DA DESTRA, CENTRO E SINISTRA, SONO DIVERSI I “TROMBATI” A
LIVELLO NAZIONALE CHE CERCHERANNO UNO SCRANNO EUROPEO
Nonostante sia lì che si stabiliscono le fondamenta dell’ordinamento
legislativo nazionale, nel Parlamento europeo ci finiscono personaggi
televisivi o politici ormai falliti in cerca di collocazione. In vista delle
prossime elezioni politiche sono diversi quelli che proveranno a guadagnarsi
uno scranno europeo, avendolo ormai perso, forse definitivamente, a livello
nazionale. A permetterglielo il fatto che il sistema elettorale europeo sia di
tipo proporzionale, sebbene, rispetto al Porcellum con cui abbiamo votato per 8
anni, si possa scegliere il nome del candidato. Ma ovviamente ciò non basta,
perché anche se un candidato prende molti voti, dipende sempre da quanti seggi
riesce ad accaparrarsi il proprio partito di riferimento. Pertanto, finisce per
fungere da semplice “specchietto per le allodole” in favore di qualche
candidato impresentabile. Vediamo dunque chi tenterà l’impresa.
QUELLI DI SINISTRA - Chi da
tempo guarda fuori dai confini di casa nostra è Massimo D’Alema, costretto al
passo indietro giusto un anno fa. Pier Luigi Bersani gli chiese di non ricandidarsi
per dimostrare che non servivano le bordate rottamatrici di Matteo Renzi per
dar luogo al ricambio generazionale. Il sottinteso era che, con Bersani a
Palazzo Chigi, si sarebbero spalancate le porte di un ministero di peso. Forse
proprio quelle della Farnesina, come ai tempi del Prodi bis. Poi la “non
vittoria” del Pd ha lasciato D’Alema fuori dal Parlamento per la prima volta
dal 1987.
Pare che potrebbe essere riciclato pure Antonio Bassolino,
ex Sindaco di Napoli e Governatore della Campania. Non a caso da mesi dispensa
consigli a de Magistris e a Caldoro su come governare rispettivamente Napoli e
la Campania; dimenticando come le ha ridotte in quasi vent’anni di potere.
Anche sua moglie, Anna Maria Carloni, ex senatrice nelle file di Ds e Pd, e fatta
fuori dal sistema delle Primarie, potrebbe provare a diventare
europarlamentare.
E potrebbe avere un’occasione anche Goffredo Bettini, deus
ex machina della sinistra romana per un ventennio e scomparso dai radar da
tempo. Lo scorso anno Bettini è stato il regista dell’operazione che ha fatto
ottenere la fascia tricolore a Ignazio Marino ma pochi mesi dopo la vittoria
elettorale il rapporto fra i due è sceso ai minimi termini.
QUELLI DI CENTRO - In cerca
di riconferma è invece un altro desaparecido, passato dal centrodestra al
centrosinistra (e ritorno): Clemente Mastella. Un anno dopo aver fatto cadere
Romano Prodi, Silvio Berlusconi lo ricompensò con una candidatura a Strasburgo
sotto le insegne del Pdl. L’ideale, per un signore delle preferenze come lui.
Da par suo, l’ex Guardasigilli non deluse le aspettative: raccolse 115 mila
voti e nella “sua” Benevento ne prese perfino più del Cavaliere, che allora era
premier (23.792 contro 21.512). Ed è di nuovo con Berlusconi, senza filtri né
intermediari, che Mastella è in trattativa in questi giorni.
Alla veneranda età di 86 anni non pare intenzionato a
rinunciare allo scranno nemmeno Ciriaco De Mita, entrato in Parlamento oltre
mezzo secolo fa (era il 1963) e pure lui eurodeputato uscente. Basta ricordare che
nel 2008 disse addio al Pd perché Walter Veltroni non lo voleva candidare al
Senato. L’ex segretario Dc ci mise un attimo: un colpo di telefono a Pier
Ferdinando Casini e subito ottenne un posto in lista. Non venne eletto ma
l’anno dopo finì a Strasburgo con 56 mila preferenze. Adesso, in rotta con
l’Udc, girano voci che sia intenzionato a tornare nel Pd. O magari finire nel
listone centrista, purché venga candidato.
Quasi certa è anche la candidatura di Antonio Di Pietro,
affondato dagli scandali in salsa Idv e dall’insuccesso di Rivoluzione civile.
L’ex pm, che già da mesi ha manifestato l’intenzione di tornare in pista,
ambisce a guidare la lista in tutta Italia, per fare da traino a un partito in
stato comatoso e aumentare le possibilità di elezione. In una delle ultime
riunioni del partito, però, Di Pietro è finito in minoranza.
Sicura ricandidatura anche per il giornalista “identitario”
Magdi Cristiano Allam, che di recente ha detto addio a Casini (che l’ha fatto
eleggere nel 2009) ed è passato con Giorgia Meloni.
QUELLI DI DESTRA - Altro nome
dato per certo è quello di Claudio Scajola. Da tempo l’ex ministro dello
Sviluppo economico, costretto alle dimissioni nel 2010 per la casa al Colosseo
acquistata a sua insaputa, sta cercando di tornare in ballo. Adesso che il
tribunale di Roma lo ha anche assolto per quella vicenda, Scajola - che in
Liguria può contare su un consistente pacchetto di preferenze - è determinato a
far valere tutto il suo peso elettorale.
Stando ai rumors, sotto la rediviva fiamma di An potrebbe
tentare la fortuna in Europa Gianni Alemanno, ex Sindaco di Roma, attualmente
relegato al misero ruolo di consigliere comunale di opposizione in Campidoglio.
(Fonte: L’Espresso)
così com'è adesso, è la cosa più inutile che esista, e ci vanno i riciclati e i trombati
RispondiEliminaVanno interdetti!
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