GRANDI PROCESSI COME IL CASO ETERNIT, DIVENTATO UN SIMBOLO
DELLA NUOVA LEGGE, FINIREBBE SEMPRE ALLO STESSO MODO
Il tanto sbandierato DDL sugli ecoreati è diventato legge al
Senato. Una legge attesa da vent'anni, ci tengono a precisare i Cinque stelle,
che la pubblicizzano fieramente come una loro vittoria. Dice Luigi Di Maio: “Il
testo introduce per la prima volta reati contro l’ambiente. Il termine
‘abusivamente’? Formulazione necessaria, ma abbastanza ampia”. In difesa del ddl
sono intervenuti anche Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di
Legambiente; Enrico Fontana, coordinatore nazionale di Libera e Stefano
Palmisano, avvocato penalista esperto di ambiente e salute: “Il testo poteva
essere scritto diversamente, ma in questo caso Bonelli sbaglia”. Già, perché
Bonelli, leader dei Verdi, ma soprattutto diversi autorevoli magistrati,
smorzano gli entusiasmi parlando sostanzialmente di una legge che cambierà poco
o per nulla le cose. Vediamo perché.
LE PAROLE DI ANGELO BONELLI, LEADER
DEI VERDI – Così scrive Angelo Bonelli, leader dei Verdi, al leader del
M5S Beppe Grillo: ''Ho letto, sempre sul tuo blog, che questa legge se fosse
stata approvata prima avrebbe impedito scempi come Porto Tolle o Ilva di
Taranto. E’ il contrario!
La mia storia mi impone di dire ciò che penso anche
diversamente da quanto stanno facendo altri ambientalisti con cui negli anni ho
condiviso molte battaglie. La legge sugli ecoreati che sta per essere approvata
contiene una norma, l’articolo 452 quater, che stabilisce che il reato di
disastro ambientale è tale solo se “cagionato abusivamente”. Con questa norma,
al contrario di quanto da te sostenuto, l’inchiesta “Ambiente Svenduto”
sull’Ilva, e quindi il processo, non ci sarebbe mai stato.
Non si potranno più svolgere i processi contro quelle grandi
industrie che impunemente hanno inquinato e attentato alla salute dei
cittadini, ma lo hanno fatto in nome di un’autorizzazione dello Stato e quindi
non abusivamente, facendo dipendere l’esistenza del delitto da un intervento
solo amministrativo quale è il rilascio di un’autorizzazione. In questo modo si
protegge l’industria inquinante e si fermano i magistrati troppo zelanti! Oltre
al disastro ambientale abusivo questa legge ha un altro punto debole: per
essere considerato disastro, il deterioramento ambientale di aria, acqua deve
essere misurabile e devono essere compromesse porzioni significative di suolo e
sottosuolo. Senza dire, però cosa significa e come si misura. E quali sono le
“porzioni significative” del suolo e del sottosuolo?
Per chi attenta all’ambiente e alla salute dei cittadini,
poi, è previsto il ravvedimento operoso con lo sconto della pena del 67 per
cento. Ma, domando: perché il disastro ambientale per essere punito dalla legge
deve essere abusivo? Esistono, forse, disastri ambientali non abusivi?
Autorevoli magistrati, come Gianfranco
Amendola e Maurizio Santoloci, da mesi
stanno chiedendo, inascoltati, di modificare quelle norme. La legge sugli
ecoreati è stata approvata alla camera il 5 maggio scorso (con l’indecente
eliminazione del divieto dell’airgun) grazie al voto favorevole del 95% dei
deputati. Questa legge è stata votata anche da quei deputati che nel corso di
questi anni hanno prodotto dure aggressioni alle normative ambientali del
nostro Paese. Quel voto è, dal punto di vista politico, la prova provata che la
norma sul disastro ambientale abusivo è quella che ha tranquillizzato tutti. O
forse pensiamo che questa maggioranza all’improvviso si sia scoperta
ecologista?
