LA CREAZIONE DELLA SOCIETA’ CAI 4 ANNI FA, NON HA RISOLTO I
PROBLEMI DELLA COMPAGNIA DI BANDIERA
Alitalia rischia di nuovo di precipitare e minaccia nuovi
tagli al personale, quantificati in ben 690 unità. La nuova riduzione del
personale, secondo quanto riportano fonti sindacali, colpirà 300 assistenti di volo, 300 dipendenti di
terra e 90 addetti alla manutenzione. Alcuni tagli furono già eseguiti nel 2008
(Piano Fenice), con la promessa di un riassorbimento o un accompagnamento alla
pensione mai verificatisi. A questi tagli vanno aggiunti quelli previsti dal
2011, ben 4200.
IL NUOVO PIANO DEL CAI - Col nuovo piano del Cai sono così in arrivo
altre riduzioni: 4200 come detto, tra piloti, assistenti di volo, addetti al
check-in e al carico e scarico bagagli (il cosiddetto handling) per i quali “il
rapporto di lavoro (con la ex compagnia di bandiera, ndr) – si legge nella
lettera inviata il 30 settembre 2011, dai tre commissari straordinari succeduti
ad Augusto Fantozzi – è da intendersi risolto alla data del 13 ottobre 2012”.
Per loro dunque scattano adesso le procedure di mobilità: il preludio alla conclusione
del rapporto di lavoro. “Dall’incontro con i rappresentanti dei lavoratori è
stato escluso l’Usb Trasporto aereo,
“che rappresenta il 5% dei lavoratori Alitalia”, spiega il segretario nazionale
Usb Andrea Cavola, ”ma prima
dell’azzeramento – sottolinea- quando ci vennero cioè tolti i diritti
sindacali, ripresi da meno di 8 mesi, avevamo oltre 2000 iscritti, risultando
così essere il secondo sindacato in Alitalia”. L’esclusione, ha commentato
Cavola, dimostra che “Alitalia è come la Fiat: si sceglie i sindacati lasciando
fuori quelli più scomodi”.
IL FALLIMENTO DELLA PRIVATIZZAZIONE
- “Le conseguenze della privatizzazione e del passaggio a Cai sono sotto gli
occhi di tutti”, dice il deputato e capogruppo Pd in commissione Trasporti alla
Camera, Michele Meta. “Ancora oggi – ha aggiunto – ci troviamo a fare i conti
con una compagnia in grave difficoltà, come hanno ammesso gli stessi vertici
della società, e con il dramma di migliaia di lavoratori sull’orlo del baratro.
Se si fossero legate le sorti dell’ex Alitalia ad un vettore internazionale
avremmo resistito meglio alla crisi del settore aereo, presente ovunque ma
drammatica in Italia. Avremmo inoltre garantito ben altre prospettive anche per
quei 4500 cassintegrati Alitalia che sono stati abbandonati al loro destino”.
Dunque i problemi di Alitalia non furono certo risolti con
il commissariamento presentato in pompa magna quattro anni fa. Col nuovo piano
di esuberi arriviamo a oltre 5mila dipendenti messi fuori in 4 anni. La nostra
compagnia di bandiera è avviata da anni a un lento declino e molto
probabilmente si schianterà del tutto come accaduto alla spagnola Spanair. Il
piano Cai è servito solo a dare un lauto stipendio ai commissari chiamati alla sua
gestione straordinaria.
(Fonte: Il
Fatto quotidiano)
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