A CELEBRARLO L’OSSERVATORE ROMANO, DEFINENDOLO: “La migliore opera su Gesù nella storia del
cinema”
Il
meraviglioso film di Pier Paolo Pasolini, Il Vangelo secondo Matteo, compie
cinquant’anni. E a celebrarlo è perfino il giornale più vicino al Pontefice,
L’Osservatore romano, che lo definisce nel numero di qualche giorno fa: “La
migliore opera su Gesù nella storia del cinema”. Un altro segno del nuovo corso
della Chiesa improntato da Papa Francesco, dato che Pasolini è stato sempre
considerato dal Vaticano uno scrittore “eretico”. Non a caso il film allora fu
pesantemente attaccato, insieme a un’altra opera del regista-scrittore: La
ricotta.
LA RECENSIONE DEL GIORNALE -
In linea con il pontificato che mette al centro «le periferie geografiche ed
esistenziali», il quotidiano della Santa Sede riconosce in Pasolini
«l’abbandono al fluire della pagina evangelica». L’autore «maledetto» affida
allo sguardo della cinepresa «un afflato espressivo religioso». Ora la
Filmoteca vaticana ha digitalizzato l’opera, benedetta come «una
rappresentazione che tocca corde sacre e prende le mosse da un sincero
realismo». La Passione pasoliniana, che nel ’64 vinse il premio speciale della
giuria alla mostra del cinema di Venezia, ha un Cristo interpretato da un
sindacalista antifranchista, la Madonna anziana impersonata dalla madre dello
stesso regista, la scena disseminata dai volti dei sottoproletari e la scabra
ambientazione dei Sassi di Matera.
I riferimenti alla pittura del Quattrocento sono «scenario
interiore e presepe intimo in cui far confluire la propria tormentata e per
molti versi contraddittoria ideologia». E così, loda l’Osservatore Romano,
«l’umanità febbrile e primitiva che il regista porta sullo schermo conferisce
un vigore nuovo al verbo cristiano». Anzi il Vangelo «in questo contesto appare
ancora più attuale, concreto, rivoluzionario».
Quindi, «che sia un film su una crisi in atto o su un suo
superamento, rimane comunque un capolavoro e probabilmente il miglior film su
Gesù mai girato». E «sicuramente quello in cui la sua parola risuona più
fluida, aerea e insieme stentorea, scolpita nella spoglia pietra». Manifesto e
simbolo della «Chiesa povera per i poveri» di Francesco.
IL FILM - Il Vangelo secondo
Matteo fu diretto nel 1964 da Pier Paolo Pasolini, incentrato sulla vita di
Gesù come è descritta nel Vangelo secondo Matteo.
Trattando in maniera antidogmatica un argomento di carattere
religioso, l'opera fece sensazione e scatenò un aspro confronto intellettuale
sulla stampa, proseguendo le non sopite polemiche per le accuse di vilipendio
della religione e per i forti interventi censori che avevano condizionato
l'uscita dell'episodio de La ricotta, inserito nel film Ro.Go.Pa.G..
Il regista utilizzò attori non professionisti e comparse
scelte tra la locale popolazione contadina. Molti gli amici del regista che
parteciparono alle riprese e, tra questi, alcuni intellettuali di fama come
Natalia Ginzburg, Alfonso Gatto ed Enzo Siciliano, oltre al solito Ninetto
Davoli. Scelta particolare fu quella della madre Susanna per interpretare la
Madonna anziana.
La figura di Cristo fu affidata al catalano Enrique Irazoqui
allora sindacalista diciannovenne, in Italia per cercare appoggi alla lotta
contro il regime franchista. Venne doppiato da Enrico Maria Salerno.
Il film fu girato in diverse località italiane, ma senza
seguire una traccia geografica precisa. L'idea iniziale era di ambientarlo
negli stessi luoghi della Palestina dove realmente si erano svolte le vicende
narrate, ma presto essa si rivelò poco praticabile, anche per via dei mutamenti
subiti dal paesaggio nel corso dei secoli.
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