LA DENUNCIA SU LIBERO DEL CONSIGLIERE COMUNALE DI FDI
FRANCESCO TORSELLI, CHE GIA’ SGAMO’ ALCUNE MAGAGNE DEL PREMIER DA PRESIDENTE
DELLA PROVINCIA
Matteo Renzi fa trovare facilmente lavoro. E che lavoro.
Poltrone ben pagate sull’asse Firenze-Roma. Basta aver collaborato con lui per
qualche anno dicendogli sempre di sì. E’ questa in estrema sintesi la denuncia
che il consigliere comunale dell’assise fiorentina, Francesco Torselli,
Fratelli d’Italia espone alle pagine di Libero, riportando una lista di tanti
personaggi a cui l’ex Sindaco di Firenze ha rimediato una bella poltrona in
nome dell’onorato “tappetinaggio” di qualche anno. Sono esclusi da essa chi si
trova oggi al Governo o nella Segreteria del Partito democratico.
DA DOVE PROVENGONO - Nel
febbraio del 2010 i collaboratori assunti a chiamata dall’ufficio del sindaco
Renzi erano 39 ex articolo 90 e 14 ex articolo 110 a fronte dei 36
(rispettivamente 26 e 10) della amministrazione precedente. Torselli ha
calcolato che quei lavoratori costavano al Comune 3,8 milioni di euro l’anno,
645 mila in più di quanto speso dalla giunta di Leonardo Domenici.
A causa delle proteste dell’opposizione alcuni di loro
vennero spostati di ruolo o di ufficio allo scopo di realizzare un risparmio
almeno apparente. In realtà nei mesi successivi vennero assunti altri sette
lavoratori a chiamata. A maggio di quest’anno, alla fine del mandato di Renzi,
tutti questi signori avrebbero dovuto perdere il posto. Ma non è stato così.
Per quasi il 50 per cento di loro è già stata trovata una nuova sistemazione
(per 26 su 60). Per altri quattro sembra sia pronta una delibera ad hoc. Il 23
luglio il capogruppo di «Firenze riparte a sinistra» Tommaso Grassi ha
presentato tre interrogazioni al neo sindaco Dario Nardella su «incarichi e
assunzioni a chiamata» per sapere «se il personale assunto nello scorso mandato
(…) è stato riassunto in altre società, enti o associazioni partecipate dal
Comune di Firenze». E in particolare ha puntato l’attenzione su due figure: «il
portavoce del sindaco e capo ufficio stampa» e «l’ex dirigente dell’ufficio
canali di comunicazione esterna».
I NOMI - Il primo si chiama
Marco Agnoletti, già alla ribalta delle cronache per avere ottenuto da Renzi un
incarico dirigenziale nonostante fosse privo dell’indispensabile laurea.
Nel suo curriculum spiccavano la collaborazione
giornalistica al quotidiano Il Tirreno e l’impegno profuso in diversi uffici
stampa del Partito democratico. Da Matteo ottenne uno stipendio di 100 mila
euro lordi l’anno. Nardella, l’ha riconfermato, ma gli ha tolto i gradi per la
mancanza del titolo di studio. Per fortuna Agnoletti non dovrà campare con il
magro salario previsto dal «contratto nazionale per il personale non
dirigenziale del comparto regioni-autonomie locali», avendo ottenuto una
cospicua «indennità aggiuntiva di 56 mila euro», per non dover rimpiangere i
bei tempi andati. L’altro personaggio segnalato da Grassi, pure lui gratificato
da Renzi con un contratto da 100 mila euro, avrebbe già in caldo la poltrona di
una società partecipata dal Comune. Torselli precisa, però, che non esistono
solo questi due casi. Il consigliere ha sulla scrivania un elenco con decine di
nomi sottolineati con l’evidenziatore giallo e con piccole note a margine:
«Trenta su 60 hanno già trovato un posto tra Roma e Firenze. Per gli altri,
probabilmente, servirà solo ancora un po’ di tempo. Come in tutti gli uffici di
collocamento che si rispettino anche qui c’è la coda e io incontro quasi ogni
giorno a Palazzo Vecchio diversi di questi ex articolo 90 e 110». È in fila
pure la figlia del presidente del Tribunale, ingaggiata da Renzi per «gestire
la corrispondenza e i contatti del sindaco con la cittadinanza». Il tutto in
cambio di 36 mila euro. Gli aspiranti lavoratori non perdono fiducia e lo
dimostrano sui social network: «Saremo all’altezza dei sogni più belli #Renzi»
ha retwittato una delle vecchie collaboratrici del premier in attesa di
chiamata. Non sono certo meno entusiasti i diciassette dipendenti riconfermati
nei loro vecchi incarichi.
Dodici sono dirigenti, la fascia più protetta dall’ufficio
del personale renziano. Giacomo Parenti è diventato direttore generale del
Comune, dopo essere stato presidente dell’azienda dei trasporti fiorentina
Ataf. E non è il solo lavoratore a chiamata ad aver fatto carriera. Nove di
loro sono partiti per Roma. L’ex capo di gabinetto Luca Lotti è diventato
sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, mentre sua moglie ha lasciato a
qualcun altro, bontà sua, la scrivania che Renzi le aveva affidato a Palazzo
Vecchio. Antonella Manzione, ex dirigente della polizia municipale fiorentina,
è oggi capo dipartimento per gli affari giuridici e legislativi di Palazzo
Chigi. Giovanni Palumbo è andato a guidare la segreteria romana del premier,
Nicola Centrone quella di Lotti. La senatrice renziana Rosa Maria Di Giorgi ha
trovato posto nel proprio ufficio stampa ad altri due «precari», compresa la
figlia di un direttore di giornale. Per qualcuno si sono invece aperte le porte
delle società in-house del Comune. Per esempio Simone Tani è diventato
amministratore unico della Sas (si occupa di manutenzione e segnaletica
stradale). Il suo predecessore era l’ex allenatore della squadra di calcio di
Lotti. A Palazzo Vecchio, però, non vengono riciclati solo srenziani doc.
Manuele Braghero, ex capo segreteria di Luciano Violante, è il nuovo capo di
gabinetto di Nardella.
LA PRECEDENTE DENUNCIA - Francesco
Torselli, capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale, nel marzo 2013
mise già in crisi l’allora sindaco Renzi presentando un’interrogazione sui
contributi previdenziali che gli venivano erogati dalla pubblica
amministrazione in quanto dirigente in aspettativa della società di famiglia.
Dopo accese polemiche Matteo ha annunciato le dimissioni dal cda di casa
propria, anche perché nel frattempo è diventato presidente del Consiglio. «Ma
quando a dover pagare le marchette era la sua famiglia, Renzi era inquadrato
come semplice co.co.co. Forse quegli anni di incertezza lo hanno reso sensibile
al tema del precariato» dichiara Torselli, mentre scartabella fogli zeppi di
numeri.
(Fonte: Libero)
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