AL SECOLO Ruth Elizabeth Davis, SI E’ DISTINTA PER LA BRAVURA NEL
CARATTERIZZARE I PERSONAGGI INTERPRETATI. PROMESSA DEL TEATRO, DIVENNE UNA DIVA
DEL CINEMA
sarà
per l’infanzia difficile, gli amori tormentati, un aspetto estetico lontano
dagli stereotipi di Hollywood, le difficoltà d’inizio carriera, fatto sta che
Bette Davis – al secolo Ruth Elizabeth Davis – ha sempre mostrato un carattere
forte e temprato e non si è mai fermata alle prime porte chiuse che lo showbiz
le ha sbattuto in faccia. La sua tenacia l’ha riversata nelle sue
interpretazioni, dando un tocco personale e inconfondibile ai personaggi che le
venivano di volta in volta scritturati. Si è distinta soprattutto quando ha
interpretato donne meschine, egoiste, ambigue, dal passato oscuro. Ma non ha
demeritato anche nel prestare il proprio volto a personaggi “angelici”,
sfortunati, innamorati, perdenti. Il suo viso irregolare, il suo corpo minuto,
il suo sguardo espressivo, l’hanno resa unica e insostituibile. Per la sua
duttilità artistica e per il modo di impersonificare al meglio le protagoniste
cucitegli addosso dai registi, può essere considerata la più grande attrice di
Hollywood.
LA
DIFFICILE INFANZIA - Figlia primogenita dell'inglese Harlow Morrel e
della francese Ruth Favor, venne soprannominata Bette dalla madre, che aveva
letto il romanzo La cugina Bette di Honoré de Balzac. Bette trascorse
un'infanzia tranquilla fino all'età di sette anni, quando il padre abbandonò la
famiglia; la madre, costretta a lavorare per vivere, dovette iscrivere Bette e
la sorella in collegio. In questo periodo Bette iniziò a studiare danza con la
celebre coreografa e ballerina Martha Graham, e ben presto scoprì una grande
passione per la recitazione.
UNA PROMESSA
DEL TEATRO - Dopo essersi diplomata alla Cushing Academy, non riuscì ad
essere ammessa alla scuola di recitazione "Eva Le Galienne's Manahattan
Civic Repertory". Passò così alla "John Murray Anderson's Dramatic
Scool" e, per pagarsi gli studi, posò nuda per la scultrice Anne Coleman
Ladd, trovando anche un lavoretto come cameriera.
All'accademia si distinse per la
sua bravura nella recitazione in uno spettacolo off Broadway, dal titolo The
Earth Between (1923), guadagnandosi l'approvazione dei suoi insegnanti. Sue
compagne di corso erano all'epoca Katharine Hepburn e Lucille Ball. Il debutto
ufficiale avvenne, sempre a Broadway, verso la fine degli anni venti, con
Broken Dishes, in cui ottenne grande successo di pubblico e di critica.
L’APPRODO
ALLA WARNER - Nonostante avesse vinto nel 1930 un premio come
"migliore attrice giovane dell'anno", il produttore Samuel Goldwyn si
rifiutò categoricamente di scritturarla, considerandola "troppo
brutta"; tuttavia, nel 1931, Bette fece il suo debutto cinematografico con
la casa produttrice Universal, come protagonista nel film Bad Sister, primo
film girato con la Universal, al fianco di un emergente Humphrey Bogart, i due
attori lavoreranno insieme in altri film tra cui: Three on a match (1932),
Mervin LeRoy e La foresta pietrificata (1936), Tramonto (1939), Archie Mayo già
sotto contratto con la Warner lancerà, definitivamente, la carrierà
dell'attore.
L'anno successivo stipulò un
contratto di sette anni con Jack Warner il quale, al momento della firma, le
rivolse queste parole: "Hai il fascino di Stanlio e Ollio messi assieme,
ma ti prendo per il tuo talento". Sarà proprio alla Warner Brothers, uno
dei più importanti studios di Hollywood, che l'attrice trascorrerà il periodo
migliore della sua carriera, ma dovrà combattere non poco (talvolta anche per
vie legali) per ottenere dai produttori la meritata attenzione.
Farà storia la "presunta"
dichiarazione di odio di Bette Davis nei confronti di Joan Crawford, diva della
MGM. Nel 1934 la Davis ottenne il suo primo grande successo interpretando, per
la RKO, il melodramma Schiavo d'amore (Of Human Bondage) di John Cromwell, in
cui impersonò con superba cattiveria una cameriera che sfrutta l'amore e la
dedizione di uno studente.
Questo decennio d’oro le portò due
Premi Oscar: nel 1936 l'attrice vinse il suo primo Oscar come miglior attrice
protagonista per il film Paura d'amare (Dangerous, 1935). A detta della stessa
Davis, tale premio fu una sorta di atto riparatorio, poiché l'Oscar le era
stato negato l'anno prima, per la sua interpretazione in Schiavo d'amore.
Nel 1938, per una sorta di ripicca,
l'attrice si fece costruire una parte su misura (ossia quella di una testarda
donna del Sud) nel sontuoso film in costume Figlia del vento (Jezebel), diretto
da William Wyler, facendosi addirittura modellare un vistoso abito di colore
rosso, stretto in vita e molto scollato, che la rese quanto mai seducente.
Figlia del vento ottenne un grande successo, e per la sua interpretazione Bette
Davis ricevette il suo secondo Oscar.
