INIZIATA COME ALTROVE A INIZIO ANNI ’90, E’ ANCORA OGGI IN
CORSO. DOPO UN LUNGO COMMISSARIAMENTO, LA GESTIONE ORDINARIA DEGLI ULTIMI MESI
NON HA APPORTATO MIGLIORAMENTI
Tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008, i Telegiornali ci
hanno inondato di immagini riguardanti l’emergenza rifiuti a Napoli. Immagini
tendenti soprattutto alla denigrazione, visto che le montagne di rifiuti che
mostravano nei servizi riguardavano soprattutto la provincia e per giunta,
anche parte di quella casertana. Nello stesso periodo altre zone d’Italia non
stavano messe molto meglio, come Roma, Palermo, Messina o Reggio Calabria (all'epoca ne parlai qui). Ma
occorreva puntare su Napoli, perché il trend giornalistico imponeva quello. Oggi,
la Regione che sta messa peggio è la Calabria, la cui emergenza rifiuti è partita
a inizio anni ’90 come in Campania e in Lombardia, ma rispetto ad esse non è
stata ancora risolta.
LA SITUAZIONE - Un'emergenza
rifiuti che ci trascina dagli anni '90 senza alcun percepibile miglioramento.
Prima un lunghissimo commissariamento di circa 20 anni, per poi passare in
questi mesi ad una fase di gestione ordinaria che ha solo pensato a gestire
l'emergenza proponendo una corsa sfrenata alle discariche.
La situazione rifiuti in Calabria è diventata decisamente
drammatica. Alla difficoltà di costruire un convincente piano regionale, la
classe politica regione, evidenzia la sua superficialità e incapacità, non di
meno, ancora oggi si legge dell’ipotesi di affidare la gestione dell'emergenza
(infinita) e del nuovo ciclo e della raccolta differenziata ai prefetti, magari
proseguendo sulla strada di privilegiare gli affari delle società che
gestiscono le discariche.
Considerato che ormai i Comuni non hanno poteri su come
gestire l’emergenza dei rifiuti, dovendosi attenere alle indicazioni della
Regione, costringendo gli stessi a rivolgersi alle società che gestiscono la
raccolta e anche le discariche, mettendo in atto affari speculativi, grazie al
quale prendono quasi ottanta euro a tonnellata.
L’INCAPACITA’ DI CHI GOVERNA
- La Regione si contraddistingue per una totale assenza di politiche per la
prevenzione dei rifiuti e per contrastare le attività illecite connesse al
ciclo dei rifiuti, servono decisioni coraggiose e politiche adeguate che ad
oggi non si intravedono.
Serve un piano straordinario che incentivi la raccolta porta
a porta, soprattutto dell'organico, oltre la realizzazione di tanti impianti di
compostaggio e di centri comunali di raccolta, evitando assolutamente il
conferimento in discarica dei rifiuti non pretrattati, partendo da un accordo
efficace, efficiente e trasparente con i consorzi di filiera per il riciclaggio
dei materiali differenziati.
Probabilmente il governatore Scopelliti è sempre più
impegnato dalle sue grane giudiziarie: dopo la requisitoria del processo “Caso
Fallara”, gli sono stati contestati i reati di falso in atto pubblico e abuso
d'ufficio sugli 87 milioni di buco nei bilanci del comune di Reggio Calabria.
Ormai è sotto gli occhi di tutti l’incapacità del duo
Scopelliti-Pugliano (quest’ultimo Assessore regionale all’Ambiente) nella
gestione dei rifiuti, per la totale mancanza di una reale strategia e
prospettiva regionale con il conseguente disastro ambientale.
(Fonte: Contropiano)
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