venerdì 20 febbraio 2015

CAMBIAMENTI CLIMATICI, STA SPARENDO ANCHE LA MITICA “NEBBIA IN VAL PADANA”

A dirlo una ricerca condotta dall’Istituto di scienza dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr) di Bologna, già pubblicata sulla rivista internazionale Atmospheric Environment

Nebbia in Val Padana”. Una previsione Meteo diventata slogan degli inverni italiani, specie per chi abita in Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. E fu perfino utilizzata come titolo di una Fiction andata in onda su Raiuno nel 2000 avente come protagonisti Cochi e Renato ritrovatisi dopo anni, che ne cantavano anche l’omonima sigla. Ma ora, causa i cambiamenti climatici, rischiamo di perdere anche questo fenomeno meterologico. Il che ha un qualcosa di nostalgico certo, ma in fondo farebbe la gioia di chi con quella fastidiosa nebbia ha a che fare per diversi mesi. A dirlo una ricerca dell’Istituto di scienza dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr) di Bologna, pubblicata sulla rivista internazionale Atmospheric Environment.

LA CAUSA - Gli studiosi hanno osservato come dall’inizio degli anni ad oggi, gli episodi di nebbia che caratterizzavano la Val Padana sono quasi la metà, con la contemporanea diminuzione della concentrazione di inquinanti e la riduzione di ben 10 volte dell’acidità, oggi è prossima alla neutralità.
In pratica stavolta il cambiamento climatico, dovuto all’innalzamento delle temperature medie ha anche un effetto positivo: la “sparizione” della nebbia dimostra un concomitante miglioramento della qualità dell’aria. Una buona notizia, visto che la pianura padana è una delle aree più inquinate d’Europa, e questo anche perché durante l’inverno la stagnazione dell’aria intrappola gli inquinanti nei bassi strati dell’atmosfera, e la nebbia riduce sensibilmente la visibilità, con pesanti ricadute su traffico e viabilità che generano inquinamento. 
«In sostanza, le goccioline di cui è fatta la nebbia assorbono e concentrano le sostanze inquinanti, che così si depositano più facilmente sulla vegetazione e inalati dagli esseri umani», ha spiegato il responsabile dello studio ventennale, Sandro Fuzzi, ricercatore dell’Isac-Cnr. «Quindi la diminuzione di circa il 47% degli episodi di nebbia negli ultimi due decenni ha l’effetto positivo di aver ridotto la concentrazione di inquinanti - racchiusi nelle goccioline di acqua - di circa l’80%, riflettendo una riduzione delle emissioni dei principali inquinanti come anidride solforosa, ossidi di azoto, ammoniaca, rispettivamente del 90%, 44% e 31%». Di pari passo è precipitata anche l’acidità della nebbia, ormai vicina alla neutralità. Ne beneficiano vegetazione e beni artistici esposti alle intemperie.

MA NON E’ TUTTO POSITIVO - Tutto a posto, quindi? Non proprio? Nell’aria della Val Padana rimangono componenti dannosi per la nostra salute, in particolare particelle carboniose. Nelle goccioline d’acqua i ricercatori hanno infatti rilevato un contenuto medio di 1 milligrammo per litro di particolato carbonioso che viene da diversi processi di combustione, come il riscaldamento di casa, la combustione di legna, residui agricoli, processi di produzione di energia e traffico. Si tratta di potenziali killer, visto che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità possono essere responsabili di malattie respiratorie e cardiovascolari e, in alcuni casi, di insorgenza di tumori. «Il motivo della loro persistenza è che non sono regolate dalla legge, mentre per gli altri inquinanti ci sono regole addirittura europee che hanno portato negli anni a un calo enorme degli inquinanti - spiega Fuzzi - Se si unisce a questo il fatto che ultimamente nella pianura padana in modo particolare, ma un po’ in tutta Europa sta aumentando l’uso della combustione della legna - responsabile del rilascio nell’area di queste particelle - si spiegano queste concentrazioni allarmanti».


(Fonte: La Stampa)

4 commenti:

  1. da me, c'era nebbia sempre e sovente
    quest'anno 1 giorno solo di nebbia, e pure solo per mezza giornata

    complimenti all'Inter...

    RispondiElimina
  2. non credo che qualcuno la rimpiangerà

    RispondiElimina
  3. E' vero, ormai è poca cosa.

    Voi nemmeno immaginate cosa era la nebbia in questi luoghi.

    RispondiElimina
  4. E' perché c'è La Lega, che siccome governa, ha cambiato le condizioni climatiche. Da "Piove, governo ladro" a " Nebbia, Roma ladrona". Così per non portare acqua al sacro mulino del Po non si parla più di nebbia.

    RispondiElimina