ANNI ’40 E
’50 TRA ALTI E BASSI - Durante i primi anni quaranta Bette Davis conobbe
un susseguirsi di trionfi: fu una moglie fedifraga e assassina in Ombre malesi
(The Letter, 1940), una perfida donna del Sud, avida di denaro in Piccole volpi
(The Little Foxes, 1941), entrambi diretti da William Wyler, e un'aristocratica
- prima bruttina ed insicura poi bella e disinvolta - in Perdutamente tua (Now,
Voyager, 1942) di Irving Rapper. Tuttavia, verso la fine del decennio,
l'attrice si rese conto che la Warner Brothers le proponeva ormai solo film di
modesta levatura, cosicché decise di lasciare definitivamente lo Studio presso
cui aveva lavorato per ben diciotto anni.
Dopo un breve periodo di oscurità
artistica, nel 1950 Bette Davis tornò alla ribalta grazie alla mirabile
interpretazione di Margo Channing, una passionale e arguta diva teatrale sul
viale del tramonto in Eva contro Eva (All About Eve) di Joseph L. Mankiewicz,
film sul mondo del teatro, che le valse una nomination all'Oscar e una Palma
d'oro al festival di Cannes. Negli anni seguenti, trovandosi ancora coinvolta
in film di medio livello, tornò a dedicarsi al teatro.
IL RISCATTO
NEGLI ANNI ’60 CON BABE JANE - Iniziò un periodo poco felice per Bette
Davis, la quale, non riuscendo a trovare una scrittura decente, nel 1962 fece
pubblicare un amaro e ironico annuncio in una rivista cinematografica: «Madre
di tre bambini di 10, 11 e 15 anni, divorziata, americana, trent'anni di
esperienza come attrice cinematografica, versatile e più affabile di quanto si
dica, cerca impiego stabile a Hollywood. Bette Davis, c/o Martin Baum, G.A.C.
Referenze a richiesta».
Nello stesso anno si riscattò
grazie a Che fine ha fatto Baby Jane? (What Ever Happened to Baby Jane?),
diretto da Robert Aldrich, capolavoro in stile Grand Guignol in cui fu
strepitosa grazie al suo travolgente istrionismo, nel ruolo di una nevrotica
ex-bambina prodigio che vessa crudelmente la sorella (interpretata dalla sua
storica nemica, Joan Crawford), paralizzata in seguito ad un incidente. Il film
ottenne un grandissimo successo internazionale, e l'interpretazione
dell'attrice fu apprezzatissima sia dal pubblico che dalla critica, tanto da
meritare una nomination all'Oscar.
Nel 1964 la Davis ottenne un nuovo
successo con la sua performance nell'horror gotico Piano... piano, dolce
Carlotta (Hush... Hush, Sweet Charlotte), sempre per la regia di Aldrich, in
cui impersonò una anziana bellezza del Sud che si crede colpevole dell'omicidio
del suo ex-fidanzato. Successivamente l'attrice riceverà poche proposte di alto
livello, e quasi tutte per parti secondarie in film del terrore. A partire
dagli anni settanta si dedicò soprattutto alla televisione.
LE
APPARIZIONI NEGLI ANNI ‘ 70 - Tra le sue sporadiche apparizioni
cinematografiche di questi anni, vanno ricordate quelle in Assassinio sul Nilo
(Death on the Nile, 1978) di John Guillermin, e Le balene d'agosto (The Whales
of August, 1987) di Lindsay Anderson, toccante film in cui apparve accanto a
tre vecchie glorie del cinema, Lillian Gish, Vincent Price e Ann Sothern. Nel
1972 girò in Italia Lo scopone scientifico con Alberto Sordi; i rapporti con
l'attore italiano non sarebbero stati semplici: definirà Sordi antipatico,
maleducato e provinciale.
UNA VITA
PRIVATA INFELICE - Bette Davis si è sposata quattro volte:
- Harmon Nelson (dal 1932 al 1939),
nel 1933 abortì per non compromettere la sua carriera
- Arthur Farnsworth (dal 1940 fino
alla morte di lui nel 1943)
- William Grant Sherry (dal 1945 al
1950), da cui ebbe una figlia, Barbara (1947)
- Gary Merrill (dal 1950 al 1960),
con cui adottò due figli, Michael e Margot.
Nel 1985, la figlia Barbara scrisse
il libro My Mother's Keeper, descrivendo la madre come «...un'isterica
alcolizzata». La Davis rimase molto colpita e nel 1987 replicò a sua volta,
quasi come in risposta, pubblicando l'autobiografico This'n'That (Questo e
quello), in collaborazione con Michael Herskowitz.
Sulla sua solitudine di donna e,
spesso, anche di artista, la Davis aveva precedentemente fatto pubblicare, nel
1962, una prima autobiografia, The Lonely Life: an Autobiografy.
Nell'ultimo periodo della sua vita
la Davis fu afflitta da diversi problemi di salute: dapprima sviluppò una
osteomielite, che riuscì a curare; nel 1983 venne operata di un tumore al seno,
mentre in rapida successione fu colpita da un ictus e poi da un infarto. Nel
1988 partecipò ancora a un film, Strega per un giorno, nel ruolo di Miranda,
una vecchia strega. Morì a Parigi il 6 ottobre 1989, all'età di 81 anni, per
l'aggravarsi del suo male. Pochi giorni prima aveva ritirato un premio alla
carriera al Festival cinematografico di San Sebastiano.
(Fonte: Wikipedia)
Hollywood ne ha partorite di star. Jack Nicholson ad esempio.
RispondiEliminainsieme ad ingrid bergman ma la davis è sicuramente una grande ombre malesi, eva contro eva, che fine ha fatto baby jane sono cult per sempre
RispondiEliminasicuramente tra le migliori....
RispondiEliminaLa migliore in assoluto
RispondiEliminaIo amo Gena Rowlands, dopo ci sono tutte le altre
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