IL LEADER DELL'IDV HA GIA’ PIU’ VOLTE CHIARITO COME STANNO
LE COSE
La puntata di Report di due domeniche fa ha scaraventato
l’Italia dei valori in una bufera, che per tanti potrebbe perfino decretarne la
fine. In realtà Antonio Di Pietro ha già più volte chiarito in merito, visto
che due giornali in particolare, Libero e Il Giornale, hanno più volte
utilizzato in passato questo fantomatico materiale per infangare l’ex Pm e il
partito. Più che queste argomentazioni in realtà, ciò che potrebbe mettere in
crisi l’Idv sono problematiche prettamente politiche, come la guerra interna
tra due fazioni, quella tra le “colombe” capitanate da Donadi e i “falchi”
capeggiati da Barbato; o ancora, l’oscillare tra un’alleanza con i partiti
della foto di Vasto – Pd e Sel – e l’isolazionismo oltranzista sulla scia di
Grillo. Infine, l’atteggiamento da “un piede dentro e uno fuori” di personaggi
come de Magistris, che devono al partito il proprio successo politico. L’idv lo
propose per l’europarlamento – con il sostegno di Grillo – in un periodo nel
quale l’ex Pm viveva una fase difficile della sua vita, per i processi
sottrattigli. Pensi a fare il Sindaco di Napoli, che è gia’ un’impresa ardua.
Un altro Sindaco Idv disfattista è quello di Palermo: Leoluca Orlando. Il quale
già ha detto che l’Idv è morta.
Anche l’Italia dei valori ha le sue mele marce e i suoi
trasformisti, ma a farlo passare come un partito affarista e gestito a
carattere familiare dai Di Pietro ce ne vuole. Del resto diverse sono le
sentenze assolutorie in merito.
Ecco di seguito il chiarimento di Di Pietro già fornito
qualche anno fa sulle questioni sollevate da Report.
Gestione
dei finanziamenti – Ho disposto
la modifica dello Statuto che ora prevede che tutte le finanze del partito e
tutti i contributi elettorali (sia futuri che pregressi beninteso), siano
gestiti non più dai soci originari che hanno dato vita al partito ma
dall’intero Ufficio di Presidenza dell’Italia dei Valori che è composto da 7
persone, individuato non nominatamente ma – pro tempore – per il loro ruolo, la
loro funzione e la loro elezione: il Presidente del partito, il Capogruppo
della Camera, il Capogruppo al Senato, il Portavoce nazionale del partito, il
Tesoriere, un rappresentante degli eletti nelle Regioni (da loro nominato) ed
un esperto contabile nominato dall’Ufficio di Presidenza stessa (su proposta
dell’Esecutivo nazionale di Idv che è il massimo organo assembleare del
partito). Provi a visionare gli Statuti degli altri partiti e vedrà che tutti
hanno adottato – specie all’inizio della propria attività – misure di cautela
per evitare l’assalto alla diligenza (come peraltro “Libero” ne ha dato atto
proprio ieri, informandoci delle beghe interne fra Margherita e Ds per la
suddivisione dei rispettivi fondi e beni). Ho già preso appuntamento per domani
da un notaio di Bergamo (che conosce pure Lei) per la relativa statura
notarile. Appena sottoscritto Le invierò in anteprima copia del nuovo Statuto
di Idv: se ha qualche ulteriore consiglio da darci le sarei davvero grato e
provvederà di conseguenza.
E veniamo, caro direttore, alle domande che mi ha posto e
che possono essere cosi riassunte: come sono stati gestiti i contributi
ricevuti finora da Italia dei Valori e come “è la storia dei 10 appartamenti”
che avrei acquistato. Rispondo subito, inviandole a parte la relativa
documentazione per le verifiche che riterrà opportune effettuare.
Rimborsi
elettorali - Idv non
riceve finanziamenti da imprenditori o sponsor che sia (da noi non troverà i
Romeo di turno). Riceveremo invece – come tutti gli altri partiti che hanno
rappresentanza parlamentare – i finanziamenti pubblici previsti dalla legge.
