sabato 12 ottobre 2013

ANNAMARIA FRANZONI GIA’ PUO’ USCIRE DAL CARCERE DI GIORNO

CONDANNATA A 16 ANNI PER AVER UCCISO IL FIGLIO DI SOLI 3 ANNI, PUO’ USCIRE DI GIORNO PER LAVORARE IN UNA COOPERATIVA

Dopo Erika e Omar e Pietro Maso, un’altra omicida esce anzitempo dal carcere: Annamaria Franzoni. Nel 2004, in primo grado, venne condannata a 30 anni di reclusione accusata di aver ucciso il figlio Samuele di soli 3 anni nel gennaio 2002; pena poi ridotta a 16 anni in appello nel 2007. Ma ora la Franzoni beneficia di un ulteriore sconto: ha potuto lasciare il carcere della Dozza, dove è detenuta, per recarsi al lavoro in una cooperativa del bolognese. Il giudice l'ha infatti ammessa al lavoro esterno dal carcere di Bologna e la Franzoni puo' uscire la mattina per poi rientrare la sera nella struttura penitenziaria.

IL CASO - Il piccolo Samuele Lorenzi, 3 anni, venne dichiarato morto quella mattina del gennaio 2002. La mamma Annamaria aveva avvertito il 118 e il medico di famiglia un'ora e mezzo prima, dichiarando che il piccolo "vomitava sangue". L'esame autoptico rivelò poi che Samuele era stato fatto oggetto di ben 17 colpi al capo inferti con un oggetto metallico (che non è mai stato ritrovato). Quaranta giorni dopo, Annamaria Franzoni venne iscritta nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio. La donna ha sempre sostenuto che in casa, durante una sua breve assenza quella mattina per accompagnare allo scuolabus l'altro figlio Davide, sarebbe entrato qualcuno che avrebbe ucciso il piccolo.

L'EX AVVOCATO TAORMINA GLI CHIEDE 771MILA EURO -  Intanto Carlo Taormina, avvocato ed ex deputato Pdl, cita i coniugi Franzoni (con Annamaria anche il marito Stefano Lorenzi) davanti al tribunale civile di Bologna per vedersi riconosciuto il suo onorario, pari a 771mila euro. Il legale reclama quanto dovutogli per anni di spostamenti in aereo e in auto e per le indagini difensive (dal 2002), ma anche per l'impegno mediatico, a sua detta sollecitato dai Franzoni, concretizzatosi in conferenze stampa, in comunicati e in ospitate tv.
Taormina ha mantenuto l'incarico fino all'autunno 2006, per poi formalizzare la rinuncia nell'inverno 2007. La forte esposizione mediatica sul caso di Cogne, a suo dire, gli ha procurato conseguenze dannose.

La giustizia italiana avrebbe bisogno di una riforma vera e giusta. Ma qualcuno parla di nuovo di Amnistia e Indulto…

(Fonte: Libero1, Libero2)

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