IL TREND ERA GIA’ IN AUMENTO NEL 2012, QUEST’ANNO NON SI
CONTANO PIU’ LE VITTIME
Milano e provincia sembrano essere ritornate negli anni ’70,
quando criminali alla Vallanzasca o le faide tra gli estremisti politici
avevano trasformato il territorio meneghino in un palcoscenico da Romanzo
criminale. Oggi si sta tornando a sparare come allora, forse peggio, e in modo
più inquietante. Perché protagonisti degli omicidi non sono terroristi o
criminali di professione, ma il più delle volte gente comune scombussolata da
un licenziamento, da un divorzio, da un banale litigio, dalle difficoltà
economiche quotidiane. Non mancano comunque omicidi dovuti a rapine.
Un’escalation che ha spinto il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha parlare di
uso dell’esercito; il quale però come noto non ha poteri amministrativi – non
può arrestare per intenderci – dunque sarebbe solo una soluzione di facciata.
In realtà, tra Milano e dintorni, l’anno scorso omicidi e rapine erano già in
aumento.
I DATI NEGATIVI DEL 2012 – Se
i reati denunciati in generale hanno fatto registrare un calo del 7% nel 2012
rispetto al 2011, in aumento sono stati invece gli omicidi e le rapine, con 31
vittime nel 2012 rispetto alle 29 del 2011. In particolare, dei 16 omicidi
registrati quest’anno a Milano, 4 sono rimasti irrisolti.
E il numero delle rapine in abitazione (furti che degenerano
in rapina, non quelle in grande stile messe a segno in passato da bande
dell'Est europeo) che sono aumentate del 40%: 263 contro le 188 del 2011. Poco
tranquillizzante anche il numero di quelle ai danni di esercizi commerciali (+
23%) e quello dei furti, sia in abitazione (+1,5) sia quelli con strappo,
ovvero gli scippi (+15%).
E così Milano si affianca a Napoli (per colpa della Camorra)
e Roma (situazione grave tra il 2008 e il 2010) tra le metropoli italiane più
violente.
Lucio Dalla descrisse bene la complessità di Milano in una omonima canzone:
(Fonte: Corriere
della sera)
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