Sono tanti. Per noi e per gli altri (ed infatti nella scorsa finanziaria
abbiamo chiesto inutilmente al Parlamento di dirottarli a favore degli
ammortizzatori sociali). Essi vengono introitati da Idv tutti ed esclusivamente
sui 2 conti correnti della tesoreria dell’Italia dei Valori e da questa
utilizzati solo ed esclusivamente per esigenze del partito e della sua azione
politica (come, da ultimo è avvenuto per la raccolta delle firme per promuovere
il referendum contro il Lodo Alfano). Inoltre riceviamo le quote di
partecipazione dai nostri iscritti, dai nostri parlamentari e dai nostri eletti
e amministratori. Infine riceviamo gli interessi attivi del denaro che rimane
parcheggiato in banca fino al suo utilizzo. Più in concreto finora abbiamo
incassato – dal giorno in cui ci siamo presentati alle elezioni la prima volta
nel 2001 e fino a tutto il 2007 – contributi pubblici per 19’908’596 euro, a
cui si devono aggiungere ulteriori 761’909,00 euro a titolo di interessi attivi
e per contributi degli aderenti ed eletti del partito. Di converso, abbiamo
speso a tutto il 2007 euro 16’233’853. Il nostro partito, quindi, non solo non
ha debiti ma è in attivo di euro 4’436’652, somma che trovasi depositata presso
le due banche predette, sempre, solo ed esclusivamente sui conti di Idv, come
può rilevarsi dai relativi estratti conto. Per l’anno 2008 appena trascorso, la
stesura del bilancio è in corso (per noi come per qualsiasi altro partito o
ente o azienda) e verrà pure reso pubblico nelle forme e nei tempi previsti
dalla legge. Come noto, infatti, tutti i bilanci dei partiti devono essere
regolarmente pubblicati in giornali a tiratura nazionale. Quelli di Idv,
peraltro, sono sempre stati (e lo sono ancora) visionabili alla voce “Bilanci e
Finanze” sul sito del partito Italiadeivalori.it. Comunque – e ad ogni buon
conto – glie ne invio copia (specificandole fin d’ora che quest’anno chiederò
di pubblicare proprio su Libero il bilancio 2008, come previsto per legge, se
Lei me lo permetterà). Specifico che i bilanci annuali dell’Italia dei Valori
sono sempre stati tutti regolarmente approvati dall’Organo di controllo del
Parlamento, come rilevasi esemplificativamente dalle attestazioni del
Presidente della Camera dei Deputati per gli anni
2001-2002-2003-2004-2005-2006-2007 che le invio a parte. Specifico anche che la
Corte dei Conti – a cui spetta per legge approvare i Conti consuntivi delle
spese elettorali dei partiti – nel referto trasmesso al Presidente della Camera
sui consuntivi presentati dalle formazioni politiche ha finora sempre approvato
i rendiconti presentati dall’Italia dei Valori.
Tutti gli
immobili - E veniamo alla
“storia dei 10 appartamenti” (che poi non sono dieci, perché se ne vendi uno
per comprarne un altro con i soldi del primo, non ne hai due ma sempre uno). È
vero che qualcuno negli anni passati ha alluso ad un utilizzo indebito da parte
mia dei rimborsi elettorali, ma – come potrà prendere atto leggendo il decreto
dei Gip di Roma n.4620/07 del 14.03.2008 che le invio integralmente – non solo
è stata disposta nei miei confronti – su conforme richiesta del pm –
l’archiviazione perché il fatto non sussiste ma addirittura sono stati rimessi
gli atti alla Procura per la valutatone circa il reato di calunnia nei
confronti del denunciante.
Ma, potrebbe obiettare lei e giustamente: d’accordo, la
gestione della tesoreria di Italia dei Valori sarà pure corretta ma i soldi per
gli appartamenti dove li hai presi? Ecco, allora, l’elenco delle mie proprietà,
il loro valore di acquisto e la provenienza dei relativi fondi. A Montenero di
Bisaccia sono proprietario di una azienda agricola (lasciatami in eredità da
mio padre e mia madre) con circa 15 ettari di terreno e casa colonica annessa
(che ho ben ristrutturato a mie spese, con i fondi (e le pietre) provenienti
proprio dall’azienda: produco in proprio, infatti dalla morte di mio padre
(1987) soprattutto, olio e grano (quest’anno oltre 400 quintali). A Curno, in
provincia di Bergamo ho una villetta a schiera in via Lungobrembo 62,
acquistata alla fine degli anni ’80 e quindi per definizione con soldi non del
partito (che, come noto è stato fondato ne! 2000 ed a cui i primi contributi
sono cominciati ad affluire nell’autunno del 2001). Sempre a Curno, in via
Lungobrembo 64 (contigua alla precedente) vi è una vecchia casa con giardino,
di proprietà di mia moglie che l’ha comprata nel 1985 per 38 milioni di vecchie
lire e che e stata dalla stessa (e con il mio contributo, anche manuale)
ristrutturata nel 1986 (e quindi in epoca anch’essa non sospetta). È il luogo
dove siamo andati a vivere dopo sposati. A Bruxelless sono comproprietario di
un piccolo appartamento in via Scarabee 3, acquistato nel 1999 per 204 milioni
di vecchie lire (di cui la metà con prestito bancario della Bbl di Bruxelless,
sede del Parlamento europeo) quand’ero parlamentare europeo (ed a tal fine).
Anche questo immobile è stato acquistato in epoca precedente alla costituzione
di Idv. A Bergamo sono proprietario di un appartamento in via Locateli, da me
acquistato, a seguito di gara pubblica, ad un’asta indetta dalla Scip per conto
dell’Inail in data 10 novembre 2004 (rogito 16.03.2006) per euro 261’661,00
oltre spese e tasse. Non sono invece proprietario di alcun altro immobile in
tale città, come invece pure era stato scritto. Vi sono invero lo studio e la
casa di mia moglie (che, come Lei sa, fa l’avvocato da una vita e fa pane di
una famiglia benestante di avvocati e prima di notai che Lei, gentile
direttore, essendo di Bergamo, credo conosca molto bene).
