DIETRO LA MASCHERA CHE IN TANTI USANO DURANTE LE
MANIFESTAZIONI, SI CELA LA RUBIE'S COSTUME COMPANY, UNA MULTINAZIONALE CHE LA
PRODUCE E STA FACENDO MILIONI DI FATTURATO INSIEME AD AMAZON E ALLA WARNER BROS
Da quando è uscito il film V per Vendetta – trasposizione dell’omonimo
fumetto pubblicato a partire dagli anni ’80, scritto da Alan Moore e illustrato
da David Lloyd, ispirato a Guy (o Guido) Fawkes, il ribelle che nel 1605 tentò
di fare saltare il palazzo di Westminster a Londra (non ci riuscì e fu
condannato a morte) – la maschera utilizzata dal protagonista è diventata un
simbolo per quanti in questi anni hanno promosso manifestazioni e cortei contro
il potere. La usarono per la prima volta nel 2008 in occasione di un'azione
contro Scientology, a Londra e in 50 altre città del mondo: migliaia di volti
coperti dal nuovo simbolo della protesta. Da quel momento, è diventata l'icona
dei movimenti anticapitalisti e antisistema nel Mondo. La usarono i popoli
nordafricani per la tanto famosa quanto fallimentare “primavera araba”. L’hanno
usata i popoli sud europei per protestare contro le politiche austere imposte
in nome dell'Euro. Fino a quando, nel settembre 2011, molti membri del
movimento Occupy l'hanno fatta propria.
Peccato però che questo simbolo dell’anti-capitalismo sia
diventato a sua volta un’ottima fonte di introiti per la multinazionale che la
produce, emblema, come tanti, proprio di quel sistema che chi la indossa si
prefigge di contrastare: la Rubie’s costume company.
SI SPARTISCONO I PROFITTI CON LA
WARNER BROS. E AMAZON - I Beige possiedono una grande azienda di
famiglia, con più di tremila dipendenti in 14 Paesi, la Rubie's Costume
Company. Si presentano al mondo come il maggior produttore di oggettistica per
la festa di Halloween. Ma hanno anche 150 licenze per produrre su larga scala
costumi di film, da Superman a Batman, da Harry Potter al Signore degli Anelli.
Fino a «V per Vendetta». Time Warner controlla la Warner Brothers, che incassa
diritti per ogni oggetto di merchandise che faccia riferimento, tra i tanti,
anche a «V per Vendetta». E questi costumi del film del 2005 dei fratelli
Wachowski sono distribuiti soprattutto da Amazon.
Bene: la maschera diventata simbolo di Anonymous e indossata
poi da migliaia di militanti del movimento Occupy - bianca, le guance rosate, i
mustacchi e il pizzetto nero pece e il ghigno inquietante - è tratta da «V per
Vendetta»: significa che quando se ne vende una, dai sei dollari in su ma anche
oltre i 50, una parte delle entrate va alla famiglia Beige, un'altra va in
royalties alla Time Warner, una ad Amazon. Il movimento anticapitalista ha
insomma finanziato un produttore della old economy, un rentier dei media e di
Hollywood, uno dei grandi protagonisti della new economy. Un paradosso antico:
è la famosa capacità del capitalista di produrre la corda a cui sarà impiccato,
se siete marxisti; oppure è la famosa capacità del capitalista di rigenerarsi
in tutte le circostanze, se siete schumpeteriani.
POCHE MANIFESTAZIONI NEL 2012
- Il piccolo guaio, per le tre società coinvolte nel successo della maschera di
plastica, sta nel fatto che la seconda metà del 2012 non è stata granché per i
movimenti sociali globali. Alla Rubie's Costume dicono di avere venduto
maschere di Anonymous in gran quantità negli anni precedenti, «per più di
centomila pezzi l'anno» nel 2010 e nel 2011. Periodo nel quale è stata uno dei
prodotti best seller di Amazon (Time Warner non commenta sui dettagli delle
royalties). Negli ultimi mesi dell'anno scorso, però, le vendite sono iniziate
a calare. Non che i due grandi gruppi globali e la piccola multinazionale del
Queens abbiano bisogno delle maschere di Anonymous per fare i bilanci: messe di
fronte a una scomparsa del movimento o a un suo rilancio, però, probabilmente
voterebbero per il secondo. Magari già a partire dal prossimo 1° maggio, come
vorrebbero alcuni militanti.
Pure le maschere di Anonymous diventano dunque un triste
marchio di fabbrica, tanto quanto le T-shirt del Che. Il Capitalismo fa anche
questo: riesce a trarre profitto perfino dai suoi più acerrimi nemici.
(Fonte: Corriere
della sera)
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