La Corte di Cassazione ha confermato l’assoluzione in
appello. Ora è pronto per l’ennesima discesa in campo. Ma la Cei ha avuto
parole dure
Silvio Berlusconi assolto in via definitiva nel processo Ruby
(quello della dubbia
credibilità dei testimoni). Lo ha deciso la Cassazione rigettando il
ricorso della procura generale di Milano. La decisione dei supremi giudici è
giunta dopo una camera di consiglio fiume, durata circa nove ore. Il che è
indice di una scelta complessa. La sesta sezione penale della Cassazione ha
così deciso di confermare il verdetto pronunciato il 18 luglio scorso dalla
Corte d'appello di Milano che aveva assolto Berlusconi, imputato per
concussione e prostituzione minorile. L'ex premier in primo grado era invece
stato condannato a 7 anni di reclusione. Le motivazioni del verdetto saranno
depositate entro 90 giorni secondo quanto prevede il codice di procedura
penale. Ma il perché è stato ricostruito da diversi quotidiani autorevoli. Un’assoluzione
che arriva proprio alla vigilia delle elezioni regionali e che permette
all’imprenditore di Arcore di riprendere con maggior credibilità le redini di
una Forza Italia allo sbando. Per alcuni, tra cui Marco Travaglio,
l’assoluzione deriva dalla modifica del reato di concussione voluta dal Governo
Monti e votata sia da Pd che da Pdl. A destra qualcuno già invoca la
neointrodotta responsabilità
civile dei magistrati. E ti pareva. Infine, c’è la condanna della Cei che
non assolve il comportamento di Berlusconi tra le mura domestiche malgrado il
ruolo istituzionale che rivestiva.