SI PARLA TANTO DI SCAMPIA, MA IN PROVINCIA DI NAPOLI CI SONO
ALTRI AGGLOMERATI URBANI DEGRADATI
I quartieri popolari sono nati per dare un tetto ai meno
abbienti o ai terremotati. Ma finiscono per diventare veri e propri ghetti.
Tappeti dove seppellire la polvere da non far vedere nei centri urbani, dove
giungono turisti o vive la borghesia. Ciò avviene in tutti i Paesi del Mondo e
a Napoli ce ne sono diversi, specie nelle periferie. Si parla tanto di Scampia,
dimenticando la vicina Chiaiano, o quelli a est della città come a Ponticelli,
Barra e San Giovanni; dove povertà, degrado e delinquenza regnano sovrani. Nella
provincia i più grandi sono il quartiere Salicelle ad Afragola e il Parco verde
a Caivano.
Per quanto concerne il primo, agghiacciante è un’intervista
a don Ciro Nazzaro, prete da anni impegnato con i suoi volontari per arginare il
degrado dilagante snobbato dalle autorità locali, che utilizzano le 2.500
famiglie ivi residenti solo come pozzo da cui attingere voti. A dirlo lo stesso
don Ciro nella sua intervista a Il
Denaro.
L’INCESTO ACCETTATO - “Vengono
da me le ragazzine. Alcune hanno quindici, sedici anni. Sono incinte del loro
padre. Rimango sconvolto dinanzi ai loro racconti, ma la risposta al mio
stupore è quasi sempre uguale: ‘Meglio mio padre, almeno so chi è’. Questa è la
realtà qui. L’incesto, lo stupro, sono fenomeni che mi addolorano, ma non mi
stupiscono. Il più delle volte la ragione è semplice: gli uomini dimostrano
così la loro virilità. E l’esperienza si tramanda. Un ragazzino che ha visto
con i suoi occhi questi fatti finisce, appena raggiunta la maturità sessuale,
con l’imitare le azioni del padre. Se non s’interrompe questo tragico circuito,
non cambierà la situazione”.
CHI SONO GLI ABITANTI DI SALICELLE
– “Si tratta di 2.500 famiglie, d’età media compresa tra i 28 e i 30 anni (ci
sono anche diverse famiglie di diciassettenni). Sono tutti ex abitanti delle
aree colpite dal terremoto del 1980. Vengono da Secondigliano, da San Pietro a
Paterno dal Centro storico di Napoli e ancora oggi, dopo trent’anni, faticano a
identificarsi col quartiere; ancora oggi, qualcuno preferisce andare a messa o
sposarsi nelle parrocchie dalle quali proviene. Noi questo facciamo: tentiamo
di costruire un habitat all’interno del quale creare dei legami, delle
appartenenze”.
PEGGIO DI SCAMPIA – “Abbiamo
fatto molte cose, ma sono ancora troppo poche. Questo è un posto abbandonato.
Qui non c’è una fermata d’autobus. Qui, da un recente studio, il 40 per cento
delle persone s’ammala di cancro: sono i numeri d’una guerra. A Salicelle non è
prevista la manutenzione delle fogne: quando c’è un guasto alla rete bisogna
chiamare, pregando che qualcuno intervenga. Per è me è peggio di Scampia.
Mentre lì la gente mette la spazzatura sul margine della strada, aspettando che
qualcuno passi a raccoglierla, da noi i sacchetti si buttano dalla finestra: il
distacco dalla cosa pubblica è totale, il concetto di bene collettivo,
inesistente. Ma nonostante questo qualcosa si muove”.
QUALCHE INIZIATIVA POSITIVA –
“Inaugureremo a metà febbraio un centro polifunzionale all’interno del quale è
prevista una parafarmacia. E’ una grande novità: nel quartiere non c’è nessun
presidio sanitario. Si aprirà presto un commissariato di polizia e devo dire
che anche il comando dei vigili urbani si dà da fare per creare un minimo di
servizi. Con l’inizio dell’anno scolastico in corso, è partito un servizio di
navette gratuito per i bambini. Anche se già a Natale l’hanno interrotto”.
LE ELEZIONI SONO UN AFFARE –
“E’ sempre così, in vent’anni ho visto in azione sette-otto amministrazioni, ma
i partiti si fanno vivi solo di questi tempi. In questo quartiere i votanti
sono circa tremila, un bacino di preferenze niente male. E non c’è ragione di
migliorare le condizioni di vita della gente: tenendo questi abitanti in
povertà, è più facile ottenere da loro consenso.
Qui si sono comprati voti per 5 euro, il prezzo di mezzo
chilo di carne. Poi, mano mano che ci si avvicina alle urne, i prezzi salgono,
arrivano a 50 euro. E’ così. E badi è così non da ora, ma da anni. Ed è così
per tutti, non faccio differenze di colore politico”.
DROGA COMPRATA ALTROVE – “Vede,
qui di droga non ne gira. I clan hanno altri affari, si occupano d’estorsioni,
per lo più. Questa, per altro, anche dal punto di vista dell’organizzazione
criminale è una terra particolare. Il potere è dei Moccia e la reggente è una
donna. Nel quartiere è vietato spacciare, i tossicodipendenti che abitano a
Salicelle comprano la roba altrove e devono stare attenti a non farsi beccare.
Nonostante questo, si muore d’eroina. Il centro polifunzionale avrà pure un
consultorio: sono dialogo, cultura, educazione i valori da spingere. Serve
tempo e ripeto, l’aiuto di tutti”.
Pur abitando ad afragolandia conosco pokissimo q realta'. Cruda, da q che leggo!
RispondiEliminaVabbe e stata un po ingigantita la situazione
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