CARENZA DI AULE SOPPERITA CON UNA STRUTTURA TEMPORANEA SUL
PRATONE. STUDENTI INDIGNATI
No, a Roma non è tornato Gheddafi a dare lezioni sull’Islam
e ad essere accolto con tutti gli onori da Berlusconi. Come sappiamo il Raìs è
passato a miglior (o peggior) vita. Ma purtroppo si tratta di un’assurda
iniziativa per risolvere la carenza di aule da parte della più importante ed
affollata Università italiana: La Sapienza di Roma. Sul vasto prato antistante
la Facoltà di Giurisprudenza sono stati montati enormi tendoni, che ospiteranno
le lezioni e gli esami di Diritto privato e Procedura civile.
LE DIFFICOLTA’ - Tutto
questo, nonostante l'iniziativa presa dalla facoltà guidata dal professor
Giorgio Spangher, ordinario di Diritto processuale penale in carica dalla
primavera scorsa, tenti di risolvere almeno in parte il problema del continuo
peregrinare degli studenti da una sede all'altra, aggravato dallo sfratto
dall'ex Palazzo delle Poste del quartiere San Lorenzo (in cattive condizioni e
quindi in attesa di una robusta ristrutturazione) e in vista del completamento
degli «eterni lavori» per realizzare un piano rialzato nell'edificio storico
che ospita la facoltà di Giurisprudenza, dove gli interventi di ampliamento
sono stati deliberati e finanziati (almeno in parte) nel 2007, per poi iniziare
un iter costellato di ritardi, intoppi e persino una sciagura: l'incidente sul
lavoro che causò la morte di un operaio, il 22 dicembre del 2010.
E allora, come rimediare? Se nuovi spazi non ce ne sono, se
le strutture periferiche non bastano più (ci sono studenti di Giurisprudenza
che seguono lezioni e altre attività didattiche in trasferta, persino nelle
aule di Medicina legale e di Matematica), «allora c'è subito da realizzare una
struttura completamente nuova, ma temporanea», hanno pensato i vertici
dell'ateneo a maggio scorso, alla vigilia dell'approvazione della delibera
della discordia. «La tensostruttura servirà soltanto a tamponare l'emergenza,
in vista dell'avvio del prossimo anno accademico. Subito dopo, quando ci
saranno nuove aule nelle sedi rimesse a posto, verrà smantellata», assicurano
dal rettorato della Sapienza.
LA PROTESTA DEGLI STUDENTI - Ma
gli studenti non ci stanno, non vogliono aspettare né rinunciare a quello
spazio, al loro pratone. «Hanno approfittato dell'estate e dei viali vuoti per
montare questa struttura. Altrimenti ce ne saremmo accorti subito e ci saremmo
opposti in ogni modo. Ma non molliamo», assicurano. Adesso il terreno di
scontro, il campo di battaglia, sarà proprio quell'immenso prato verde davanti
a Giurisprudenza.
«Buttano il denaro in lavori inutili e poi ci mettono in una
tenda, come i terremotati. Nascondendo il pratone, per giunta», si sfogano gli
studenti che fanno capo all'associazione Link. Perché la decisione del
consiglio d'amministrazione della Sapienza, presa il 10 luglio scorso
sfruttando l'atmosfera svagata dell'estate, di realizzare un tendone per
tentare di colmare il problema della carenza di aule e spazi per la didattica,
agli studenti proprio non piace. «Giù le mani dal pratone» è lo slogan della
mobilitazione che corre già sui social network, su Facebook e su Twitter, dove
l'hashtag più gettonato è «Addio pratone», seguito da «Più prati, meno Frati»,
invettiva che coinvolge direttamente il rettore della Sapienza, Luigi Frati,
finito spesso nel mirino delle associazioni studentesche, soprattutto per la
questione dei parenti al lavoro nello stesso ateneo.
E pensare che La Sapienza è il polo accademico con più
iscritti, dunque più introiti e carichi di responsabilità. Proprio
Giurisprudenza conta 11 mila iscritti, sul totale che sfiora i 145 mila. Alla
Sapienza “c’è un grande prato verde dove nascono speranze”, si organizzavano
proteste, ci si conosceva e si scambiavano esperienze. Ora ci hanno piazzato
dei tendoni, come se ci fosse stato un terremoto: quello degli sprechi e
dell’incompetenza.
(Fonte: Corriere
della sera)
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