La legge che
istituisce la commissione è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso
gennaio, ma da allora nulla di fatto. IL TUTTO MENTRE IL PENTITO IOVINE
STA SVELANDO IMPORTANTI SCENARI SUI RIFIUTI
Il solito spot della politica, il solito fumo gettato negli
occhi dei cittadini per calmare l’opinione pubblica e dare una parvenza
d’impegno e determinazione. All’indomani dello scoppio del caso “Terra dei
fuochi”, l’allora Governo Letta ha deciso di istituire a dicembre una
Commissione bicamerale d’inchiesta sulle Ecomafie. La legge che la istituisce è
stata così pubblicata come da prassi in Gazzetta Ufficiale a gennaio, ma, da
allora, nulla di fatto. I partiti di maggioranza non hanno ancora trovato un accordo
sul nome del Presidente e mancano altresì alcuni nominativi per completare la
commissione.
IL TEATRINO POLITICO - Nel Pd
avanza quello di Alessandro Bratti che già nella scorsa legislatura è stato
componente della bicamerale, ma c’è chi chiede di bilanciare visto che anche
l’antimafia è a guida democratica. Ncd vorrebbe indicare un proprio presidente
e c’è chi suggerisce il nome di Giuseppe Esposito, senatore campano, già
vicepresidente del Copasir. I partiti alla Camera dei Deputati hanno fornito i
nominativi dei componenti, all’appello mancherebbero, invece, due senatori che
dovrebbe essere indicati rispettivamente da Ncd e Gal. Il Presidente del Senato
potrebbe nominare direttamente i componenti dai gruppi mancanti per evitare
ulteriori rinvii.
Al momento solo un fatto è certo: la commissione non c’è.
Stabilita la composizione poi si dovrebbe affrontare il nodo della presidenza.
Un ritardo nella costituzione inusuale, ma soprattutto grave visto i poteri a
disposizione dell’organismo parlamentare, stabiliti dalla legge istitutiva che
recita: “La Commissione procede alle indagini e agli esami con gli stessi
poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria”.
INTANTO IOVINE… Il boss
pentito Antonio Iovine, che sta svelando i legami tra il clan dei Casalesi e i
politici di ogni colore, racconta l’interesse dei casalesi per le piattaforme
di stoccaggio delle ecoballe confermando inchieste pregresse e ricostruzioni
giornalistiche; l’ultima indagine della magistratura partenopea ha svelato
intrecci tra uomini dello stato e camorra con l’ombra della massoneria dietro
la realizzazione della discarica di Chiaiano. Vicende che, insieme alla
presunta trattativa tra casalesi e personale istituzionale nel grande affare
rifiuti, lasciano domande inevase e richieste di chiarimento.
L’IMPORTANZA CHE AVREBBE LA
COMMISSIONE – Del resto, nella delicata questione della terra dei
fuochi, oltre le innumerevoli promesse e parole, la bicamerale potrebbe
finalmente stilare una lista, ascoltando pentiti e investigatori, delle ditte
coinvolte nello smaltimento illegale dei rifiuti speciali per evitare che le
imprese che hanno inquinato partecipino al banchetto delle bonifiche. C’è la
vicenda che ha riguardato l’arresto dell’ex ministro dell’Ambiente Corrado
Clini così come il caso della discarica di Bussi e il grande affare della
riqualificazione dei siti industriali dismessi. E tanti tanti altri casi
irrisolti.
La commissione bicamerale avrebbe dunque da affrontare innumerevoli
urgenze se solo venisse costituita e iniziasse i suoi lavori. La sua mancata
istituzione è causata solo dal solito litigio per le toto-nomine, oppure c’è
una precisa volontà politica affinché essa non inizi i lavori?
(Fonte: Il
Fatto quotidiano)
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