Di fronte a lui si
aprono due strade: o l'affidamento in prova ai servizi sociali o gli arresti
domiciliari
La tanto
attesa sentenza per l’imputato Silvio Berlusconi è arrivata giovedì. E alla
conferma di condanna a quattro anni di reclusione per frode fiscale (anche per gli
altri tre imputati del processo Mediaset, gli ex dirigenti di Mediaset Daniele
Lorenzano e Gabriella Galetto e il produttore cinematografico Frank Agrama) l’Italia
si è divisa tra chi ha esultato e chi si è rammaricato. Ma entrambe le parti
forse non sanno che dei quattro anni di reclusione, tre sono coperti da
indulto; mentre l'anno residuo sarà da scontare ai domiciliari o con
l'affidamento ai servizi sociali. In parole povere, il Cavaliere in carcere non
ci va. Per di più, la Cassazione ha pure annullato la sentenza limitatamente
alla pena accessoria a carico dell'ex premier, l'interdizione dai pubblici
uffici per cinque anni, e ha disposto il rinvio alla Corte d'Appello di Milano
per la rideterminazione della pena accessoria.
LE DUE POSSIBILI STRADE - Di
fronte a lui si aprono due strade diverse: o l'affidamento in prova ai servizi
sociali o gli arresti domiciliari. Inoltre, i tempi per l'esecuzione della
condanna non saranno affatto stringenti: l'iter burocratico potrebbe richiedere
fino un anno prima che il Cavaliere possa scontare l'anno di pena che gli resta
-i primi tre sono coperti dall'indulto-. Questo poiché lui non è un condannato
detenuto, la sua pena non è elevata e, inoltre, l'arretrato degli uffici da
smaltire non è certo irrilevante.
Si tratta di una questione prettamente burocratica. La
Procura di Milano, la quale avrà l'impegno di controllare l'esecuzione della
pena, dovrà infatti aspettare la trasmissione del dispositvo della sentenza e
l'estratto esecutivo potrebbe impiegare diversi giorni prima di raggiungere il
capoluogo lombardo. Una volta ottenuta la documentazione, la Procura emetterà
quindi un ordine di esecuzione con sospensione della pena, poichè essa è
inferiore ai tre anni. A quel punto, una volta ricevuta la notifica, l'ex
premier avrà a disposizione trenta giorni di tempo -che partono dal 16
settembre, considerato il periodo di ferie del Tribuanale- per decidere che
genere di pena voglia scontare, se i servizi sociali o i domiciliari. Una volta
compiuta la scelta, questa dovrà essere poi valutata dal Tribunale di
Sorveglianza.
E' quasi scontato che Berlusconi richieda l'affidamento in
prova. Anche se potrebbero trascorrere mesi prima che il giudice di
Sorveglianza competente riesca a fissare un'udienza durante la quale discutere
la richiesta del condannato e, successivamente, dichiararne l'affidamento. Se,
però, Berlusconi non volesse scegliere i servizi sociali, come già dichiarato
nei giorni scorsi -la quale sarebbe una decisione quanto meno contro-corrente-,
dovrebbe attendere la scadenza dei trenta giorni, ricadendo così nella
cosiddetta "doppia sospensione di pena" che, però, non prevede il
carcere.
La Procura chiederebbe dunque i domiciliari che dovranno
comunque essere valutati dal Tribunale di Sorveglianza, il quale deve appurare
che vengano rispettati i tre requisiti di base: una pena da scontare inferiore
ai 18 mesi, un domicilio idoneo e la non pericolosità sociale.
Se Berlusconi optasse per questa possibilità si
risparmierebbe ore di lavoro, ma dovrebbe sottostare a maggiori restrizioni da
parte dell'autorità.
Certo, non andrà in carcere. Ma resta la vergogna di essere
stati governati per 9 anni da un evasore fiscale. Aspettando peraltro altri
processi – i casi Tarantini e Ruby – riguardo le escort e la prostituzione
minorile. In questi casi, ad essere stata frodata è la moralità delle
istituzioni italiane.
SONDAGGIO
Se giovani e adulti ritengono con una cospicua maggioranza che il Cavaliere debba ritirarsi, gli over 55 ritengono invece che debba continuare riproponendo Forza Italia.
(Fonte: Articolotre,
LaRepubblica)
Si farà un annetto dorato nella sua villa ad Arcore con escort di lusso, gli altri tre anni glieli riducono con l'indulto. Purtoppo ha vinto ancora lui. Ma non passi più da me? Ciao.
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