IL TERRITORIO E’ STATO RICONOSCIUTO AI PALESTINESI, MA
ISRAELE NE CONTROLLA VARI ASPETTI
Nella Striscia di Gaza si muore ancora. Tanti i civili uccisi
anche in questi giorni sotto i colpi di Israele; Stato creato e benedetto
dall’Occidente (specie dall’America) nel 1948 per assegnare una Patria agli
ebrei, e che si arroga il diritto di mostrare i muscoli. La Striscia di Gaza,
insieme alla Cisgiordania, sono territori riconosciuti ai palestinesi in via
ufficiosa e non hanno mai visto riconosciuti, come invece fatto per gli
israeliani, uno stato proprio. Di qui confini sempre labili e diritti fragili,
in un contesto che porta inevitabilmente al continuo scontro tra le parti.
Ma da dove nasce questo eterno conflitto tra Israele e
Palestina per la Striscia di Gaza? L’unico modo per capirlo è ricostruire la
storia di entrambi gli Stati.
ISRAELE - Lo Stato d'Israele
è sorto il 14 maggio 1948, alla scadenza del Mandato britannico della
Palestina, quando venne dichiarata unilateralmente la nascita dello Stato di
Israele, un giorno prima che l'ONU stessa, come previsto, ne sancisse la
creazione, approvata con risoluzione dell'Assemblea generale. Il giorno
seguente, 15 maggio, le truppe britanniche si ritirarono definitivamente dai
territori del Mandato.
Israele confina con l'Egitto a Sud, con la Striscia di Gaza
a Sud-Ovest, il Mar Mediterraneo ad Ovest, la Giordania e la Cisgiordania ad
Est, il Libano a Nord e la Siria a Nord-Est. L'indipendenza e l'autonomia di
questo stato è stata dichiarata unilateralmente e non è riconosciuta dalla
quasi totalità degli stati arabi (fanno eccezione Egitto e Giordania). È
l'unico Stato al mondo a maggioranza ebraica (su 7 milioni e mezzo di abitanti,
lo è circa il 76,4% della popolazione), con una consistente minoranza di arabi
(in prevalenza di religione musulmana, ma anche cristiana o drusa).
La Legge Fondamentale del 1980 (Israele, come il Regno
Unito, non ha una Costituzione scritta) afferma che la capitale è Gerusalemme;
tuttavia, la stessa non è da tutti riconosciuta quale capitale. L'Autorità
Nazionale Palestinese rivendica la città quale propria capitale. Quasi tutti
gli stati che hanno relazioni diplomatiche con Israele mantengono le proprie
ambasciate a Tel Aviv o nelle vicinanze, in ossequio a quanto disposto in sede
di Consiglio di Sicurezza e Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
(Risoluzioni ONU 252 del 21 maggio 1968 e 267 del 3 luglio 1969).
I suoi confini e la sua stessa esistenza furono oggetto di
molti conflitti con i paesi limitrofi. Ad oggi, Israele ha raggiunto accordi
ufficiali sui confini solo con Egitto (1979) e Giordania (1994); continuano a
non essere reciprocamente riconosciuti quelli con Siria e Libano. Resta a
tutt'oggi in discussione anche lo status finale di Cisgiordania (sotto
occupazione militare da parte di Israele) e Striscia di Gaza (dalla quale
Israele si è ritirata completamente nell'estate del 2005). La comunità
internazionale considera come confini internazionali con Siria e Libano quelli
vigenti all'epoca dei Mandati tra le due guerre mondiali, e come confine de
facto tra Israele e territori palestinesi la Linea verde tracciata al tempo
degli armistizi successivi alla guerra arabo-israeliana del 1948.
PALESTINA – Lo Stato
Palestinese, come detto in precedenza, non è stato riconosciuto dalla comunità
internazionale. E’ diviso in due territori discontinui: La Cisgiordania e la
Striscia di Gaza.
