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giovedì 12 marzo 2015

Charlie Hebdo, l’attacco al regista giapponese Miyazaki e’ solo l’ultimo atto di un giornale tutt'altro che libertario

L’autore di diversi film d’animazione di successo aveva criticato il giornale per le sue vignette sull’Islam, beccandosi un “ridicolo”. Ma dal ’92 la rivista ha inanellato una serie di azioni alquanto liberticide

Charlie Hebdo, rivista satirica francese con sede a Parigi di cui pochi (se non francesi, e nemmeno tutti) conoscevano l’esistenza. Fino a quel terribile attentato avvenuto il 7 febbraio scorso, alle 11:30, nel quale sono morte dodici persone (tra cui il direttore) e undici sono rimaste ferite. L'attentato è stato rivendicato da Al-Qaeda nella Penisola Arabica (o Ansar al-Sharia), branca yemenita di Al-Qaeda. La testata, fondata nel 1970, pubblica vignette e articoli caustici e dissacranti nei riguardi della politica (soprattutto soggetti di estrema destra) e ogni tradizione religiosa (in particolare il Cattolicesimo, l'Islam e l'Ebraismo). La querelle con gli islamisti è iniziata nel febbraio 2006, quando Charlie Hebdo ha ripubblicato la serie delle caricature di Maometto del giornale Jyllands-Posten che avevano già scatenato forti proteste. Nella notte tra il 1° e il 2 novembre 2011 la sede del giornale era stata distrutta a seguito del lancio di bombe Molotov, appena prima dell'uscita del numero del 2 novembre che ironizzava sulla vittoria del partito fondamentalista islamico nelle elezioni in Tunisia. Il sito internet della rivista è stato anch’esso bersaglio di un attacco informatico. Poi altre vignette lo scorso autunno, autentiche “gocce che hanno fatto traboccare il vaso”. Oggi la sede del giornale è regolarmente controllata dalla polizia. Ma questa rivista è davvero così libertaria? A giudicare dalla sua storia degli ultimi 23 anni si direbbe proprio di no. Ultimo atto è stato l’attacco al regista giapponese Hayao Miyazaki, icona vivente dei film di animazione.