A 43 ANNI HA ANNUNCIATO DI FARLO A FINE MONDIALE
Dopo un primo ritiro nel 2006 a cui fece seguito un
ripensamento nel 2009, Michael Schumacher ne annuncia un altro; questa volta
definitivo. Del resto non potrebbe essere altrimenti, avendo il campione
tedesco ormai 43 anni ed essendo reduce da un ritorno non certo brillante.
Resta comunque il pilota più titolato, con 7 Mondiali vinti.
LE PRIME CORSE - Michael
Schumacher nasce a Hermülheim il 3 gennaio 1969. Iniziò la carriera all'età di
quattro anni, alla guida di un kart sul circuito di Kerpen, gestito dal padre.
Nel 1984 venne contattato da un imprenditore della zona, Jürgen Dilk, rimasto
impressionato dal ragazzino, che decise di aiutare economicamente; negli anni
seguenti il tedesco vinse il titolo Junior tedesco e il campionato europeo a
Göteborg (Svezia). Nell'ultima gara avvenne un episodio singolare: proprio
all'ultima curva dell'ultimo giro, Zanardi e Orsini presero male la curva,
facendo così un fuoripista e regalando a Schumacher non solo la vittoria della
gara, ma anche il campionato.
Nel 1988 passò dai kart alle monoposto delle classi
superiori. Sempre grazie a Dilk, partecipò al campionato di Formula Ford
tedesco e a quello europeo: si piazzò rispettivamente sesto e secondo, in
quest'ultimo alle spalle di Mika Salo. Ma nello stesso anno venne aiutato anche
da Gustav Hoecker, concessionario del marchio Lamborghini, a gareggiare in
Formula König, serie addestrativa che utilizzava telai e motori della Formula
Panda italiana: vinse nove gare su dieci laureandosi facilmente campione. Il
passaggio scontato per Schumacher sarebbe stato la Formula 3, ma Dilk gli fece
capire di non potersela permettere.
Ma nel 1989, Willi Weber, proprietario di un team, stupito
dalle capacità del giovane pilota tedesco, decise di fargli siglare un
contratto biennale per gareggiare in Formula 3. Schumacher chiuse il campionato
tedesco al secondo posto, battuto di un solo punto da Karl Wendlinger.
Nel 1990 continuò a gareggiare nel campionato tedesco di
Formula, laureandosi campione, vinse inoltre due prestigiose gare
internazionali della medesima categoria: il Macao e Gran Premio del Monte Fuji.
Verso la fine della stagione, come i suoi rivali Heinz-Harald Frentzen e Karl
Wendlinger, siglò un contratto con la Mercedes per pilotare le proprie vetture
impegnate nel Campionato mondiale sportprototipi di Gruppo C, sotto la
direzione di Peter Sauber, venne così creato un Junior Team Mercedes, vivaio di
giovani talenti dell'automobilismo tedesco. Schumacher partecipò all'ultima
prova stagionale del mondiale prototipi, la 480km di Città del Messico, alla
guida della Mercedes-Benz C11 vinse subito al debutto, in coppia con Jochen
Mass.
L’ARRIVO ALLA BENETTON - Schumacher
debuttò in Formula 1 nel 1991 al volante della Jordan. La squadra irlandese,
rivelazione della stagione, ebbe necessità di sostituire nel Gran Premio del
Belgio (circuito di Spa) Bertrand Gachot, in stato di arresto a Londra. La
Mercedes lo girò quindi al team di Eddie Jordan per 150.000 dollari.
La prestazione in Belgio attirò l'attenzione di Flavio
Briatore, direttore della Benetton, che gli offrì subito un contratto, che
portò Schumacher ad affiancare Nelson Piquet. La questione contrattuale con il
team Jordan venne chiusa con il trasferimento alla squadra irlandese della
seconda guida della Benetton, Roberto Moreno. Nella successiva gara di Monza
Schumacher andò subito a punti davanti al suo compagno di squadra. Nelle
rimanenti gare della stagione andò altre due volte a punti dimostrando che la
Formula 1 aveva appena conosciuto una futura promessa.
Col team italiano (passato nel 2001 alla Renault), il pilota
tedesco fece vedere tutto il suo talento: nel Mondiale del ’92 si piazzò terzo
nella classifica piloti, per poi vincere i due mondiali nel ’94 e nel ’95.
I SUCCESSI CON LA FERRARI –
Nel ’95 Schumacher prese la decisione di accettare l'offerta della Ferrari -
impegnata nella propria ricostruzione per tornare a vincere dopo circa 17 anni
di digiuno - e in estate firmò un contratto biennale per il team di Maranello.
Nel Mondiale del 1996 ottenne un terzo posto, dato il
dominio della Williams, apparsa nettamente superiore al Cavallino. L’anno dopo
fu squalificato dalla classifica piloti; nel ’98 si accontentò di un secondo,
regredendo l’anno dopo concludendo solo quinto.
Dal 2000 le cose cambiano nettamente. Schumacher ha a
disposizione un’auto altamente competitiva e affidabile, al punto da inanellare
5 vittorie consecutive, contrastato soprattutto (e inutilmente) dalla McLaren.
Gli ultimi due anni alla Ferrari furono meno brillanti, ma
comunque abbastanza positivi: un terzo posto nel 2005 e un secondo nel 2006. Di
qui la decisione di ritirarsi a 37 anni. Per poi ripensarci…
IL RITORNO CON LA MERCEDES –
Dopo 3 anni, il pilota tedesco ci riprova con la Mercedes, con risultati
imbarazzanti: un nono, un ottavo e quest’anno concluderà al di sotto del decimo
posto. Di qui la decisione di ritirarsi definitivamente.
In effetti vederlo nei bassi fondi della classifica fa un
po’ impressione, specie per noi italiani e per quanti seguono appassionati la
F1, abituati a vederlo trionfare, volare su due ruote, essere spericolato ai
confini con la follia ma quanto basta per vincere una gara. Perché forzare i
tempi e gareggiare senza successo? Un campione da record come lui ci sta
facendo solo un’utile brutta figura. Preferiamo ricordarci lo Schumacher che
fece appassionare alla F1 anche quanti fino ad allora non se la filavano.
(Fonte: Wikipedia)
Doveva farlo da vincitore...ha commesso lo stesso errore di lippi
RispondiEliminaNon necessariamente doveva ritirarsi da vincitore, però poteva tranquillamente risparmiarsi il rientro. Poteva farsi qualche anno nel DTM o in Formula Indy e si sarebbe divertito lo stesso, senza sentire il peso del raffronto diretto con quello che aveva fatto.
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