Parte integrante dell'Impero Ottomano per quattro secoli e
successivamente parte Mandato britannico della Palestina, i territori oggi
conosciuti come Cisgiordania erano principalmente parte del territorio
riservato dal Piano di spartizione del 1947 (Risoluzione 181 dell'Assemblea
Generale dell'ONU) per uno stato Arabo. In base al Piano, la città di
Gerusalemme e le città circostanti (comprese Betlemme e Ramallah) sarebbero
state un territorio amministrato internazionalmente, il cui futuro sarebbe
stato determinato in una data successiva. Il Piano fu accettato da Israele, ma
rifiutato dagli arabi. Mentre uno stato arabo palestinese (oltre a quello già
creato sull'85% del territorio con il nome di Transgiordania') non riuscì a
materializzarsi, i territori vennero occupati dal confinante Regno di
Transgiordania a seguito dell'attacco di questo ed altri quattro paesi arabi al
neonato Stato d'Israele. Questa occupazione non venne riconosciuta dall'ONU o
dalla comunità internazionale.
La linea temporanea di demarcazione della cessazione delle
ostilità, che venne tracciata tra Israele e l'esercito transgiordano sulla
"sponda occidentale", venne determinata dai colloqui sul cessate il
fuoco del 1949, e viene spesso chiamata la "linea verde". Durante gli
anni cinquanta, ci fu una significativa infiltrazione di rifugiati palestinesi
e di terroristi, attraverso la linea verde. Nel corso della Guerra dei sei
giorni, Israele conquistò questo territorio ma l'ONU non riconobbe neanche
questo ulteriore sviluppo. I palestinesi sostengono che la Risoluzione 242 del
consiglio di sicurezza dell'ONU si applica a questi territori. Nel 1988, la
Giordania ritirò tutte le pretese su di essi, concedendone la sovranità all'OLP
(Organizzazione per la Liberazione della Palestina) guidata da Yasser Arafat.
Nel 1993 gli Accordi di Oslo dichiararono lo status finale
della Cisgiordania, come soggetto di un accordo tra Israele e la leadership
araba palestinese. A seguito degli accordi, Israele ritirò le sue forze
militari da alcune aree della Cisgiordania.
STRISCIA DI GAZA - Quest'area
non è riconosciuta internazionalmente come uno stato sovrano, ma è reclamata
dall'Autorità Palestinese come parte dei Territori palestinesi. Nel gennaio
2006, con una vittoria a sorpresa alle elezioni parlamentari palestinesi del
2006, Hamas ha ottenuto la maggioranza alla camera.[2] A seguito della Battaglia
di Gaza (2007) Hamas ha assunto il governo de facto della Striscia di Gaza.
L'Egitto ha governato la Striscia di Gaza tra il 1948 e il 1967, e oggi
controlla la propria frontiera meridionale tra il deserto del Sinai e la
Striscia di Gaza, dalla quale è diviso dalla Philadelphi Route. Israele ha
governato la Striscia di Gaza dal 1967 al 2005, quando si è formalmente
ritirato. Ai sensi degli accordi di Oslo firmati tra Israele e l'Organizzazione
per la Liberazione della Palestina, Israele mantiene però il controllo militare
dello spazio aereo della Striscia di Gaza, delle frontiere terrestri
(attraverso la barriera tra Israele e la Striscia di Gaza) e delle acque
territoriali, oltre al controllo de facto delle frontiere.
Una guerra impari dunque, tra uno Stato armato e
riconosciuto dall’Occidente e un popolo che non vede neppure riconosciuta la
propria sovranità. Obama ha detto che sta con Israele, mentre l’Ue sembra
indifferente, presa com’è a salvare le Borse. Forse chi gli ha dato
frettolosamente il premio Nobel dovrà ricredersi.
SONDAGGIO
SONDAGGIO
Dalla tabella si evince come quasi un votante su due dia ragione alla Palestina, mentre uno su tre a Israele. Da non sottovalutare il fatto che una persona su quattro non conosca la questione.
(Fonte: Wikipedia)
Credo che Obama, ostaggio delle lobby (quella militare in primis e quella ebraica molto forte negli Usa) non possa fare più di tanto, come del resto altri presidenti prima di lui. Purtroppo la politica ha ceduto da tempo il passo agli interessi economici. Ma io continuo a sperare, specialmente nella reazione nel mondo..
RispondiEliminauna delle tante guerre assurde che flagellano soltanto vite umane, sotto gli occhi indifferente dei "Potenti"
RispondiEliminaOptimus