LE ACCUSE ARRIVANO DA DUE EX ATTIVISTE CHE HANNO DECISO DI
ABBANDONARE LE FEMMINISTE DEL TERZO MILLENNIO
Le vediamo ogni tanto con le tette al vento, ricoperte da
scritte di protesta, nelle più disparate occasioni per ribadire i diritti delle
donne. Sono le Femen, un movimento di protesta ucraino fondato a Kiev nel 2008.
Nell'aprile del 2011 l'organizzazione ha annunciato la realizzazione di punti
di riferimento oltre confine a Parigi, Varsavia, Zurigo, Roma, Tel Aviv, Rio de
Janeiro. Due attiviste uscite dalla loro organizzazione ne hanno però messo a
nudo (è proprio il caso di dirlo) la vera natura. Realtà o solo ripicca?
L’ACCUSA DI ISLAMOFOBIA - Amina
Sboui, l'attivista tunisina che aveva fatto scandalo pubblicando una foto a
seno nudo su Facebook, nell’agosto dello scorso anno ha annunciato di aver
lasciato il gruppo Femen accusandolo di 'islamofobia'. "Non voglio - ha
detto in un'intervista sull'edizione maghrebina dell'Huffington Post - che il
mio nome sia associato con un'organizzazione islamofobica". "Non mi è piaciuta l'azione intrapresa
dalle ragazze davanti all'Ambasciata di Parigi gridando 'Amina Akbar, Femen
Akbar", ha aggiunto allundendo alla parodia delle ragazze dell'invocazione
'Allah akbar', 'Dio è il più grande'. "Questo offende molti musulmani e
molti miei amici. Bisogna rispettare ogni religione" ha aggiunto la
ragazza.
Il 19 maggio dell’anno scorso Amina era stata arrestata e
condotta nel carcere di Messaadine con l'accusa di aver imbrattato il muro del
cimitero di Kairouan, città dove era previsto il congresso del gruppo
Ansar-al-Charia. Alla fine di agosto la ragazza era stata rimessa in libertà in
attesa di processo. Appena rilasciata aveva messo nuove foto a seno nudo sul
suo profilo Facebook. "Non so da chi è finanziato il movimento delle Femen
- ha detto Amina - l'ho chiesto varie volte ma non ho avuto risposta. E se
fosse finanziato da Israele?".
UNA SETTA DI FANATICHE –
Qualche giorno fa un’altra attivista, Alice, è stata invece la prima a
denunciare dall’interno i metodi usati dalle Femen per «indottrinare» e
«asservire» i propri membri. Derive settarie, discriminazioni, lavaggio del
cervello: sarebbe questo il volto nascosto del movimento femminista, secondo la
testimonianza di Alice, trentenne parigina, uscita dal «clan» dopo un anno e
mezzo di attivismo, decisa a scrivere un libro sulla sua esperienza. La donna partecipò
anche alla clamorosa irruzione a seno nudo nella cattedrale di Notre-Dame.
LA STORIA DEL GRUPPO - La
fondatrice del movimento FEMEN è Anna Hutsol. Nata il 16 ottobre 1984 a
Murmansk, in Russia, da una famiglia ucraina, è un'economista con un background
nell'ambito del teatro e usa questa esperienza per far guadagnare attenzione
mediatica alla sua causa.
Durante un'intervista del quotidiano britannico The
Guardian, Inna Shevchenko ha affermato che il togliersi gli indumenti durante
le proteste serve affinché "le persone possano vedere che non abbiamo
armi, eccetto i nostri corpi" e che questo comportamento, "in un
mondo che appartiene agli uomini", è l'unico per "provocarli e
catturare l'attenzione di tutti".
Il 18 settembre 2012 è stato aperto un centro FEMEN nel
diciottesimo arrondissement di Parigi e il giorno seguente l'associazione è
stata ufficialmente riconosciuta in Francia, diversamente da quanto accadeva in
Ucraina. Lo scopo del centro è di formare «nuovi soldati femministi» per una
lotta «globale» contro le discriminazioni per poi potersi espandere a New York,
Montréal e San Paolo.
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