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lunedì 8 giugno 2015

Il bluff della legge sugli ecoreati: per diversi esperti nei fatti non cambia niente, i motivi

GRANDI PROCESSI COME IL CASO ETERNIT, DIVENTATO UN SIMBOLO DELLA NUOVA LEGGE, FINIREBBE SEMPRE ALLO STESSO MODO

Il tanto sbandierato DDL sugli ecoreati è diventato legge al Senato. Una legge attesa da vent'anni, ci tengono a precisare i Cinque stelle, che la pubblicizzano fieramente come una loro vittoria. Dice Luigi Di Maio: “Il testo introduce per la prima volta reati contro l’ambiente. Il termine ‘abusivamente’? Formulazione necessaria, ma abbastanza ampia”. In difesa del ddl sono intervenuti anche Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente; Enrico Fontana, coordinatore nazionale di Libera e Stefano Palmisano, avvocato penalista esperto di ambiente e salute: “Il testo poteva essere scritto diversamente, ma in questo caso Bonelli sbaglia”. Già, perché Bonelli, leader dei Verdi, ma soprattutto diversi autorevoli magistrati, smorzano gli entusiasmi parlando sostanzialmente di una legge che cambierà poco o per nulla le cose. Vediamo perché.

venerdì 4 ottobre 2013

METODO STAMINA, UNA SPERANZA O UNA BUFALA

CONSISTE IN UN trattamento terapeutico a base di cellule staminali inventato da Davide Vannoni, laureato in lettere e filosofia, DAL QUALE AVREBBE TRATTO GIOVAMENTI E CHE VORREBBE FOSSE RICONOSCIUTO DAL MINISTERO DELLA SALUTE

Può un laureato in Lettere e filosofia, che non ha mai pubblicato alcun articolo su riviste scientifiche, dare una speranza a pazienti che ormai l’hanno persa? Forse sì, o forse no. Il dibattito nella comunità scientifica è aperto, e dopo una prima apertura del Ministero della salute, sembra che lo scetticismo abiti anche tra le istituzioni. Fatto sta che Davide Vannoni difende e sostiene il suo “metodo Stamina”, da cui egli stesso avrebbe tratto beneficio. Ma in cosa consiste?

sabato 29 giugno 2013

SLA, LA MALATTIA CHE UCCIDE I CALCIATORI

ULTIMA VITTIMA STEFANO BORGONOVO. I GIOCATORI DI CALCIO SI AMMALANO 7-8 VOLTE DI PIU’ DELLE PERSONE COMUNI

Stefano Borgonovo ha perso la sua personale battaglia contro la SLA - acronimo di Sclerosi Laterale Amiotrofica - una malattia degenerativa del sistema nervoso che porta a una progressiva disabilità motoria. Aveva 49 anni e aveva scoperto di esserne afflitto dal 2005, quando ha presentato i primi sintomi. Nel 2008 l'annuncio pubblico e la creazione della Fondazione Onlus che porta il suo nome. Stefano Borgonovo per molti, però, è stato qualcosa di più di un semplice ex giocatore colpito da una malattia incurabile: è stato un campione di vita dentro e fuori dal campo. Divenne il simbolo alla lotta di questa patologia che lui definiva “la stronza” e che colpisce in modo evidente soprattutto i calciatori, al punto che il Pm Raffaele Guariniello ha deciso qualche anno fa di indagare.

mercoledì 15 febbraio 2012

CON IL PROCESSO ETERNIT SI RICONOSCONO PER LA PRIMA VOLTA I DANNI PROVOCATI DALL’AMIANTO, MA RESTA LA RABBIA PER BAGNOLI E RUBIERA


DIRIGENTI CONDANNATI SOLO PER LE SEDI PIEMONTESI DI CAVAGNOLO E CASAL MONFERRATO, MENTRE PER QUELLA NAPOLETANA ED EMILIANA I REATI SONO PRESCRITTI

Sentenza storica quella di lunedì a Torino, espressa dal Pm Raffaele Guariniello per quanto concerne il Processo Eternit: il tribunale del capoluogo piemontese ha condannato in primo grado a 16 anni di carcere il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny, 65 anni, e il barone belga Louis De Cartier, 91 anni. Il capo d'accusa conteneva un elenco di 2.191 morti e 665 malati di patologie causate dall'amianto per le condizioni degli stabilimenti di Cavagnolo (Torino) e Casale Monferrato (Alessandria).
Alcuni parenti delle vittime sono scoppiati in lacrime alla lettura della sentenza di condanna. Trattasi di una sentenza storica giacché per la prima volta si riconoscono i danni provocati dall’amianto, non facilmente individuabili visto che emergono a distanza di decenni, anche dopo 40 anni. Un minerale che, nell'ultimo secolo, è stato impiegato alacremente per proteggere le case dal calore e dal rumore, isolare caldaie, costruire i freni delle auto, intrecciare corde, potenziare vernici; un'industria che ha dato da vivere a decine di migliaia di persone in tutto il mondo, ma che alla fine ha provocato una strage perché le fibre si sono rivelate un killer che non perdona.
In realtà il mondo operaio e civile tutto esulta a metà. Non hanno difatti ottenuto uguale giustizia le vittime di altre due sedi in contatto con l’amianto: Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli), per i quali i giudici hanno dichiarato di non doversi procedere perché il reato è prescritto. Per questi due stabilimenti i reati si sono verificati tra gli anni ’60 e ’80. Mentre per le due sedi piemontesi che hanno ottenuto giustizia, i due reati partono dal 1999.