A GroningeN è stata
avvertita una scossa di 3.0. Il governo olandese ha riconosciuto la
correlazione tra l’attività di estrazione e le scosse sismiche. IN ITALIA TUTTO
TACE
Quando lo scorso anno, in occasione del terremoto che colpì
l’Emilia Romagna, qualcuno parlò di correlazione tra attività di perforazione
del suolo e scosse sismiche, fu accusato di cialtroneria e di essere profusore
di allarmismo; nonostante si trattasse di esimi scienziati. Per di più il Governo,
con la coscienza non proprio pulita, ha addirittura pensato di elaborare una
legge che mettesse a tacere chi fa dell’allarmismo in rete. Intanto la
stessa cosa è accaduta anche in Olanda, dove però c’è stata un’ammissione
ufficiale della correlazione.
IL CASO DI GRONINGEN - A
Groningen in Olanda è stata avvertita una scossa di 3.0 che ha allarmato la
popolazione. Il governo olandese ha riconosciuto la correlazione tra l’attività
di estrazione e le scosse sismiche che da tempo stanno interessando la zona. Un
dipendente della compagnia petrolifera NAM che ha forti interessi nel
territorio Olandese ha affermato: “Abbiamo sempre saputo che il fracking causa
terremoti“. L’estrazione petrolifera regala all’Olanda oltre 25 miliardi l’anno
senza i quali l’intero paese sarebbe da tempo finito come Cipro.
Eppure chi ha pronunciato quella frase choc in Olanda ha un
nome e un cognome. Si tratta di Chiel Seinen, rappresentante della compagnia
petrolifera NAM che ha detto senza pensarci due volte: “Se a chi abita a
Groningen non piace questa situazione non dovrebbe fare altro che trasferirsi
altrove”. Subito dopo ammette: “Fino ad ora abbiamo sempre saputo che
l’estrazione di gas avrebbe potuto causare terremoti, ora non sappiamo cosa
potrebbe accadere”. La compagnia petrolifera NAM è un consorzio che unisce
Royal Dutch Shell Plc e Exxon Mobil Corp.
L’ALLARME DEGLI SCIENZIATI NEL CASO
EMILIA - Ad Overture, programma radiofonico condotto da David
Grammiccioli, si parla di quello che il Governo avrebbe dovuto dire ma non ha
detto. Le introspezioni geologiche per la ricerca di idrocarburi e di gas
naturali in Emilia Romagna potrebbero essere quasi sicuramente la causa
scatenante del terremoto.
Lo disse anche la Dottoressa Maria Rita d’Orsogna, docente
di Matematica presso l’Università di Northridge in California, In tempi
insospettabili quando, nel 2008 si avvicinava l’ipotesi di petrolizzare
l’Abruzzo. Anche in quell’occasione la Professoressa D’Orsogna decise di
spendersi per quella che è la sua terra di origine. Cominciarono una serie di
conferenze stampa, congressi che la Professoressa aveva preferito tenere
prevalentemente in Italia per divulgare quelli che sono gli effetti di
trivellazioni da petrolio. Oltre a parlare di quelli che sono i danni provocati
dall’idrogeno solforato o acido solfidrico che causa modificazioni di DNA,
cancro e perdita istantanea di memoria oltre a danni permanenti ed immediati
nel cervello, aveva anche parlato di un aspetto che tutti hanno posto in
secondo piano: Il terremoto.
La professore’Orsogna aveva anche avvertito che “in giro per
il mondo ci sono zone non-sismiche che lo sono diventate dopo le estrazioni
petrolifere. In Russia ad esempio, alcune scosse del grado 7.3 della scala
Richter sono state direttamente attribuite alle trivelle per stessa ammissione
dei petrolieri; in Indonesia un vulcano continua ad emettere fango grazie a
perforazioni risalenti al 2004. Ci sono anche teorie secondo cui lo tsunami
asiatico è stato amplificato dalle estrazioni di quasi 10 milioni di metri cubi
di petrolio in Indonesia da parte della Exxon-Mobil”. Intanto la camera dei
deputati ha approvato il Disegno di legge 1441, che sottrae alle Regioni e ai
Comuni la valutazione di impatto ambientale in relazione alle concessioni di
estrazione petrolifera.
ITALIA APPETIBILE - Nel
frattempo le compagnie guardano con occhio attento all’Italia, il paese che potrebbe
regalare molti milioni di metri cubi di petrolio estratto dal sottosuolo,
oppure di biogas. Non importa se il petrolio è di pessima qualità a causa
dell’alto tasso di zolfo che necessiterebbe milioni di euro l’anno per la
manutenzione di ogni singolo centro oli, corrodendo i tubi nel giro di 90
giorni. Come disse la Medoil Gas per il progetto di Ombrina 2: “Ci sono molti
metri di mare ad attutire il danno!“.
Del resto, non è un caso che la regione più sismica
d’Italia, la Basilicata, sia quella più stressata dall’attività estrattiva di
petrolio e gas fin dal dopoguerra. Ma meglio non dirlo in giro. Saremmo degli
ignoranti allarmisti…
E l'uomo che spesso crea i distastri..
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