La società
Antocri - A Milano ho comprato nel 2004 (tramite la società Antocri) un
appartamento in via F. Casati 1/a, per euro 614’500,00, di cui 300’000,00 con
mutuo Bnl ed il resto con parte dei fondi provenienti dalla vendita di due
appartamenti di mia proprietà che avevo a Busto Arsizio (acquistati nel 1999 –
e quindi sempre in epoca antecedente alla costituzione di Idv – per lire 845’166’000
e rivenduti nel 2004 per 655’533,46 euro). Gli atti notarili sono a sua
disposizione. Quanto alla provenienza dei fondi per acquistare gli appartamenti
di Busto Arsizio, non me ne voglia ma lei dovrebbe ricordarla bene essendo
stata una delle persone che vi hanno in qualche modo contribuito (ricorda i 400
milioni di lire che l’editore de “II Giornale” (ove egli faceva all’epoca il
direttore responsabile) mi versò, a titolo di risarcimento danni con assegno
circolare? All’epoca peraltro furono in molti a versarmi denaro per risarcirmi
dei danni provenienti da articoli di giornali ritenuti diffamatori dai giudici
o comunque, in via di transazione bonaria). L’altra parte dei soldi provenienti
dalla predetta compravendita li ho usati per acquistare (tramite la società
Antocri) a Roma nel 2005 un appartamento in via Principe Eugenio per euro
1’045’000,00 (il resto della provvista è stato reperito da un mutuo bancario
Bnl di 400’000,00 euro e dai miei risparmi di cui in appresso). Tale immobile è
stato rivenduto nel 2007 a 1’115’000,00 e con la relativa provvista, una volta
estinto il mutuo, ho comprato l’anno scorso una casa ai miei due figli più
piccoli a Milano, in zona Bovisa, per studiare. Ho anche aiutato mio figlio
maggiore, con donazioni in denaro (per un totale di circa 80 mila euro) in
parte quando si è sposato ed in parte quando sono nati i suoi tre figli
trigemini. Soldi che egli, coscienziosamente ha utilizzato per pagare l’
anticipo di una casa a Curno quando abitava li e che poi ha rivenduto ricomprandosi,
a minor prezzo, casa a Montenero, quando si è trasferito al paese natio. Sempre
a Roma, sono attualmente proprietario dell’appartamento di via Merulana, ove
abito quando mi reco li per ragioni legate al mio lavoro parlamentare. L’ho
comprata, nel 2001 – e quindi ancora una volta prima dei rimborsi elettorali
confluiti in questi ultimi anni al partito – per 800 milioni di vecchie lire (
di cui, come al solito, parte in mutuo) Queste sono,- o sono stata- le mie
proprietà. Mi si dirà. D’accordo hai fatto delle compravendite ed hai stipulato
dei mutui, ma per il resto dove hai preso i soldi? Ebbene, i miei redditi
pubblici e che possono essere consultati presso il sito della camera dei
Deputati e del senato ammontano dal 1996 ad oggi ad oltre 1’000’000,00 di euro
( al netto tasse), come da tabella riepilogativa che le invio a parte. A tutto
ciò devono aggiungersi ulteriori rinvenienze attive, tra cui una donazione
mobiliare per circa 300 milioni di vecchie lire ricevuta nel 1996 dalla
contessa Borletti ( i fatti sono notori in quanto hanno riguardato come
beneficiari anche altri personaggi pubblici) e come detto plurimi risarcimenti
danni ricevuti ( da me e dai miei familiari) per circa 700’000,00 euro negli
anni in relazione alle varie diffamazioni subite nel tempo nonché i frutti
dell’agenzia agricola e dei relativi cespiti immobiliari lasciatimi in eredità
dai miei genitori dopo la loro morte.
LE SENTENZE IN FAVORE DI PIETRO –
(Fonte: Blog
Antonio Di Pietro)
beh e se e' tutto cosi' chiaro e limpido perche' quella grossa figura di merda con i non so e le titubanze durante l'intervista? ha finito di fare il moralizzatore. anche q partito e' imploso.....
RispondiEliminainfangare DiPietro e Grillo stando a braccetto con Alfano, fa rivoltare nelle tombe tutti i partigiani morti per la libertà,
RispondiEliminainoltre : discutere in parlamento se ammettere alle elezioni chi è stato condannato per più o meno di due anni (come se ci fosse differenza), mi fa venire il voltastomaco ed una rabbia che non ti dico...
Altro che pinzillacchere, siamo governati da una banda di infamoni.
hai letto l'intervista a Repubblica (pure sul blog)?
RispondiEliminaTonino non molla.. :)