mercoledì 21 ottobre 2015

Ennesimo salto del Quagliariello per lui e Bondi: storia di due voltagabbana doc

IL PRIMO SI ALLONTANA DAL GOVERNO RENZI USCENDO DA NCD, IL SECONDO INVECE SI AVVICINA. HANNO CAMBIATO SPESSO OPINIONE POLITICA

Nella lingua italiana per 'salto della quaglia' si intende sia un gioco molto popolare a Roma, sia un metodo contraccettivo, sia un modo per indicare il cambiare partito politico senza farsi troppe preoccupazioni. In questa sede mi occuperò di questo terzo significato, molto in auge nella politica italiana soprattutto con l'avvento della Seconda Repubblica, grazie alla quale sono aumentati esponenzialmente i voltagabbana ad ogni legislatura.
Anni fa ho dedicato un post ai tanti radicali che negli anni hanno cambiato radicalmente idea, passando da posizioni laiche, se non perfino anticlericali, a posizioni democristiane. Avevo anche stilato una Top sei, posizionando al primo posto Gaetano Quagliariello. Bene, il nostro non si smentisce mai e in questi giorni ha cambiato ancora una volta idea. Così come un altro voltagabbana doc della politica italiana: Sandro Bondi.

GAETANO QUAGLIARIELLO, RADICALE NEL CAMBIAMENTO - Iscritto in giovane età al Partito Radicale, negli anni ottanta ne fu segretario cittadino a Bari e poi vice-segretario nazionale. Ebbe un ruolo attivo nelle attività promosse dal partito, quali le campagne referendarie sull'aborto, il nucleare e la caccia, oltre che la biocard, un testamento biologico in cui il sottoscrittore poteva rifiutare anche l’idratazione forzata. Nel corso di una marcia antinuclearista contro la centrale nucleare di Avetrana, assieme a Francesco Rutelli viene arrestato per essere entrato in una zona off limits.
Poi nel ’94, come tanti, anche lui ebbe l’illuminazione e la chiamata dal Cavaliere; così presentava il suo passaggio a Forza Italia: "Gladstone nasce conservatore e diventa laburista, Churchill, il tory, ha un passato laburista. Il mio è un percorso tutto interno al liberalismo".
Questo percorso lo porterà tra il 2001 e il 2006 ad essere consigliere per gli Affari Culturali del presidente del Senato, Marcello Pera; mentre nel 2006 è stato eletto senatore in Toscana, divenendo membro della commissione Affari Costituzionali. Confermato al Senato nel 2008, è membro della commissione Giustizia e presidente vicario dei senatori del Popolo della Libertà. Anche lui, come Capezzone, è passato dall’essere un anticlericale e liberale, ad un catto-conservatore. Palese ciò quando dichiarò, all’indomani della morte di Eluana Englaro: «Eluana non è morta, è stata ammazzata».
Con Berlusconi dato per finito ha fondato il Nuovo centrodestra assieme a tanti altri transfughi di Forza Italia, finendo per governare col Partito democratico per due anni. Ma ora ha detto di volerne uscire, rompendo soprattutto sul tema delle unioni gay. E pensare che un tempo era radicale…

SANDRO BONDI, RAVANELLO PALLIDO – Pirandello gli avrebbe dedicato sicuramente un'opera. Dopo aver militato da giovane nella Federazione Giovanile Comunista Italiana quando era studente universitario, divenne nel 1990 Sindaco di Fivizzano, Comune toscano di nascita, nelle file del Pci fino al 1992. Anno in cui la sua Giunta fu rovesciata da socialisti e democristiani locali. In quell'anno lasciò il Pc e gli attivisti lo paragonano scherzosamente a un ravanello: cioè rosso fuori e bianco dentro.
Attraverso lo scultore Pietro Cascella, che stava lavorando ad Arcore per la cappella funeraria di Villa Berlusconi, nel 1994 conosce Silvio Berlusconi, che gli affida dapprima la direzione del Dipartimento beni culturali del Centro studi di Forza Italia. Successivamente Bondi viene incaricato di curare la corrispondenza personale di Berlusconi, di cui diviene in breve tempo segretario particolare e collaboratore fidato, tanto da ricevere il compito, in occasione della campagna elettorale del 2001, di coordinare la stesura di Una storia italiana, un libro fotografico sulla vita pubblica e privata di Berlusconi spedito, come mezzo di propaganda elettorale in vista delle successive elezioni, a tutte le famiglie italiane.
Nel 2001 è eletto alla Camera dei deputati nelle liste di Forza Italia, per poi essere rieletto nel 2006 e nel 2008, anno in cui viene anche nominato Ministro per i beni culturali. Successivamente aderisce al Pdl e quando esso implode nel 2013 torna in Forza Italia.

Ma da qualche giorno ha dichiarato ufficialmente di voler appoggiare la maggioranza che sostiene il Governo Renzi assieme alla compagna Manuela Repetti. In realtà, già lo scorso 15 aprile, in occasione delle votazioni sul decreto antiterrorismo, entrambi votano la fiducia al Governo Renzi. Sancendo quindi la rottura definitiva con Forza Italia. Un ritorno a sinistra dunque. Chissà se definitivo…

3 commenti:

  1. Razzi e Scilipoti hanno fatto scuola...

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    1. non mi capaciterò mai come una persona possa saltare appunto come una quaglia o un quagliarello dal lato opposto della barricata politica! qualche spostamento un po' più in qua o un po' più in la lo posso capire, magari una linea del partito troppo dura o troppo morbida su certi temi.. ma addirittura passare a quello che tecnicamente sarebbe un avversario, no! vabé a col Partito della nazione di che stiamo parlando?.... io di sicuro non ve voterò mai! ciao

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  2. Questi tipi sanno cos'e' l'etica ????? Mi sembrano delle banderuole che non meritano neanche di esistere.

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