venerdì 6 novembre 2015

La carne rossa fa male? Gli insetti a tavola pure: l'allarme dell'Efsa

in una analisi dei rischi basata su dati ottenuti da valutazione fra pari della letteratura scientifica

Le due notizie sono emerse quasi contemporaneamente. Da un lato, l'Oms lanciava l'allarme sul rischio cancerogeno derivante dalle carni rosse. Dall'altro, il primo via libera dal Parlamento europeo agli insetti classificabili come “nuovi prodotti alimentari”. Gli amanti dell'alimentazione tradizionale, soprattutto gli appassionati di carne e insaccati, sono rimasti alquanto disorientati e spiazzati. Possibile che l'alimentazione del futuro sia a base di larve, mosche e grilli anziché di succulenti bistecche al sangue o appetitose salsicce? La verità, come sempre, sta nel mezzo.

LE CARNI FANNO MALE IN CASO DI ABUSI - L'allarme dell'Organizzazione mondiale della sanità riguardo carni rosse e insaccati (a cui qualche giorno dopo si è aggiunto pure il caffè) è sempre legato al solito discorso degli abusi. Se mangio questi alimenti tutti i giorni o quasi, è normale che sia più esposto a conseguenze pericolose per la mia salute: l'insorgere di tumori, colesterolo, infarti. Se ne mangio una o due volte a settimana, controbilanciandoli con altri alimenti quali legumi, verdure, carboidrati, ecc., allora i rischi si riducono drasticamente.

NON E' DETTO CHE GLI INSETTI NON SIANO DA MENO - Stesso dicasi per gli insetti a tavola. Mosche, larve della farina, grilli e bachi da seta: sono queste le specie di insetti “con maggior potenziale d’uso come alimento o mangime nell’Unione europea”. E’ quanto rivela l’Efsa – Agenzia dell'Ue sul cibo - in una analisi dei rischi basata su dati ottenuti da valutazione fra pari della letteratura scientifica (peer review).
Tutto sta ai metodi di produzione e al cosiddetto “substrato”, ossia ciò con cui gli insetti vengono nutriti. Che si tratti di deiezioni umane, letame o rifiuti di cucina, “quando gli insetti non trasformati vengono nutriti con sostanze per mangimi attualmente autorizzate, la potenziale insorgenza di pericoli microbiologici è prevedibilmente simile a quella associata ad altre fonti di proteine non trasformate”, spiegano gli scienziati Efsa. Per quanto riguarda il trasferimento di contaminanti chimici da diversi tipi di substrato agli insetti stessi, invece, “i dati disponibili sono limitati”.
E dal punto di vista ambientale? L’allevamento di insetti commestibili, secondo le previsioni, sarebbe paragonabile a quello di altri sistemi di produzione animale. “Andrebbero comunque applicate le attuali strategie di gestione dei rifiuti per smaltire le scorie derivanti dall’allevamento di insetti”, puntualizza l’Agenzia.

Dunque, non è detto che mangiare insetti sia una panacea per la nostra salute e per l'ambiente. Dipende sempre da come vengono allevati e gestiti. Il tutto, dovendo poi pure considerare il disgusto di ritrovarseli in un piatto a pranzo o a cena. 

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