Implicitamente il disastro ambientale abusivo è un
salvacondotto penale: lo stesso, con diversa scrittura, che è stato concesso a
chi gestisce l’Ilva di Taranto, città dove i bambini si ammalano di tumore per
un +54% rispetto alla media nazionale. Caro Grillo, spero che in queste ore tu
possa riflettere e cercare di far cambiare dal gruppo del M5S una legge che, se
approvata, impedirebbe inchieste giudiziarie nei luoghi distrutti da quelle
industrie che hanno inquinato, provocato, impunemente, malattie e morte mentre
realizzavano il massimo profitto economico”.
LE BOCCIATURE AUTOREVOLI – Ma
se qualcuno potrebbe leggere le parole di Bonelli come pure invidia, visto che
il testo non è stato scritto né votato dal suo partito, il più importante,
seppur ormai sparito, ecologista del nostro Paese, difficilmente potrà avere
sospetti su quelle di autorevoli magistrati.
Dopo il succitato padre nobile come Giancarlo Amendola,
anche un’altra toga famosa per le sue inchieste sui reati ambientali critica
duramente la legge sugli ecoreati votata all’unanimità in Parlamento. Uno degli
slogan che hanno accompagnato l’approvazione del ddl era “Mai più casi
Eternit”, ma il procuratore aggiunto di Torino, Raffaele Guariniello, che il processo
Eternit lo ha gestito, non la pensa affatto così. Quel processo finì con la
prescrizione in Cassazione “e oggi, se potessimo ricominciare tutto da capo,
finirebbe allo stesso modo – dice il magistrato – Perché i tempi sono stati
raddoppiati, è vero, ma la struttura del reato è rimasta identica. Chi dice che
con questa legge il processo Eternit si sarebbe salvato dice una cosa
sbagliata”.
Guariniello, peraltro, è stato all’udienza preliminare del
processo Eternit-bis, dove l’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny è
chiamato a difendersi dall’accusa di omicidio di 258 persone: “La Cassazione ha
stabilito che questo reato si consuma quando avviene l’evento. E l’evento, nel
caso Eternit, è datato 1986, quando la società ha smesso di produrre. I supremi
giudici hanno anche detto che il nostro processo era prescritto prima ancora di
cominciare. E questa legge non modifica il principio”.
Valentina Stefutti invece, esperta di diritto ambientale, al
processo Eternit era uno dei legali di parte civile. Anche lei, eufemizzando,
non è entusiasta del lavoro del Parlamento: “L’avverbio ‘abusivamente’ che
compare nella formulazione sia del delitto di inquinamento ambientale che di
disastro ambientale subordina la punibilità di una condotta che provoca anche
migliaia di vittime alla mancanza di un’autorizzazione: questo significa
limitare in modo quasi irragionevole le condotte delittuose punibili, con le
ovvie ripercussioni del caso sulle obbligazioni risarcitorie a carico del reo”.
Spiega Stefutti al Fatto Quotidiano: “Un avverbio in più o in meno, come ben sa
chi frequenta i tribunali è capace di sovvertire le sorti di un processo, e
quindi di incidere sulla vita anche di migliaia di persone”.
E non c’è solo l’avverbio abusivamente: “Il nuovo delitto di
inquinamento ambientale prevede che le condotte atte a cagionarlo sono punibili
solo nel caso in cui la compromissione e il deterioramento siano
‘significativi’ e ‘misurabili’, e che siano state interessate ‘porzioni estese
o significative’ del suolo o del sottosuolo. Senza tuttavia indicare sulla base
di quali parametri il giudice sarà chiamato ad effettuare tale valutazione, e
con il serio rischio di una pronuncia di incostituzionalità della Consulta.
Dopo venti anni di attesa e strenue battaglie – conclude la legale – era lecito
aspettarsi qualcosa in più. O in meno”.
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