L'abitazione del
medico canonizzato da Giovanni Paolo II è stato inserito nell'elenco degli
immobili del Comune in dismissione
Nella svendita patrimoniale del Comune di Napoli rischia di
finirci pure quella che è stata l’abitazione di Giuseppe Moscati, instancabile
medico che fece, tra la fine dell’800 e inizio ‘900, della sua professione
un’autentica missione. L’appartamento si trova in via Cisterna dell’Olio n. 10
a Napoli, traversa nei pressi di Piazza del Gesù. Una casa modesta dove il
futuro Santo (25 ottobre 1987) si spense il 12 aprile 1927, poco dopo aver
terminato l’ennesima e pienissima giornata di lavoro.
Ora è stata inserita nell’elenco degli immobili in
dismissione con un costo approvato tramite delibera della giunta comunale che
supera i 620.000 euro. A causa della crisi, quindi, quello che è a tutti gli
effetti un patrimonio non solo religioso ma anche laico, è stato messo all’asta
e sarà venduto al miglior offerente.
L’ABITAZIONE – Come detto,
l’appartamento si trova in Via Cisterna dell’Olio n.10, dal quale si scorge
anche il campanile della Chiesa del Gesù Nuovo sita nell’omonima Piazza. A fare
da intermediario giù al portone del vecchio palazzo per quanti volessero
visitarlo, c’è il proprietario di un esercizio commerciale che da anni affaccia
sul piccolo cortile d’ingresso. L’uomo valuta di volta in volta i visitatori
che chiedono dell’appartamento di Moscati e, se gli individui appaiono
raccomandabili, provvede ad indicare il percorso per raggiungerlo ed
eventualmente visitarlo.
Dopo aver aperto la porta, il primo dettaglio che invita a
una profonda riflessione è l’enorme differenza di ampiezza tra gli spazi che il
medico riservava alla sua persona e quelli dove invece accoglieva i malati: al
contrario della stanza da letto con scrittoio, infatti, il salone d’ingresso è
vasto e bene illuminato. In quello stesso salotto, migliaia di pazienti hanno
atteso di essere visitati, quasi sempre gratuitamente, dal santo.
IL COMUNE E’ DISPOSTO AL DIALOGO
- Sulla delicata (e clamorosa) questione della casa in vendita è intervenuto
l’assessore comunale al Personale Patrimonio e Demanio, Bernardino Tuccillo,
che si è detto disponibile a tentare ogni strada possibile per eliminare
l’appartamento dall’elenco degli immobili in dismissione. «Il Comune di Napoli
- ha argomentato l'assessore - è proprietario di molteplici beni immobili di
interesse storico, culturale e religioso. Spesso queste nostre proprietà
versano in condizioni di estremo degrado ed il Comune non ha la possibilità né
le risorse finanziarie per intervenire, riqualificarle. È sicuramente il caso
dell'immobile di San Giuseppe Moscati. Ho da qualche settimana avviato un
confronto con l'Associazione costruttori edili di Napoli per verificare la
possibilità di una permuta tra l'acquisto di immobili comunali e l'esecuzione
di importanti interventi di riqualificazione e di adeguamento di nostri
cespiti. C'è bisogno di definire, per ciò che concerne i nostri beni immobili
di interesse storico, culturale e religioso, una vera e propria scala delle
priorità, dal momento che tutto e subito non si riesce a fare».
MEDICO E RICERCATORE -
Giuseppe Moscati è nato a Benevento il 25 luglio 1880, proveniente da una
famiglia borghese avellinese. Il 4 agosto 1903 si laureò a pieni voti con una
tesi sull'urogenesi epatica, lavoro che gli valse anche il diritto di stampa.
Dopo pochi mesi si presentò ai concorsi per assistente ordinario e per
coadiutore straordinario agli Ospedali Riuniti degli Incurabili, superando
entrambe le prove. Si impiegò all'Ospedale degli Incurabili dove rimase per 5
anni. Svolse con grande devozione la propria professione. A trentun'anni il
dottore vinse il concorso di Coadiutore negli Ospedali Riuniti (posto ambito da
medici di tutta Italia), facendo stupire tutta la commissione grazie alla sua
eccellente preparazione.
