UNA DECISIONE CHE VIENE DEFINITA “SIMBOLICA E EDUCATIVA”
DALLA GIUNTA DI CENTROSINISTRA
Una Bologna così, cinica e disinteressata, Luca Carboni l’aveva
già descritta 22 anni fa, nel brano “La mia città”. E chissà pure cosa ne
penserebbe Lucio Dalla se fosse ancora vivo, lui che ha decantato la vita da
strada nel brano stupendo “Piazza Grande”. La Giunta di centrosinistra, guidata
dal Sindaco in quota Pd Virginio Merola (di origini casertane, per il quale la
Corte dei Conti ha chiesto quest’anno il processo, a causa di un contratto da
capo di gabinetto ad una persona che non è in possesso di laurea necessaria per
ricoprire quel ruolo; per un presunto danno erariale di circa 45 000 euro) ha
pensato a un altro modo per rimpinguare le casse del Comune. Rifacendosi
proprio su quelle persone che un tempo la sinistra decantava di difendere: i
poveri e gli emarginati. Nella fattispecie, i barboni (o senzatetto), oggi
rinominati clochard in nome di quella ridicola tendenza a usare termini
stranieri per rendere meno amara la realtà che vanno a raffigurare.
UN EURO A NOTTE IN DORMITORIO
- «Un modo per responsabilizzare gli ospiti, una scelta simbolica ed
educativa», dichiarano senza sprezzo del ridicolo dall’assessorato ai servizi
sociali, guidato da Amelia Frascaroli, che nella sua biografia espone un lungo
curriculum dove brilla il passaggio dall'associazionismo cattolico al PD e
infine al furbo Vendola.
Forse proprio dal governatore pugliese viene la capacità di
mascherare dietro espressioni gentili e edificanti la più assurda delle
imposte: gli «ospiti», saranno «responsabilizzati» e «educati» (e noi vi
leggiamo «rieducati», come facevano i comunisti di una volta con i non
allineati) grazie a questa «scelta simbolica», cioè esigere che, all’uscita del
dormitorio pubblico, saldino il conto giornaliero di un euro. Simbolico un
corno: per un barbone un euro risparmiato è un capitale. Sono veramente
stupefacenti questi progressisti, che si sono tanto curati che nel linguaggio
corrente entrasse la parola «clochard» anziché lo sgradevole «barbone», per poi
fregarli meglio.
QUANDO ERA LA SINISTRA A CRITICARE
- Quando l’ex sindaco di Bergamo e quello di Gorizia (entrambi di centrodestra),
installarono delle panchine con una sbarra in mezzo per impedire ai barboni di
bivaccarci sopra, scoppiò una polemica contro l’Intolleranza delle giunte di
centrodestra e nessuno osò difendere l’iniziativa parlando di scelta simbolica
e educativa, per responsabilizzare gli ospiti che dovevano imparare a sedersi e
non a accamparsi, e a Bergamo il nuovo sindaco, Gori, quelle panchine le ha
rimosse. A Bologna, invece, dove si chiede l’obolo al barbone per dormire al
coperto (e deve pure essere grato, perché, come dicono untuosi i servizi
sociali, gli viene data la possibilità di «ripartire e contribuire a rendere
migliore il luogo dove vive»), tutto va liscio.
E per rispondere a questa decisione, possiamo prendere in
prestito proprio la canzone di Lucio Dalla prima citata: “Lenzuola bianche per
coprirci non ne ho, sotto le stelle in Piazza Grande. E se la vita non ha sogni
io li ho. E te li do”.
(Fonte: Libero)
Se era Genova potevo anche capire ^_^
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