wagon e molte
Peugeot. Per quanto riguarda il reparto design e progettazione sono di questi
anni nuovi accordi all'estero con Daewoo, Cadillac (ad esempio la Cadillac
Allanté), Bentley e Mitsubishi.
Con lui se ne va uno degli ultimi pezzi rimasti in vita di
quel Made in Italy geniale e innovativo invidiatoci da tutto il Mondo. Una
creatività oggi sempre più messa nell’angolo dall’imprenditoria italiana,
interessata esclusivamente a ben altri obiettivi, su tutti ovviamente il
profitto.
(Fonte: Corriere
della sera)
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