Nello stesso anno, gli fu conferita la libera docenza in
Chimica Fisiologica, su proposta del professor Antonio Cardarelli, da sempre
ammirato per la preparazione del giovane medico. Sempre nel 1911 Moscati fu
inviato dal Prof. Gaetano Rummo ad essere corrispondente per l'inglese e il
tedesco di "La riforma Medica" da lui fondata prima come quotidiano,
poi come settimanale e poi come quindicinale. Per vari anni fino al 1917 fu
segretario di redazione della rivista Michele Landolfi. Fu anche socio della
Reale Accademia Medico-chirurgica e direttore dell'Istituto di Anatomia
Patologica. Era stimato dai giovani medici in tirocinio che lo seguivano
durante le visite ai pazienti.
Insegnò all'Ospedale degli Incurabili dal 1911 al 1923,
divenendo un modello di vita insostituibile per i suoi allievi. Inoltre, sempre
nel 1911, partecipò al Congresso internazionale di fisiologia tenutosi a
Vienna.
Allo scoppio della prima guerra mondiale presentò domanda di
arruolamento volontario, ma la domanda venne respinta in quanto la sua opera fu
giudicata necessaria in corsia, agli Incurabili, per prestare soccorso e
conforto spirituale ai soldati feriti di ritorno dal fronte. Ecco che venne
nominato Direttore del reparto militare dal 1915 al 1918. Il Consiglio
d'Amministrazione dell'Ospedale Incurabili lo nominò primario nel 1919, e il 2
maggio 1921 il Prof. Giuseppe Moscati inviò al Ministero della Pubblica
Istruzione la domanda per essere abilitato per titoli alla libera docenza in
Clinica Medica Generale.
Successivamente compì numerosi viaggi in Europa, facendosi
apprezzare anche come ricercatore. Ma faceva sempre ritorno a Napoli.
MORTE E SANTIFICAZIONE - Il
12 aprile 1927, dopo aver preso parte alla Messa, come ogni giorno, ed aver
atteso ai suoi compiti in Ospedale e nel suo studio privato, verso le 15 si
sentì male, e spirò sulla sua poltrona. Aveva solo 47 anni e 8 mesi.
Il pontefice Paolo VI lo proclamò Beato il 16 novembre 1975.
Ai fini della canonizzazione, la Chiesa cattolica ritiene necessario un secondo
miracolo, dopo quello richiesto per la beatificazione: nel caso di Giuseppe
Moscati, ha ritenuto miracolosa la guarigione di Giuseppe Montefusco, ammalato
di leucemia, avvenuta nel 1979.
Giuseppe Montefusco, nato a Somma Vesuviana, in provincia di
Napoli, il 15 febbraio 1958, all'inizio del 1978 cominciò ad accusare disturbi
a causa dei quali, il 13 aprile dello stesso anno, fu ricoverato all'ospedale
Cardarelli di Napoli, dove gli fu diagnosticata una leucemia acuta
mieloblastica. Mentre l'ammalato non rispondeva alle terapie ed era considerato
senza speranze di guarigione, sua madre sognò una notte la foto di un medico in
camice bianco: dopo essersi consultata con il parroco si recò alla Chiesa del
Gesù Nuovo, dove riconobbe nella foto di Giuseppe Moscati il medico visto in
sogno.
Furono rivolte allora al Moscati, allora beato, fervide
preghiere collettive e il Montefusco, nel giugno 1979, guarì perfettamente,
interrompendo ogni cura e riprendendo il lavoro di fabbro.
Il caso fu sottoposto alla Congregazione per le Cause dei
Santi che, il 27 marzo 1987, promulgò il decreto sul miracolo, confermando
"La modalità della guarigione relativamente rapida, completa e duratura,
non spiegabile secondo le conoscenze mediche".
Il 25 ottobre 1987, in Piazza San Pietro, Papa Giovanni
Paolo II canonizzò Giuseppe Moscati; alla cerimonia era presente anche Giuseppe
Montefusco, che in quell'occasione donò al Papa un volto di Gesù in ferro
battuto, da lui realizzato.
Occorre comunque dire che la camera da letto e lo studio di
San Giuseppe Moscati sono stati già da anni trasferiti all’interno della Chiesa
del Gesù Nuovo, dove gli è stato dedicato un ampio spazio. Ma sarebbe un
peccato – in tutti i sensi – se la sua casa finisse in mano a nuovi proprietari
che ci farebbero altro, smantellando un pezzo di storia non solo religioso, ma
anche dal grande valore civico, dato che riguarda una persona che ha speso la
vita per gli altri.
Il Santo è chiamato dunque a un nuovo, difficile miracolo.
Sisi,già me ne parlasti la volta scorsa!!Speriamo che alla fine non la mettono all'asta
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