martedì 14 aprile 2015

Negazionismo Turchia su strage Armeni, il Governo Renzi vergognosamente non prende posizioni

Mentre Papa Francesco ha condannato quella tragedia, il paese turco continua a negare ed attacca il Pontefice. Il Governo italiano invece non vuole prendere posizioni

Il prossimo 24 aprile il popolo armeno celebrerà il centenario dal genocidio subito per opera dell’Impero ottomano, tra il 1915 e il 1916. In realtà, si trattò della seconda strage subita dagli armeni per mano turca, dopo quella condotta dal sultano ottomano Abdul-Hamid II tra il 1894 e il 1896 (in realtà, in quegli anni i turchi furono autori di stragi anche contro i greci e gli assiri). Arresti e deportazioni furono compiute in massima parte dai «Giovani Turchi». Nelle marce della morte, che coinvolsero 1.200.000 persone, centinaia di migliaia morirono per fame, malattia o sfinimento. Queste marce della morte furono organizzate con la supervisione di ufficiali dell'esercito tedesco in collegamento con l'esercito turco, secondo le alleanze ancora valide tra Germania e Impero Ottomano (e oggi con la Turchia) e si possono considerare come "prova generale" ante litteram delle più note marce ai danni dei deportati ebrei durante la seconda guerra mondiale. Altre centinaia di migliaia furono massacrate dalla milizia curda e dall'esercito turco. Il Governo turco, nonostante le ampie documentazioni in merito, con tanto di foto e filmati d’epoca, ha sempre negato quella strage. Parlando al massimo di cinquecentomila vittime, ma nell’ambito della Prima guerra mondiale allora in corso. Tesi sostenuta ancora adesso, a un secolo da quell’evento disumano, il primo olocausto del ‘900. al punto che si è aperta un’aspra polemica anche con Papa Francesco, mentre il Governo italiano nicchia a mo’ di democristiani…

LO SCONTRO COL PAPA - Non si placa l’ira della Turchia contro il Vaticano dopo le parole del papa sul «genocidio» degli armeni. Domenica Papa Francesco ha parlato di genocidio, citando una dichiarazione del 2001 di papa Giovanni Paolo II e del patriarca armeno, in occasione della messa di commemorazione del centenario in San Pietro, dichiarando che «è ampiamente considerato il primo genocidio del XX secolo». Per Ankara, che non esclude nuove misure dopo il richiamo dell’ambasciatore presso la Santa Sede, parlare di genocidio degli armeni è «una calunnia» e una «strumentalizzazione della storia a fini politici».
Il Pontefice risponde indirettamente affermando durante l’omelia di ieri a Santa Marta che la strada della Chiesa è la «franchezza» e il «coraggio cristiano» di «dire le cose con libertà». Il Gran Mufti Mehmet Gormez, la principale autorità religiosa islamica sunnita turca, si è allineato sul governo di Ankara criticando a sua volta il Papa per le dichiarazioni sul genocidio armeno a suo parere «senza fondamento» e ispirate da «lobby politiche e ditte di relazioni pubbliche».
La Ue chiarisce, la «normalizzazione» dei rapporti con l’Armenia, in base ai protocolli firmati nel 2008, è «particolarmente importante» nell’ambito dello status della Turchia di candidato all’ingresso nella Unione.

LA POSIZIONE DISCUTIBILE DEL GOVERNO ITALIANO - Il governo italiano «non ha preso una posizione ufficiale», «non è opportuno dare una verità di Stato», perché «non è compito dei governi decidere cosa sia successo 100 anni fa, spetta agli storici». Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Sandro Gozi, risponde così a Omnibus ad una domanda circa la posizione del governo italiano sul genocidio armeno duramente condannato da Papa Francesco. L’esponente del Pd afferma che il governo non può prendere posizione ufficiale alla luce dei negoziati per l’entrata nella Ue della Turchia da sempre negazionista dei massacri del 1915: «Con la Turchia stiamo affrontando i problemi di oggi, non di cento anni fa: diritti umani, minoranze e democrazia». Certamente, ha detto l’esponente del governo, «le parole del Papa irritano Ankara», anche perché la «lettura della storia crea sempre forti divisioni». I «parlamenti europei - ha concluso Gozi - si sono pronunciati, i governi no».
Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni si è sbottonato un po’ di più: «La durezza dei toni turchi non mi pare giustificata, anche tenendo conto del fatto che 15 anni fa Giovanni Paolo II si era espresso in modo analogo».


3 commenti:

  1. Forse non vuole scombinare gli interessi di Fiat in Turchia. Perché non glielo chiedi a Marchionne che è amico tuo?

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  2. Se Renzi prendesse posizione, come al solito, la maggior parte dei giornali lo lincerebbe(a prescindere dalla posizione)!!!

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  3. rensi non ha la statura politica per permettersi di prendere posizione senza far danni, per questo i suoi ministri glissano e dissimulano.

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