QUELL’ANNO Il
ministro dell'economia della Berlino nazista, Walter Funk, organizzO’ una
conferenza con economisti, politici e i vertici delle maggiori industrie, NELLA
QUALE AVANZo’ L’IDEA DI UNA Società economica europea
Spesso,
goliardicamente, gli euroscettici accostano la Cancelliera Angela Merkel a
Adolf Hitler, perché con le dovute differenze, incarna quell’idea di Germania forte
che domina sull’Europa. Che impone i suoi diktat e Nein ai Paesi che vorrebbero
qualche sconticino in termini di Austerity. Ma il paragone non è poi così
assurdo: un’idea di moneta unica europea, di unione economica tra i Paesi
europei mediante interscambi commerciali, era già venuta al Nazismo negli anni
’40. L’euro pensato per la prima volta da Hitler e i suoi collaboratori; l’euro
difeso dalla Merkel e i suoi collaboratori oggi.
QUELLA CONFERENZA DEL ’42 - 1942.
Terzo Reich. Il ministro dell'economia della Berlino nazista, Walter Funk,
organizza una conferenza con economisti, politici e i vertici delle maggiori
industrie. La questione sul tavolo è che uso fare dei territori conquistati e
da conquistare. Albert Speer, l'allora ministro degli armamenti, suggerisce la
necessità di coinvolgere le altre economie europee. Nasce un progetto dal nome
inequivocabile: Europaische Wirtschaftgesellschaft. Che tradotto in italiano
suona più o meno così: «Società economica europea». Un sistema di scambi
commerciali, di trattati industriali basati sull'utilizzo di una sola moneta.
Speer, durante gli interrogatori condotti dagli Alleati dopo la guerra, aveva
dichiarato che per il nazismo il mero sfruttamento sarebbe stato insufficiente.
«Meglio risollevare», aveva aggiunto, «singole economie e inserirle in un
sistema tariffario unico per realizzare una produzione industriale su larga
scala». Senza dazi, senza tariffe e con una sola valuta. Vi ricorda qualcosa?
Tipo l'euro o la Cee?
IL PARERE DEGLI STORICI - La
risposta nel corso degli anni è arrivata da molti complottisti, ma anche da
lucidi politici. Nel 2002 Boris Johnson, quando era giornalista per lo
Spectator e prima di diventare sindaco di Londra, scrisse un lungo editoriale
per affiancare l'euro ad Adolf Hitler. «Oggi, per noi, la prospettiva di
revanscismo tedesco sembra ridicola e le difficoltà di integrazione europea
sembrano molto preoccupanti. Può essere vero che ciò ci turbi di più», ebbe a
scrivere, «proprio per il fatto che non siamo stati conquistati da Hitler. Ma
dire che l'euro non ha nulla a che fare con la guerra, o Hitler, è assurdo».
La frase -un po' fortina - trae la sua origine da alcuni
libri pubblicati nel decennio precedente. Uno di quelli che fece più scalpore è
da attribuire allo storico John Laughland. The Tainted Source (La sorgente
infetta), ovvero le origini antidemocratiche dell'idea europea. Lo storico
arriva a capovolgere la tradizione e cerca di dimostrare che il progetto di
un’Europa unificata non è figlio del pensiero liberale, ma delle ideologie
totalitarie. E che lungi dal rappresentare una conquista di libertà, il
superamento della sovranità nazionale mina alle basi stesse dello Stato di
diritto. Ovviamente, l'idea dell'Europa comune targata Hitler sarebbe stata più
che un’utopia irrealizzabile un incubo indescrivibile, il fatto è che, secondo
alcuni storici, il progetto nato da quella terribile Conferenza del 1942
avrebbe poi dato ai padri fondatori della Cee una serie di spunti.
(Fonte: Libero)
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