RISPETTO ALLA RIVOLUZIONE CONTROCULTURALE DI ALLORA, FATTA
PREVALENTEMENTE DA FIGLI DI PAPA’, LA RIBELLIONE DI OGGI E’ SOSTENUTA DA
RAGAZZI SENZA FUTURO
Questa volta è stato scelto un termine inglese per sbeffeggiare
i giovani italiani: choosy, il cui suono british da’ un tocco meno offensivo
del precedente bamboccioni coniato qualche anno fa dall’ormai defunto Ministro
Padoa Schioppa. Ad usarlo, come noto, il Ministro Elsa Fornero, non nuova a
sparate del genere (come d’altronde tutto
l’esecutivo in carica), inconsapevole del resto di come se la passano le
nuove generazioni italiane, visto che la figlia, trentenne, gode già di una
brillante carriera. Così come altri “figli di” di questo Governo: a soli 37
anni è infatti professoressa associata di Genetica medica alla facoltà di
Medicina dell'Università di Torino e responsabile della ricerca alla Hugef; una
fondazione che si occupa di genetica, genomica e proteomica umana. Alcune sue
ricerche sono state finanziate dalla Compagnia di Sanpaolo, fondazione che è la
prima azionista della banca Intesa Sanpaolo, di cui sua madre era
vicepresidente.
I cosiddetti choosy però non ci stanno e in questi mesi si
stanno mobilitando in lungo e largo per l’Italia, così come i loro coetanei
europei, per manifestare “in piazza” il proprio disagio. Molto più drammatico
di quello che spinse i giovani nella famosa controrivoluzione culturale del
’68.
ALTRO CHE CHOOSY – I giovani
che oggi manifestano - manganellati dalle forze dell’ordine, che a quanto pare
dal G8 di Genova non sono migliorati - sono ragazzi a cui è stato tolto il
futuro; la speranza. Costretti a lunghi periodi di stage sottopagati o per
nulla pagati, a contratti di lavoro che durano qualche mese, alla poca certezza
di avere una pensione da vecchi, alla nulla possibilità di farsi una vita
propria lontano dalla famiglia. Manifestano più di quanto hanno fatto le
generazioni precedenti, degli anni ’80,’90 e primi anni 2000, che si limitavano
a qualche corteo ordinato. Giovani dalla pancia piena, pigri, a cui, nel
frattempo, la politica cancellava i diritti. Quelli di oggi hanno la pancia
vuota o quasi; tanti hanno gli stessi genitori che non lavorano o sono precari.
QUELLI DEL ’68 – I giovani
del ’68 erano tutti studenti delle superiori e universitari, il che, allora,
voleva già dire essere discretamente agiati. In piazza non scesero certo i
giovani contadini, manovali o operai (questi ultimi lo fecero qualche anno
dopo). I sessantottini non fanno testo, erano figli della borghesia e della
borghesia avevano preso tutti i notori vizi: il cinismo e l’opportunismo. Non
volevano cambiare il mondo ma semplicemente sostituirsi ai loro padri
nell’esercizio del potere, con metodi, se possibile, ancora più trucidi. Il
viso di Paolo Mieli diceva, già allora, tutto: non voleva fare nessuna
rivoluzione ma diventare, per vie scorciatoie, direttore del Corriere della
Sera. Caratteristiche che facevano dire a Pasolini di stare con i poliziotti e
non con gli studenti.
E che questa non sia un’esagerazione lo dimostra come sono
oggi quei giovani di allora, specie chi occupa ruoli dirigenziali in partiti,
giornali o aziende. Gente svuotata di valori, imborghesita, opportunista.
Non resta che augurarsi che questa agitazione sia costante,
e non sia il solito “autunno caldo” pre-natalizio, per allungare le festività
sospendendo le attività didattiche.
si però i choosy di oggi viaggiano tutti con l'i-pod, l'i-phone, twittano e vanno su fb...
RispondiEliminaoltre a quello però non vanno
non sono tanto d'accordo che i sessantottini fossero cinici e opportunisti, forse borghesi in parte sì, studenti universitari (e chi poteva allora permettersi l'università se non chi proveniva da famiglie borghesi?), ma poi mi pare che si unissero alle lotte degli operai.. volevano una società diversa, non più autoritaria e anche post-fascista (il governo Tambroni, i morti di Reggio Emilia, i 'ragazzi con la maglietta a strisce' degli scontri a Genova erano del 1960..
RispondiEliminaChe poi diversi sessantottini di allora abbiano 'dirazzato' passando a posizioni molto più soft, se non addirittura dall'altra parte della barrucata è una realtà (anche piuttosto triste)..
ciao
siamo sempre divisi e sempre avremo la peggio,
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